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ARTIGIANATO VICENTINO IN MARE APERTO. PRESENTATO IL RAPPORTO 2008 DELL’ASSOARTIGIANI: IL LAVORO VERO CONTRO L’ECONOMIA DI CARTA

22/10/2008ARTIGIANATO VICENTINO IN MARE APERTO. PRESENTATO IL RAPPORTO 2008 DELL'ASSOARTIGIANI: IL LAVORO VERO CONTRO L'ECONOMIA DI CARTAAnche se proviamo a condensarli in una estrema sintesi, sono importanti i numeri dell'artigianato vicentino così come li delinea il Rapporto 2008 elaborato dall'Ufficio Studi dell'Associazione Artigiani Confartigianato provinciale presentato nei giorni scorsi.Difatti, in questo settore obbligato a navigare, tra rischi e opportunità, nel "mare aperto" del mercato senza confini si produce 1/5 del PIL provinciale e trovano occupazione 86.000 persone; aumentano produzione e fatturato anche durante la crisi; si mantiene ancora una forte vocazione manifatturiera; sono in corso processi di selezione e riorganizzazione nel Made in Italy; tiene bene la meccanica, sono stabili i servizi, si raffredda l'edilizia; si rileva una tendenza al consolidamento della struttura d'impresa; aumenta l'età media della base imprenditoriale ma gli imprenditori sono reattivi e più ottimisti di quel che si crede.Scendendo un po' più nel dettaglio, notiamo che, come accennato poc'anzi, l'artigianato vicentino produce da solo circa il 20 per cento dell'intero PIL provinciale. Ha inoltre una salda e radicata tradizione "manifatturiera" (53%), sia pur oggi fortemente scossa dalla crisi internazionale.Cresce il numero di imprese artigiane negli ultimi tre anni – a fine 2007 il totale era di 26.937 aziende – e cresce più del resto delle imprese (+3.1%). Il saldo positivo è dato soprattutto dall'aumento di imprese delle costruzioni, mentre si ridimensiona la manifattura e sono abbastanza stabili i servizi.Le imprese più strutturate sembrano resistere meglio ai venti della crisi: si registra un aumento della dimensione media delle imprese artigiane con dipendenti (4,8 unità per azienda in media) che sono pari a circa il 40% del totale.Inoltre, l'artigianato vicentino è fatto di persone ma anche di organizzazione: se oltre 10.000 imprenditori lavorano da soli, si registra un notevole aumento delle imprese che scelgono la forma giuridica della società di capitali (+53% in 3 anni).Che aumenti il fatturato complessivo prodotto dall'artigianato, è dimostrazione di solidità anche in uno scenario di rallentamento generale. e un buon auspicio per il futuro. Qualche difficoltà invece si registra sul fronte dell'occupazione: si produce, ma al prezzo di una pressione competitiva crescente che costringe a una razionalizzazione dei costi, nonché a un assottigliamento dei margini di profitto. Guardando ad alcuni settori, molto positiva è la performance della meccanica, vero traino dell'economia vicentina, mentre si raffredda dopo anni di espansione la congiuntura delle imprese delle costruzioni.Infine, aumenta l'età media degli imprenditori vicentini, oggi sui 44 anni, mentre il 33,6% sono quelli al di sotto dei 40: una situazione su cui riflettere per affrontare con le dovute energie le sfide del mercato senza confini considerando che la percentuale di imprese interessate al cambio generazionale sono il 33%. A VICENZA L'ARTIGIANATO NON MOLLA: LA MANIFATTURA BATTE SEMPRE L'ECONOMIA FATTA SOLO DI MONETAIl valore aggiunto delle imprese manifatturiere vicentine è pari a 8.202 milioni di euro, il 14,9% superiore ai 7.136 milioni di valore aggiunto del settore del credito nella provincia di Milano, la piazza finanziaria per eccellenza che realizza il maggiore valore aggiunto in questo settore.Lo attesta una elaborazione dell'Ufficio Studi Confartigianato su dati dell'Istituto Tagliacarne.Ancora, il valore aggiunto del comparto manifatturiero della provincia di Vicenza (8.202 Mln di euro) è pressoché equivalente a quello delle imprese manifatturiere di Slovenia e Lituania messe insieme (8.337 Mln di euro) secondo un'altra  elaborazione dell'Ufficio Studi Confartigianato, stavolta su dati Istat ed Eurostat.E poi c'è un significativo record: Vicenza è la provincia italiana con il più alto rapporto tra valore aggiunto prodotto da manifatturiero e quello prodotto dall'intermediazione monetaria e finanziaria e attività immobiliari. A Vicenza il rapporto è di 1,60, seguono Mantova con 1,55, Lecco con 1,53 e Belluno con 1,51.L'elaborazione dell'Ufficio Studi Confartigianato su dati Istat relativi al 2005 rivela che nel novero delle province italiane di questa "classifica" seguono, dal quinto posto in poi, Chieti, Bergamo, Reggio Emilia, Modena, Teramo, Varese, Brescia, Cremona, Treviso, Pordenone, Como.Sintesi dati