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Settore alimentazione: aumenti dell’energia (a luglio +55%) e delle materie prime

Le imprese lavorano per mantenere i clienti, ma fino a quando? Garlani e Olivieri (Confartigianato): “Nel DL Aiuti va azzerata l’IVA per tutti i prodotti alimentari”

26 luglio 2022

“Adesso che il settore si stava rialzando, dopo un periodo difficile, c’è il rischio di una nuova caduta. Per qualcuno, forse, definitiva”. Parole di Ruggero Garlani e Oliviero Olivieri, presidenti rispettivamente dei panificatori e dei pasticceri – gelatieri di Confartigianato Imprese Vicenza.

Raccontano di un comparto che nel Vicentino conta 1.039 i laboratori artigiani (alimentari vari, birrifici, caseari, cioccolatieri, pasticceri e gelatieri, lavorazione carni, molitori, panificatori, pastai e ristorazione) per un totale di 5.334 addetti occupati.

IL DOPO PANDEMIA

“Dopo aver affrontato e superato il periodo di pandemia, in cui ricordo alcune delle nostre imprese hanno dovute abbassare le serrande per riaprirle poi con ‘accessi’ limitati e norme stringenti, ora stavamo recuperando – aggiunge Olivieri -. Questo grazie a una clientela, locale e non, che pone attenzione nell’importanza di consumare alimenti locali, di qualità, fatti con materie prime garantite, a km0, made in Italy, certificate”.

AUMENTO COSTI ENERGIA…

A preoccupare maggiormente le aziende del settore in primis è il rincaro del costo dell’energia: elettricità e gas. Dall’inizio dell’anno, infatti, anche per questo comparto i costi sono più che raddoppiati, e ora il CAEM, consorzio Confartigianato, nel solo mese di luglio (rispetto a giugno) stima un ulteriore +55% della materia prima energia.
Le attuali quotazioni dei prezzi alla borsa elettrica preannunciano, infatti, un forte incremento della bolletta elettrica nel mese di competenza luglio rispetto al mese precedente. Per dare un ordine di grandezza, se prendiamo ad esempio un’azienda che consuma circa 10.000 kWh in un mese, se sulla competenza di giugno (fattura ricevuta a metà/fine luglio) ha sostenuto un costo di 2.700 euro come spesa pura di vendita (senza comprendere le perdite di rete, il dispacciamento, le spese di trasporto, le spese per oneri, e le imposte), sui medesimi consumi è presumibile che a luglio (fattura che riceverà a metà/fine agosto) andrà a spendere 4.200-4.300 euro.

… E DELLE MATERIE PRIME

“A ciò si aggiunge, lo sa bene anche il consumatore, un aumento continuo dei prezzi delle materie prime: farina, burro, lieviti, olio, marmellate, cioccolato – prosegue Garlani -. Le conseguenze di questi progressivi e consistenti aumenti, che non possono essere solo e sempre scaricati sul prezzo al consumatore e che spesso vengono assorbiti direttamente dall’impresa, sono presto dette: difficoltà a mantenere gli attuali livelli occupazionali. Al momento molti stanno lavorando solo per non perdere i clienti. Ma fino a quanto potranno farlo? Ci sono imprese a concreto rischio chiusura. E l’autunno si preannuncia tutt’altro che facile”.
Il timore delle imprese è che a partire dai prodotti alimentari si scateni ulteriormente l’inflazione. “Al momento i rincari sono lievi e non si rinuncerà al prodotto di qualità artigiana che vuol dire anche salute – concludono i due presidenti –. Ma pure il cliente deve fare i conti con i costi dell’energia elettrica, benzina, caro vita, spese scolastiche e familiari, e quindi con ogni probabilità modificherà le proprie abitudini di spesa anche alimentare. Serve perciò un intervento sull’intera filiera, altrimenti a sopravvivere sarà solo la grande distribuzione”.

AUMENTARE AIUTI E ABBATTERE IVA

L’auspicio di Confartigianato quindi è da un lato proseguire, se possibile, aumentare i ristori per le bollette, rendendole meno pesanti per le aziende; dall’altro si confida nel DL Aiuti che, come anticipato dal Ministro Brunetta, potrebbe contenere l’azzeramento del 4% di Iva sui prodotti alimentari.