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Export manifatturiero vicentino in ripresa

Crescono le esportazioni verso i mercati europei: +0,6% nei primi 9 mesi del 2025

Buone notizie sul versante export manifatturiero vicentino che è in ripresa. Rallenta, infatti, la flessione nei primi 9 mesi del 2025 assestata a -0,4% rispetto allo stesso periodo del 2024, variazione in netto miglioramento rispetto al -1,7% registrato nel 2024. È la prima evidenza che emerge dal rapporto realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Vicenza che fotografa periodicamente lo stato di salute delle esportazioni beriche. Non solo Vicenza, anche a livello regionale si rileva un miglioramento della dinamica, anche se più attenuato: nei primi 9 mesi del 2025 si registra un calo dell’export manifatturiero pari a -1,3% contro il -1,8% del 2024.
Tra le altre province venete sono ancora in calo Venezia (-13,2%) e Rovigo (-5,4%), entrambe con contrazioni più intense rispetto alla dinamica del 2024. Più contenute le flessioni a Treviso (-1,7%), Belluno (-0,6%) e, appunto, Vicenza (-0,4%), mentre registrano una crescita dell’export Padova (+0,9%) e Verona (+1,2%).

L’export dei settori a maggior concentrazione di micro e piccole imprese (MPI) è sostanzialmente stabile, registrando una variazione pari a +0,1% nei primi nove mesi del 2025, a fronte del -1,1% del 2024. In particolare, si rileva una crescita per la Gioielleria e i Prodotti alimentari che segnano entrambi un +5,1% nei primi nove mesi dell’anno. In calo, invece, le vendite all’estero di Mobili (-6,3%) e Articoli in pelle (-4,6%). Flessioni, ma in forte rallentamento, anche per l’export di Articoli di abbigliamento (-1,6%) e Prodotti in metallo (-1,4%).

Tra gli altri settori, si rilevano crescite delle vendite per Autoveicoli, rimorchi e semirimorchi (+19,9%), Prodotti farmaceutici di base e preparati (+4,0%), Prodotti della metallurgia (+1,1%), Apparecchiature elettriche e non per uso domestico (+0,9%) e Prodotti chimici (+0,7%). Stabili i Macchinari e apparecchiature, primo settore del made in Vicenza. In forte calo l’export di Computer e prodotti di elettronica e ottica
(-27,8%), più contenute, invece, le flessioni di Carta e prodotti in carta e Articoli in gomma e materie plastiche (entrambi -2,0%).

Quanto alle rotte che prendono i prodotti vicentini, ancora in flessione, ma in forte attenuazione, le vendite verso i primi 3 partner commerciali di Vicenza: l’export verso gli Stati Uniti d’America segna un -1,5%, contro il -5,0% del 2024 e leggere contrazioni si rilevano verso Germania (-0,3%, contro -10,6% del 2024) e Francia (-0,2% contro -2,4% del 2024). Tra gli altri principali mercati di destinazione, le maggiori flessioni si osservano per l’export verso Cina (-17,2%), Turchia (-12,4%) e Repubblica Ceca (-9,1%).
L’Ufficio Studi evidenzia però che rilevano anche molti mercati in espansione: l’export vicentino verso gli Emirati Arabi Uniti segna un +21,5%, verso Polonia +8,7%, in Austria +4,6%, in Spagna +4,0%, in Svizzera +3,9% e verso i Paesi Bassi +1,4%.
Bene anche le esportazioni manifatturiere vicentine verso i mercati europei in netta ripresa: +0,6% nei primi 9 mesi del 2025, in ripresa rispetto il -4,2% registrato nel 2024. Risultano in calo, invece, le esportazioni verso i mercati extra UE con una flessione del -1,5%, contro il +0,8% del 2024.

“I dati sin qui rilevati ci prospettano una chiusura del 2025 in risalita. Risultati che vengono in un anno difficile per tanti motivi e caratterizzato da un’incertezza che rischiava di paralizzare. Le nostre imprese invece hanno saputo impiegare il ‘tempo d’attesa’ in modo proficuo investendo in formazione, innovazione, ricerca e cura del prodotto. E i risultati sono arrivati – commenta il presidente di Confartigianato Imprese Vicenza, Gianluca Cavion-. Fondamentale poi aver capito subito che, fermi molti mercati storicamente di sbocco per le produzioni vicentine, andavano riviste le rotte di destinazione. L’intensa attività del nostro Ufficio Internazionalizzazione si sviluppa sia attraverso missioni esplorative, le più recenti in Vietnam e Colombia, sia tramite l’attivazione di desk operativi all’estero, punti di riferimento fondamentali per supportare le nostre imprese in mercati dove il Made in Italy trova concrete opportunità di sviluppo. In questo contesto si inseriscono i desk di Guatemala e Colombia, ai quali da quest’anno si sono affiancati quelli in Sud Africa e Canada, accanto ai desk storici attivi in Cina e Russia. Ma quello che più ci apre scenari importanti è il mercato europeo. Lo abbiamo spesso detto: l’Europa è un mercato ampio e ricettivo e non possiamo permettere che siano solo realtà più lontane a intercettarlo”.