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CONFARTIGIANATO, CNA, CASARTIGIANI, CONFCOMMERCIO, CONFESERCENTI E CONFAPI DEL VENETO SCRIVONO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO CHIEDENDO IL CONGELAMENTO DEGLI STUDI DI SETTORE

01/12/2008CONFARTIGIANATO, CNA, CASARTIGIANI, CONFCOMMERCIO, CONFESERCENTI E CONFAPI DEL VENETO SCRIVONO AL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO CHIEDENDO IL CONGELAMENTO DEGLI STUDI DI SETTORE Le sei organizzazioni della Piccola e Media impresa del Veneto (Confartigianato, CNA, Casartigiani, Confcommercio, Confesercenti e Confapi del Veneto) in rappresentanza di quasi mezzo milione di imprese, scrivono al Presidente del Consiglio dei Ministri, On. Silvio Berlusconi e al Ministro dell'Economia e delle Finanze, On. Giulio Tremonti per chiedere il congelamento degli studi di settore per i redditi 2008 e 2009."Pur apprezzando lo sforzo compiuto dal Governo in particolare per alcune misure contenute nel recente provvedimento anticrisi -dichiarano i sei presidenti Claudio Miotto, Oreste Parisato, Giorgio Grosso, Fernando Morando, Maurizio Franceschi e Alberto Tosi- purtroppo siamo certi non siano sufficienti. Per questo abbiamo deciso tutti assieme di scrivere comunque un appello al Presidente del Consiglio ed al Ministro dell'Economia". La ricaduta della crisi finanziaria sull'economia reale si sta rivelando ancora più pesante del previsto e fortissima è la preoccupazione per il suo probabile acuirsi nel 2009. In questi ultimi mesi il tessuto produttivo italiano, specie quello costituito dalle piccole imprese artigianali e commerciali, sta subendo in modo improvviso ed accelerato i contraccolpi della recessione economica internazionale. A causa di ciò molte imprese o sono state costrette a cessare, o a ridurre l'occupazione e conseguentemente i loro ricavi stanno pesantemente diminuendo. Tutto ciò sta stravolgendo completamente le condizioni di "normalità economica", sulle quali viene ancorata la credibilità degli Studi di settore."In questa situazione -recita l'appello-  gli Studi di Settore (previsti dalla legge 29/10/1993 n.247 e successivamente modificata dal decreto legge n. 223 del 2006) perdono il loro carattere di equità e di efficacia in quanto non più rappresentativi della mutata situazione economica in cui si trovano le imprese. L'impatto reale della crisi, come ha giustamente rilevato la Commissione nazionale degli esperti per la validazione degli Studi, potrà essere misurato solo a posteriori sulla base dei dati che le stesse imprese potranno fornire in sede di Dichiarazione dei Redditi 2009, e di conseguenza i correttivi da apportare agli Studi potranno essere introdotti solo successivamente"."Pertanto -conclude il documento unitario- nel ribadire con molta forza che gli Studi di Settore non possono assolutamente costituire una forma di catastizzazione dei ricavi delle imprese, e preoccupati che una applicazione meccanica di tali strumenti possa quasi con certezza portare ad un aumento molto consistente delle posizioni "non congrue", chiediamo che il Governo assuma un provvedimento urgente rivolto a sospendere cautelativamente l'applicazione degli Studi di Settore ai ricavi conseguiti negli anni 2008 e 2009 sterilizzandone così l'efficacia ai fini degli accertamenti tributari".