L’importanza della “silver economy” 2025
Pellizzari (Presidente Anap Veneto) e Menicacci (Segretario Nazionale Anap) inquadrano necessità e vantaggi

ANZIANI:
DALLE PAROLE AI FATTI
Severino Pellizzari
Presidente ANAP Veneto
Gli scenari, i cosiddetti macrotrend, sono ormai noti: la società invecchia velocemente, ce lo dicono tutti gli analisti. I demografi ne parlano da decine di anni, senza essere ascoltati.
Nel prossimo futuro, il numero degli ottantenni raddoppierà, mentre continua incessantemente a calare il numero delle nascite.
Gli studi, le molte analisi sono concordi e disegnano un futuro abbastanza certo. Nessuno potrà dire che non sapeva.
Se lo scenario è noto, a nostro parere chi deve mettere in campo politiche idonee sembra dormire sonni troppo tranquilli.
La politica segna un passo troppo lento: si fanno leggi che tamponano criticità odierne, si rimanda, si risponde in modo reattivo, quando c’è bisogno di essere proattivi.
Chiediamo un cambio di passo. Bisogna agire velocemente. Non c’è tempo per nuove commissioni, nuove analisi, decreti, piani attuativi e burocrazia che abbisogna di sperimentazioni.
Chiediamo alla politica di fare scelte lungimiranti, di lungo respiro, che assicurino qualità della vita e sostegno reale agli anziani e alle loro famiglie.
Una società moderna deve porre attenzione agli anziani e pensionati: questi hanno costruito il benessere collettivo e rivestono un ruolo importante a sostegno delle famiglie.
ANAP chiede al Governo di rendere operativo il decreto sulla NON AUTOSUFFICIENZA. Non si può attendere ancora. L’approvazione di piani per l’invecchiamento attivo e la non autosufficienza è inderogabile.
ANAP è impegnata a favorire una cultura della persona anziana come risorsa, promuovendo iniziative che favoriscano la socializzazione e l’inclusione.
Forti di questa nostra esperienza, chiediamo a gran voce di agire ai vari livelli (nazionale, regionale, territoriale) con norme e programmi capaci di migliorare la qualità della vita delle persone anziane.
È ora che lo slogan tanto usato, “la persona al centro”, sia tradotto in azioni inclusive e di valorizzazione della dignità della persona anziana. Dobbiamo passare ai fatti, trovando formule moderne per recuperare fondi per realizzare attività. Dobbiamo copiare dai migliori, anche guardando a quel che fanno in Europa. Bisogna cambiare registro. Bisogna cominciare
Non dobbiamo rassegnarci alle cose che non si fanno; il Governo deve tagliare i costi non necessari e finanziare degnamente le politiche del welfare e della sanità.
Noi siamo pronti a fare la nostra parte, tutelando e a rappresentando i tanti anziani e pensionati che si rivolgono ai nostri servizi.

TRA SOGNI, BISOGNI
E TUTELA DEGLI INTERESSI
Fabio Menicacci
Segretario Nazionale ANAP
La Silver Economy e la Longevity Economy rappresentano una visione positiva dell’invecchiamento della popolazione, riconoscendo che le persone vivono più a lungo e in salute. La vita dell’investitore non termina con la pensione, ma continua come risparmiatore, consumatore e soggetto economico che ricorre alle risorse accumulate, investendo di fatto in longevità. Non si tratta semplicemente di un gruppo che necessita di servizi, ma la popolazione anziana può continuare a partecipare a pieno titolo all’economia, aprendo nuove opportunità e prospettive in vari settori, come media, cultura, urbanistica e servizi sanitari. Molti problemi passati sono stati attribuiti a un quadro istituzionale e legale inadeguato e troppo rigido per comprendere la complessità dell’invecchiare in senso economico e sociale. Per questo, l’invecchiamento della popolazione dovrebbe diventare un obiettivo di ricerca anche a livello europeo, inteso come una sfida e non come una minaccia.
Riconosciamo nella società i cosiddetti Longennials: over 60/65 in buone condizioni di salute ed economiche, che non rientrano più nella categoria degli “anziani” o della terza età. Questa nuova fascia sociale è composta da consumatori attivi, anche spenditori, che viaggiano molto, danno fondamentale importanza al fattore sanitario e non disdegnano investimenti finanziari; anche il mercato immobiliare offre nuove opportunità di spesa. Grazie alla prospettiva di poter vivere anche oltre 30 anni dopo il pensionamento, la longevity economy è ormai parte della nostra quotidianità.
Un primo settore chiave è L’Abitare. Ripensare gli spazi alla luce della sostenibilità porta alla transizione ecologica, evitando nuove costruzioni e riconvertendo stabili abbandonati, il che genererebbe lavoro per artigiani di diverse categorie merceologiche e per molti servizi. Intorno ad una struttura abitativa si sviluppa una piccola grande economia, fatta di interventi strutturali o decorativi, servizi e cura degli abitanti. Lo stesso vale per le zone Turistiche, dove una ristrutturazione che tenga conto delle esigenze degli over 65 rappresenterebbe una spinta per l’economia e una maggiore opportunità per i silver tourist. La Commissione Europea prevede 140 milioni di turisti over 60 in Europa nel 2030; sono i “baby boomers”, la generazione di pensionati più ricca che predilige viaggi domestici, spesso organizzati tramite agenzie o associazioni. Questo allarga significativamente le possibilità di lavoro e crescita per l’artigianato e la piccola e media impresa, ad esempio nell’organizzazione di reti di B&B, nel recupero di strutture ricettive, nella scoperta del food italiano e nella valorizzazione delle botteghe storiche come testimoni del territorio e dei mestieri. Si ritiene opportuno ripetere l’esperienza dei “buoni vacanza” non solo per i lavoratori attivi, ma anche per la terza età, buoni vacanza che possono trovare spazio anche nel Welfare Aziendale.
