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Adattare gli spazi domestici alla vita dell’anziano. I consigli di ANAP

Preoccuparsi dell’abitare del domani si fonda su un dato noto: la componente anziana della popolazione è in costante aumento, con i conseguenti e crescenti bisogni di assistenza.

ANAP Vicenza, l’associazione dei pensionati Confartigianato, a partire da tale scenario sta pensando ai “futuri possibili” e alle trasformazioni che riguardano anche quanti andranno in pensione tra qualche anno. La transizione demografica e la longevità, infatti, costituiscono un importante cambiamento che caratterizza lo scenario italiano presente e futuro. Nel 2050 gli “over 60” raddoppieranno: l’Italia vedrà una significativa riduzione del numero di residenti e gli “over 65” rappresenteranno il 35% della popolazione. Un aumento così impattante della classe dei “senior” comporta il ripensamento delle politiche per attivare processi di accompagnamento e impulso verso l’invecchiamento attivo e lo sviluppo di servizi in grado di garantire più anni in salute. Gli scenari prevedono, inoltre, un aumento del numero di persone destinate a vivere sole: nel 2040 saranno 10,3 milioni (nel 2020 erano 8,6 milioni). In questo contesto, uno dei temi cardine è quello dell’abitazione: da alcuni anni, ANAP Vicenza ha approfondito – con l’ausilio di esperti di progettazione, domotica, professionisti sociosanitari e docenti universitari – il “come” deve adattarsi la casa in funzione dei bisogni che cambiano nelle diverse fasi di vita.

I PROGETTI E LE PROPOSTE

L’impegno di ANAP
L’accessibilità è il requisito cardine per potere vivere in autonomia. ANAP del Veneto, insieme alla Confartigianato regionale, ha sviluppato il progetto “Nostradomus” che si è proposto di affrontare il tema dell’invecchiamento a casa, per mettere in evidenza l’importanza di progettare e adeguare le abitazioni ai bisogni che cambiano nelle diverse fasi di vita. Ciò non significa solo abbattere le barriere architettoniche e migliorare l’accessibilità, problemi che si riscontrano in molte abitazioni, ma anche adeguare gli spazi interni e sfruttare le nuove tecnologie per rendere le residenze più funzionali e sicure in presenza di fragilità. Il progetto non si è rivolto solo agli anziani di oggi, ma pensa anche a quelli di domani, e vuole coinvolgere le imprese del Settore Casa per ottenere un impatto territoriale duraturo e di vasto respiro.
ANAP ricorda anche il progetto Fatto Apposta, a suo tempo primo esempio italiano del genere che, sulla scorta dei suggerimenti e delle necessità evidenziate dall’Ulss ha coinvolti, ognuno secondo le proprie specificità e in piena autonomia, architetti, geometri e aziende artigiane. (https://www.confartigianatovicenza.it/nasce-fatto-apposta-primo-esempio-italiano-per-labitare-del-futuro-promosso-da-confartigianato-vicenza/). 

Ripensare la propria abitazione quando si è un po’ più in là con gli anni vuol dire infatti coinvolgere anche una serie di maestranze artigiane del settore Edile e del Sistema Casa in generale, andando quindi anche a evitare nuova cementificazione da un lato, e attivare una serie di accorgimenti che permettono confort e risparmio, quindi intervenire con un’ottica di sostenibilità. 

Per questi motivi, tutti i soci ANAP del Veneto hanno ricevuto la guida Casa Amica, che offre pratici consigli per adattare gli spazi domestici all’invecchiamento: https://www.confartigianatovicenza.it/aiutare-anziani-in-casa-guida-anap/

Il convegno di Marano Vicentino

La “casa delle generazioni” è stato inoltre il tema centrale di un convegno di ANAP Vicenza, ospitato a Marano Vicentino durante la Mostra. In quell’occasione sono state proposte esperienze collaudate in alcuni Paesi europei (ad esempio in Olanda) di convivenza intergenerazionale, strutture che consentano agli anziani di vivere restando più possibili attivi e mantenendo la propria autonomia, convivendo magari con giovani o famiglie con le quali interagire. In pratica, ANAP propone la revisione dell’attuale modello di residenzialità in direzione inclusiva, guardando alle esperienze internazionali di coabitazione e integrazione di servizi di assistenza di comunità.

Gli interventi

In apertura Severino Pellizzari, presidente ANAP Vicenza, ha lanciato il messaggio della “casa delle generazioni”, sulla base di esperimenti abitativi avviati in Nord Europa: case che si adattano alle esigenze differenziate e individuali, mantenendo attività e funzioni comuni. 

Marcella Gabbiani, architetto esperta di “Design for All”, ha presentato alcuni esempi e modelli internazionali di progettazione in una logica inclusiva, che mettono al centro la condivisione di spazi e luoghi di vita in una dimensione multigenerazionale, riproducendo la spontaneità delle dinamiche sociali che normalmente avvengono nei palazzi e nei quartieri in cui vivono le persone.

Silvia De Rizzo, Direttore del Centro Servizi Sociali Villa Serena di Valdagno, Trissino e Recoaro Terme, ha illustrato alcune soluzioni abitative per gli anziani viste in Olanda e in Belgio durante viaggi studio effettuati nel 2018 e 2019, integrate con riflessioni rispetto alla situazione attuale nel nostro Paese e alle azioni che sono state intraprese o possono essere messe in campo. 

Erika Borella, docente ordinariodi Psicologia dell’Invecchiamento, responsabile del Servizio di Psicologia dell’Invecchiamento e della Longevità dell’Università di Padova, ha imperniato il suo intervento sulla relazione tra la qualità di vita della persona e l’ambiente di vita e di cura. 

Secondo la prof.ssa Borella, l’ambiente riveste un ruolo cruciale, permettendoci di soddisfare i nostri bisogni primari, di sopravvivenza (ad es. mangiare, dormire) e affettivi. Con l’avanzare dell’età, però, vi sono cambiamenti a livello motorio, sensoriale (vista e udito) e anche delle abilità mentali (come memoria, attenzione) che comportano una relativa diminuzione delle capacità di usufruire efficacemente dell’ambiente. Modificando l’ambiente di vita, anche scegliendo nuove soluzioni abitative che possano assicurare scambio intergenerazionale e limitare la solitudine, si viene a ristabilire un equilibrio tra “quello che posso fare” e quello “che l’ambiente mi permette di fare”, favorendo qualità di vita e benessere psicologico.

Marco Trabucchi, noto specialista in Psichiatria, già professore ordinario di Neuropsicofarmacologia nell’Università di Roma Tor Vergata e presidente dell’Associazione Italiana di Psicogeriatria, ha così concluso l’incontro: “La collettività ha il dovere di interessarsi al modo di abitare dell’anziano. È necessario realizzare progetti di assistenza intermedia tra la casa e l’istituzione, come il “cohousing” o la residenzialità leggera. Queste soluzioni, purtroppo, non sono ancora abbastanza diffuse perché richiedono poco “hardware” (i muri) e più impegno “soft”, affettivo, organizzativo, di accompagnamento, non sempre facile da individuare nelle pieghe del nostro sistema di welfare”. (da “Io sono la solitudine”).

ANAP Vicenza,in definitiva, vuole lanciare un messaggio, rivolgendosi ai futuri anziani, provando a superare gli attuali modelli di residenzialità in modo innovativo, prendendo spunto da esempi virtuosi: solo una comunità che collabora e dialoga potrà fare fronte alle nuove sfide che l’invecchiamento demografico pone.