Burocrazia e fisco. Sistemi di controlli precisi a monte evitano e incertezze a valle quindi meno perdite di tempo (e preoccupazioni) per tutti
Attenzione ai contribuenti per favorire un rapporto più snello, trasparente e collaborativo. Pare questa in sostanza l’indicazione arrivata dal Mef all’Agenzia delle Entrate il 1° luglio per intercettare le problematiche legate ad alcune misure la cui applicazione, e quindi successiva verifica, hanno un impatto pratico e burocratico sulle imprese. A informare di questo ‘invito al cambio di rotta’ è Confartigianato Vicenza.
È il caso, ad esempio, del credito d’imposta per Ricerca e Sviluppo. Attivata nel 2016, l’agevolazione è stata poi rivista nel 2020 con l’inserimento di paletti più stringenti, fino ad arrivare al 2024, con la messa a regime della possibilità di ottenerne la certificazione. A certificare l’effettivo investimento in Ricerca e Sviluppo sono degli esperti iscritti in un apposito Albo ministeriale, che mettono una sorta di ‘bollino’ sul credito. A questo punto l’Agenzia non può che prendere atto e, quindi, procedere con controlli di ruotine anziché rimettere in gioco tutto il processo.
“E’ un interessante cambio di prospettiva, che impatta sui controlli sia a livello di preoccupazione per l’impresa che di perdita di tempo per i soggetti coinvolti. Al momento come Confartigianato Vicenza abbiamo 300 progetti in fase di valutazione, di cui 180 già certificati. Le imprese devono avere la certezza che tutto sia a posto e non vivere con la preoccupazione che qualcosa possa essere rimesso in discussione arbitrariamente e a distanza di anni”, spiega il Direttore Francesco Tibaldo.
Altro fronte è il Concordato Preventivo Biennale, aderendo al quale le imprese hanno la possibilità, da un lato, di definire il proprio reddito futuro e, dall’altro, di sanare annualità pregresse grazie al collegato ravvedimento speciale.
“Gli enti preposti stanno valutando di estendere questa misura anche per le adesioni al Concordato 2025/2026, quindi retroattivamente per gli anni 2019/2023 sul fronte controlli. Non dimentichiamo che i dati e le informazioni a disposizione dell’Agenzia delle Entrate sono sempre più integrati e raffinati, per cui anche i controlli in futuro saranno sempre più mirati”, aggiunge Tibaldo.
Un altro tema caro a Confartigianato sono gli investimenti, e relativi crediti d’imposta, in applicazione dei cosiddetti Piani 4.0 e Transizione 5.0, quest’ultimo definito come l’evoluzione “green” del Piano 4.0.
“Per la misura 4.0 il plafond 2025 è di 2,2 miliardi di euro, mentre per la 5.0 le risorse disponibili salgono a circa 6 miliardi di euro. Abbiamo evidenziato da subito lo sbilanciamento delle risorse dedicate alle due misure, soprattutto per la facilità di accesso che caratterizza la prima rispetto alla seconda, che richiede una burocrazia e investimenti decisamente superiori. Dal nostro osservatorio l’agevolazione 5.0, oltre a prevedere requisiti stringenti per il raggiungimento del risparmio energetico, risulta realmente conveniente per investimenti di importo che vanno da circa 100 mila euro e a salire – precisa Tibaldo -. Anche in questo caso speriamo che l’Europa decida di spostare parte dei fondi oggi destinati alla Transizione 5.0 verso il Piano 4.0, in scadenza a fine 2025. Sarebbe auspicabile anche una proroga del beneficio 4.0, per andare incontro alle reali esigenze e alle reali dimensioni del nostro tessuto produttivo, fatto appunto di piccole e medie imprese. Basti pensare che negli ultimi tre anni (2023, 2024 e 1° semestre 2025) Confartigianato Vicenza ha seguito le pratiche di aziende che hanno investito oltre 17 milioni di euro in beni 4.0. Le parole d’ordine devono sempre essere certezza del diritto e stabilità delle regole”.
Comunicato 108