Nel settore Lavoro, l’invecchiamento attivo e in salute può aumentare la produttività e l’occupazione, combattendo gli stereotipi come l’ageismo, dato che lavoratori giovani e anziani non sono in competizione. La longevità non deve tradursi in un costo, ma in un’ottima opportunità di crescita e investimenti per il Paese, con ricadute positive sull’occupazione e nei servizi, nelle attività commerciali e produttive dedicate, così come per il mondo della finanza. È fondamentale concentrarsi sulla pratica della trasmissione d’impresa, preparandosi alla successione e pensando alla rigenerazione strategica. Bilanciando le fasi strategiche con quelle operative è possibile garantire un futuro all’azienda.
La Sanità e il supporto medico sono valori europei che si collegano anche al mercato del lavoro, divenuto una possibilità concreta per gli over 65. Esistono campi ancora inesplorati, come l’infermieristica robotica, nel quale l’Italia è leader grazie all’avanguardia nella robotica. Questo rappresenta un potenziale di crescita per le aziende e le imprese, anche medio-piccole, con l’indotto in termini di lavorazioni e materie prime. Tuttavia, il settore dell’assistenza a lungo termine fatica a soddisfare le esigenze dei molti cittadini anziani, in particolare quelli a basso reddito, con una spesa pubblica che non tiene il passo con la domanda.
Per quanto riguarda il Socio Sanitario e Sociale, l’integrazione dei servizi di area sanitaria con quelli prettamente sociali e misti socio-sanitari è una strategia irrinunciabile. Il bisogno dell’anziano è generalmente composto da più aspetti che richiedono una valutazione multifattoriale e una risposta armonica complessiva e di rete, principio ribadito dalla legge n. 33/2023. Vanno sostenuti e sviluppati i Servizi Residenziali (RSA, Case protette e Case Famiglia), assicurando un’adeguata politica di sostegno sui costi delle rette e di controllo sulle condizioni effettive di trattamento degli ospiti. Per il mantenimento della persona al proprio domicilio, si sottolinea l’importanza dell’Assistenza Domiciliare, dei Centri diurni e dell’Infermiere di quartiere.
Per la Non Autosufficienza, il sostegno alla domiciliarità deve essere potenziato con adeguati servizi di supporto ai caregiver familiari. La telemedicina e la teleassistenza sono di aiuto alla domiciliarità delle persone parzialmente o totalmente non autosufficienti. In questa direzione, vanno potenziati anche i contributi per la domotica e l’abbattimento delle barriere architettoniche. È cruciale che il Governo renda presto e bene operativo il decreto sulla NON AUTOSUFFICIENZA. Le famiglie ricorrono sempre più a lavoratori informali e personale non dichiarato; si evidenzia che più di un terzo delle badanti nell’UE fa parte del “settore sommerso”. La maggior parte delle cure fornite è svolta dalle cosiddette “assistenti informali”, prevalentemente familiari donne e lavoratori migranti non dichiarati, che potrebbero invece accedere tramite percorsi di migrazione regolare.
Nelle Aree interne svantaggiate e per il disagio sociale, il presidio del territorio e il contrasto allo spopolamento, soprattutto nelle zone montuose, è strettamente connesso alle azioni di supporto alle popolazioni residenti. Devono essere mantenuti e garantiti sul posto i servizi alla persona essenziali (Medici di medicina generale, presidi sanitari per le cure primarie, Pronto Soccorso, Guardie Mediche, ecc.). Va facilitato per le persone anziane l’accesso alle competenze digitali, con il potenziamento di sportelli fisici o coinvolgimento intergenerazionale, affinché l’informatica non sia causa di esclusione dai diritti fondamentali. La sicurezza personale, fisica e psicologica, dell’anziano sia a casa che negli spazi pubblici deve essere tutelata.
Riguardo all’Invecchiamento Attivo, molte Regioni, dopo le “Conferenze Regionali”, hanno riconosciuto la necessità di avere al più presto una legge specifica o di implementare quelle esistenti. Il Governo ha presentato un interessante “Relazione ponte verso il primo piano nazionale per l’invecchiamento attivo, l’inclusione sociale e la prevenzione delle fragilità nella popolazione”. Il confronto deve promuovere iniziative che impegnino Istituzioni, Servizi Locali, associazioni di volontariato e singoli privati. Le attività a favore dell’invecchiamento attivo vedono sempre più coinvolte le associazioni di volontariato; merita una riflessione approfondita il fenomeno, sempre più diffuso, della solitudine degli anziani, che riflette dinamiche sociali complesse. In conclusione, l’aumento della popolazione anziana è una sfida che richiede una riflessione sulla sostenibilità dei sistemi di welfare, delle politiche pensionistiche e delle strutture di assistenza a lungo termine. Le società devono adattarsi a queste dinamiche demografiche e trovare soluzioni adeguate. Poiché ad oggi non sono sviluppate misure in tal senso, è necessario pensare per tempo a forme di accumulo o assicurative che coprano questi bisogni in vecchiaia, non dimenticando forme nuove come il Welfare aziendale o la nascita di un apposito istituto mutualistico a cui potrebbero accedere gli over 65.