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AVNeetwork, percorso per giovani disoccupati

Iniziativa rivolta ai cosiddetti Neet tra i 18 e 35 anni. Barbato (Confartigianato): “Un’azione concreta che permette ai giovani di acquisire le competenze di cui le imprese hanno necessità”

Intercettare i giovani che non lavorano e non studiano, i cosiddetti Neet, e accompagnarli in un percorso di upskilling, ovvero di miglioramento delle proprie capacità, per favorirne l’inserimento in azienda fornendo così alle imprese i profili di specializzazione di cui sono alla ricerca. Con questo obiettivo centrale ha preso il via in questi giorni AVNeetwork, iniziativa di cooperativa sociale Samarcanda onlus di Schio, che vede come partner il Digital Innovation Hub di Confartigianato Vicenza.

Il progetto, realizzato con il contributo di Fondazione Cariverona, intende rispondere concretamente alle esigenze, sempre più articolate e specifiche, del mercato del lavoro facilitando l’inserimento in azienda di ragazzi disoccupati dai 18 ai 35 anni. Cinque gli iscritti al percorso, quattro ragazzi e una ragazza di diverse nazionalità, per facilitare l’apprendimento teorico e dare loro concrete possibilità di inserimento lavorativo. Il percorso prevede una parte teorica, in ‘aula’, e una seconda fase pratica con il coinvolgimento di alcune aziende che hanno visto in questa iniziativa un’opportunità per venire a contatto con giovani con competenze ‘a misura’ d’impresa attraverso la formula del tirocinio (retribuito). Al progetto aderiscono aziende dell’Alto Vicentino Ecor International, Rivit, Colben, EiQ Industrial, cooperativa sociale Radicà Onlus e associazione Megahub.

Il percorso si declina in più fasi. La prima, propedeutica, sarà a cura del Megahub, che porterà i partecipanti al passo con diverse tecnologie 4.0 tra cui software di modellazione, programmazione Arduino, e alcuni dei linguaggi di sviluppo più usati in ambito professionale. A questa fase si affiancheranno 20 ore proposte dalla cooperativa Radicà per rafforzare le competenze trasversali quali la capacità di lavoro di gruppo, l’iniziativa progettuale, la comunicazione tra colleghi. Infine, sono previste 60 ore di formazione tecnica gestita dai docenti certificati del DIH sulla programmazione di bracci robotici per applicazioni industriali, dotando i partecipanti delle competenze, conoscenze e abilità per svolgere attività di programmazione di queste tecnologie. Al termine di questo percorso, previsto per l’inizio di agosto, i ragazzi avranno acquisito quelle competenze che delineano il profilo professionale di Programmatore di Robotica 4.0. e potranno quindi accedere al tirocinio nelle aziende partner per un periodo di tre mesi.

“Leggiamo spesso dei tanti ragazzi che non hanno le competenze richieste dalle imprese. Con questo progetto Confartigianato Vicenza dimostra che dopo i dati, le riflessioni e le analisi, bisogna passare ai fatti – commenta Riccardo Barbato, delegato all’Orientamento e ai rapporti con la scuola di Confartigianato Imprese Vicenza – fornendo ai giovani competenze specializzate e al tempo stesso reintegrabili in diversi contesti, dall’automazione allo sviluppo software in ambiti di produzione. Importante anche il contesto formativo in cui si svolgerà il percorso, ovvero il DIH Vicenza, spazio in cui i corsisti potranno effettuare esercitazioni pratiche a stretto contatto con i professionisti del Digital, ma anche osservare da vicino un contesto lavorativo nuovo, innovativo, e dinamico. Come imprenditori per noi è fondamentale poter contare su nuove risorse e su collaboratori che abbiamo una formazione adeguata per rispondere alle nuove richieste del mercato e in questo caso abbiamo voluto intercettare quella fascia di popolazione ed età che rischia di rimanere fuori dal mercato soprattutto per la mancanza di professionalità adeguate e spendibili”.

Conclude Barbato: “Con questo progetto quindi realizziamo molti obiettivi: ridurre le distanze tra formazione teorica e pratica, far incontrare offerta e domanda di lavoro fornendo ai giovani una preparazione concreta che facili l’inserimento in realtà produttive locali sostenendone il tessuto, proporre momenti di approfondimento in un’ottica anche di formazione continua che non si ferma né con la fine della scuola né con l’età, favorire processi di inclusione”.