Vicenza “amica dei giovani”. La città risulta infatti tra le prime tre realtà provinciali italiane che offrono ai giovani un habitat con le condizioni migliori per lavorare e per fare impresa.
Con 743 punti, Vicenza è dietro solo a Cuneo (indice pari a 771 punti) e Bergamo (756 punti), seguono Lecco e Treviso (entrambe con 739 punti). Tutto ciò emerge dal report elaborato dall’Ufficio Studi nazionale di Confartigianato in occasione dell’annuale Convention Giovani Imprenditori: l’indice misura le condizioni di contesto sulla base di tredici indicatori, tra cui: il tasso di occupazione “under 35”, la presenza di giovani imprenditori, la collaborazione scuola-imprese, la diffusione dell’Apprendistato e il saldo migratorio dei giovani verso l’estero o altre regioni.
Vicenza è 1° in Italia per domanda di lavoro da parte delle imprese di giovani “under 30” (con il 35,6% sulle entrate totali previste, mentre 28,7% è il dato nazionale); 2° in Italia con 15,6% di imprese con Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (PCTO), mentre il dato nazionale è del 7,2%, e 3° per minor presenza di giovani che non studiano e non lavorano, i cosiddetti “Neet” (con un 11,9%, mentre la media nazionale è del 23,1%).
Osserva al proposito il presidente di Confartigianato Vicenza, Gianluca Cavion: “Che Vicenza si piazzi al 3° posto in Italia quale provincia ‘youth-friendly’, ovvero ‘amica delle nuove generazioni’, non può che renderci orgogliosi, per tanti motivi. Il primo è sicuramente quello di constatare che giovani sono pronti ad assumersi la responsabilità di avviare un’impresa, dimostrando attenzione verso la comunità di riferimento, la valorizzazione del territorio e delle sue eccellenze. Altra considerazione è che fare l’artigiano ha ancora molti aspetti di attrazione, tra cui l’indipendenza e la creatività; lo dimostra il fatto che il 32,8% delle imprese giovanili attive nella nostra provincia (che sono 5.618) è iscritta all’Albo Imprese Artigiane, quando la media nazionale si ferma invece al 23,6% e quella regionale al 30,4%”.
Aggiunge Alberto Facchin, presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato Vicenza: “C’è anche da considerare che i nuovi trend sono tecnologia e sostenibilità, ambiti in cui molti giovani si formano e investono. Altro elemento che favorisce ‘l’ambiente imprenditoriale e lavorativo’ nella nostra Regione, e nel Vicentino, sono le scuole come istituti professionali, tecnici, ITS (Istituti Tecnici Superiori) e Università: tutti offrono percorsi di studi che forniscono competenze e preparano professionalità, confermando l’importanza del rapporto tra scuola e mondo del lavoro, poiché spesso programmi, lezioni e laboratori sono studiati e realizzati con esperti imprenditori”.
Nonostante i valori assoluti, però, l’incidenza di imprese giovanili sul totale in provincia si ferma al 7%, sotto la media nazionale (8,7%). Seppur di poco, infatti, Vicenza si trova verso la parte bassa della classifica italiana per quota di imprese gestite da “under 35”(90° posizione) e per peso imprese nate negli ultimi 5 anni (70° posizione, con quota pari a 21,6%, mentre il dato nazionale è del 23,6% ). Dati che vanno letti tenendo conto degli ostacoli che trova sulla propria strada chi decide di mettersi in proprio.
Sottolinea al proposito Facchin: “Al di là di un oggettivo calo demografico, non si possono dimenticare le problematiche legate alle tempistiche per l’avvio di un’impresa, alla difficoltà del passaggio generazionale, ai costi in lievitazione che riducono i guadagni. Ma, soprattutto, a frenare la voglia di fare impresa sono una burocrazia e un fisco che non permettono i giusti margini per il ‘rischio d’impresa’; di conseguenza, molti giovani virano su un lavoro dipendente, che risulta maggiormente sicuro a parità di compenso, pur con i limiti del caso. Sono tutti aspetti sui quali Confartigianato propone momenti di approfondimento e riflessione, ma anche eventi formativi, servizi di accompagnamento e supporto: ad esempio per accedere a bandi e incentivi dedicati, o per l’accesso al credito, nonché percorsi di formazione sui diversi aspetti legati al fare impresa, come quelli manageriali, di gestione del personale, o legati all’aggiornamento delle diverse normative. Senza dimenticare i nostri Hub: quello dedicato alle nuove tecnologie e al digitale, e quello che ha come focus la Sostenibilità”.
Quanto ai giovani “Neet”, secondo Facchin “realtà imprenditoriali come Confartigianato devono agire su due fronti: sostenere i giovani che fanno impresa, quindi il lavoro e l’occupazione, e intercettare quella fetta di loro coetanei che non lavorano e non studiano. In un contesto in cui, come detto, l’aspetto demografico assumerà sempre più peso, i giovani inattivi sono una risorsa che va attivata anche attraverso politiche regionali e nazionali studiate ad hoc”.
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