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ARTIGIANFIDI VICENZA: CON 17MILA SOCI E AFFIDAMENTI PER 360 MILIONI DI EURO UN PONTE FONDAMENTALE NELLA CRISI ATTUALE TRA AZIENDA E BANCA

26/03/2009ARTIGIANFIDI VICENZA: CON 17MILA SOCI E AFFIDAMENTI PER 360 MILIONI DI EURO UN PONTE FONDAMENTALE NELLA CRISI ATTUALE TRA AZIENDA E BANCA Se in tempi "normali" il credito rappresenta il motore dello sviluppo, in tempi di crisi come l'attuale esso diventa addirittura l'ossigeno che consente a molte imprese di sopravvivere – e quindi, per esempio, di mantenere la propria compagine occupazionale – in attesa che il peggio passi.Basta una considerazione come questa a porre ancor più in risalto il ruolo dei consorzi fidi nati nel tempo in seno alle organizzazioni di categoria, realtà che rappresentano un'autentica cinghia di trasmissione tra l'azienda bisognosa di finanziamento e la banca chiamata a concederlo, prestando la loro garanzia collettiva.In tale ambito, forte di una storia trentennale, ArtigianFidi Vicenza rappresenta una delle realtà di punta a livello nazionale nel campo dell'operatività a favore della piccola impresa con i suoi 17mila soci, le 7mila domande di finanziamento curate annualmente, un volume di affidamenti che nel 2008 ha raggiunto i 360 milioni di euro.Non stupisce, dunque, che all'inaugurazione della nuova sede operativa dell'organismo in via Fermi a Vicenza siano intervenuti due assessori regionali, quello all'Economia Vendemiano Sartor e quello al Bilancio Marialuisa Coppola, riconoscendo ad ArtigianFidi e al suo presidente, Mariano Miola, un ruolo di primo piano, così come ha del resto testimoniato anche la presenza di numerosi esponenti del sistema bancario, oltre che del presidente provinciale dell'Associazione Artigiani Giuseppe Sbalchiero.Un ruolo del quale si è poi diffusamente parlato nel corso del convegno "Economia e imprese: quale futuro?" che il responsabile dell'Ufficio Studi della Confartigianato nazionale, Enrico Quintavalle, ha provveduto a inquadrare nell'attuale congiuntura negativa. Attraverso una fitta serie di numeri, il relatore ha ricordato il calo della produzione e dell'export, il clima di sfiducia che penalizza consumi e investimenti e gli ulteriori problemi con i quali le aziende stanno facendo i conti, dai ritardi nei pagamenti (specie da parte delle amministrazioni pubbliche) al nodo cruciale di una evidente stretta creditizia accompagnata dalla pesantezza dei tassi e dei costi bancari.Si soffre, dunque, in attesa dell'uscita da un tunnel del quale, come ha ricordato il moderatore Luca Romano, ancora non si intravvede la fine. Ciononostante, ha esortato Quintavalle, occorre tener duro e guardare "oltre", a quando cioè si manifesterà quella ripresa dalla quale una provincia a vocazione manifatturiera come quella vicentina sarà favorita.Tornando al credito, un dato positivo  in questa fase comunque "nera" è rappresentato dal fatto che le nostre aziende intrattengono la maggior parte dei loro rapporti bancari con gli istituti attivi a livello locale, quelli con i quali c'è un effettivo rapporto di conoscenza e di dialogo. E qui, ovviamente, si torna all'importanza del "fare sistema" in ambito territoriale, di sostenere le imprese con una efficace partnership tra enti pubblici (a favore dei confidi nel Vicentino si sono attivate di recente la Camera di Commercio e la Provincia), associazioni di categoria e banche. A ricordare il ruolo e l'operatività di Veneto Sviluppo, la finanziaria della Regione, sono intervenuti al convegno l'amministratore Fiorenzo Sbabo e il dirigente Marco Zanetti, i quali hanno ricordato il campo d'azione dell'organismo, specie attraverso il meccanismo dei fondi di rotazione. Risorse sempre disponibili che nel 2008 hanno consentito operazioni di finanziamento per oltre 500 milioni di euro, risorse andate per il 40% proprio ad aziende artigiane.A ribadire l'impegno complessivo della Regione è stato poi Vittorio Scrocco, funzionario della Direzione Artigianato, il quale ha ricordato la prossima "iniezione di liquidità" nel sistema economico veneto di 80 milioni di euro. 35 di essi saranno rivolti ai confidi accreditati come intermediari finanziari (ex art. 107 del Testo Unico Bancario, come nel caso di ArtigianFidi Vicenza) per favorire proprio l'accesso al credito da parte delle piccole e medie imprese, gli altri 45 saranno destinati ad agevolare investimenti innovativi sempre da parte delle Pmi.Provvedimenti giudicati importanti e utili, che vanno però accompagnati, come ha ricordato il presidente di Confartigianato Veneto Claudio Miotto, da una velocizzazione delle procedure. «Per istituire una pratica con la richiesta di finanziamento – gli ha fatto eco il presidente ArtigianFidi Miola – i nostri uffici impiegano appena quattro giorni. Ma quando la inoltriamo alla banca, per la risposta possono  passare mesi. Le aziende, invece, hanno bisogno subito di quei soldi».