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ANAP DEL VENETO: SEMINARIO SULLA MEDIAZIONE

Le novità sulla mediazione civile sono state oggetto di un approfondimento e una riflessione da parte del Direttivo dell’ANAP del Veneto con il supporto dell’avv. Andrea Galtarossa dell’Ufficio Legislativo della Confartigianato Imprese del Veneto. Numerose le domande che hanno riguardato molti aspetti pratici e circostanziali a cui è stata data puntuale risposta. La mediazione civile, infatti, è una pratica in verità non nota anche se fino ad ora a carattere volontario e perciò abbastanza circoscritto.

 

Le Camere di Commercio da tempo propongono servizi di conciliazione e arbitrato in alternativa alla giustizia civile ordinaria, con qualche risultato.
Ora l’obbligatorietà introdotta per alcune rilevanti materie (es. dai diritti reali – leggasi distanze nelle costruzioni, usufrutto e servitù di passaggio ecc. – alle successioni ereditarie e ai patti di famiglia, dalla locazione all’affitto di azienda ed anche al risarcimento danni da responsabilità medica) pone l’Istituto della mediazione su un piano diverso, più interessante, nonostante il rinvio della obbligatorietà al marzo 2012 per le controversie in materia di condominio e risarcimento del danno derivante dalla circolazione di veicoli e natanti.
Vari Organismi dell’Avvocatura hanno manifestato ampie perplessità sull’istituto, impugnando la normativa che ora è al vaglio della Corte Costituzionale.  
A dispetto di ciò, ANAP/Confartigianato seguirà con attenzione l’iter del procedimento informando puntualmente dell’evoluzione normativa fino al suo perfezionamento.
Da un’indagine sulla efficienza della giustizia civile svolta in 180 Paesi del Mondo risulta che l’Italia è tra gli ultimi Paesi dopo il Gabon, piccola repubblica dell’Africa Centrale.  
A differenza di altri servizi che in Italia funzionano male ma almeno funzionano, la giustizia civile ha tempi così lunghi che l’impressione generale è che non funzioni affatto.
Un italiano si lamenta della sanità, ma comunque se finisce all’ospedale ha una ragionevole aspettativa di essere curato. Ha invece definitivamente rinunciato a ricevere giustizia.

La giustizia negata
Al di là delle spaventose statistiche ufficiali (che solo di recente hanno incominciato a interessare i media e l’opinione pubblica), l’elemento  più grave, peraltro noto da tempo, è proprio la percezione diffusa che una causa civile possa durare all’infinito. E che quindi il sistema della giustizia civile fallisca nel suo obiettivo più importante: dare ai cittadini la certezza che in Italia le regole si possono fare rispettare.
Nel 2008 Doing business della World Bank analizzava la “durata di un processo-tipo commerciale” (“causa per il recupero di una somma in una lite tra due imprenditori”) e faceva una classifica dei tempi nei vari paesi. L’Italia risulta al centocinquantaseiesimo posto sui 181 Stati analizzati, dopo il Gabon e prima di Gibuti. Precediamo l’Afghanistan e Timor Est, che purtroppo hanno altre priorità.
La situazione sta peggiorando: nel 2007 eravamo al centocinquantaquattresimo posto e dal 1995 i tempi italiani sono più che raddoppiati.
Il dato trova riscontro nella realtà perché gli italiani nel momento in cui si accingono ad intentare una causa civile sanno che dovranno armarsi di molta pazienza prima di avere soddisfazione. Cause che durano 10 anni è oltre sono quasi una normalità temporale in Italia.
Ecco il motivo alla base dell’introduzione della Mediazione civile.  
Scorrendo gli ambiti in cui è obbligatorio il ricorso alla mediazione ci si chiede cosa resta fuori, tanto è vasta la casistica.  
Il provvedimento quindi è destinato a segnare profondamente la giustizia civile in Italia anche dopo eventuali sistemazioni e adeguamenti della normativa.
Per capire l’impatto della legge basta sapere che dal 21 Marzo di quest’anno, limitatamente a quanto è soggetto alla mediazione civile, l’avvocato a cui ci si rivolge ha l’obbligo di informare per iscritto il suo cliente della possibilità di ricorrervi e facendosi firmare una presa d’atto. Inoltre, il giudice può invitare le parte ad intraprendere un percorso di mediazione; l’invito potrà essere fatto in qualunque momento della causa ed anche in appello, purché prima dell’udienza di precisazione delle conclusioni ovvero, quando tale udienza non è prevista, prima della discussione della causa.  
Infine a dispetto dei tempi della giustizia civile ordinaria, la normativa prevede che la mediazione debba concludersi in 4 mesi e con costi decisamente inferiori a qualsiasi altro procedimento giudiziario.