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Tempo di Welfare: conciliare lavoro e famiglia

Migliorare la vita tra lavoro e famiglia: tanti e nuovi strumenti sempre più interessanti. Per tutti

Sconti fiscali per le imprese, bonus per i lavoratori da impiegare a favore dei figli (a cominciare dalla scuola), o per la sanità, per le bollette, per l’assistenza agli anziani, fino alla Previdenza complementare. È vasto il campo in cui spazia il cosiddetto Welfare Aziendale, una materia che vede il mondo economico trasformarsi in un vero e proprio attore sociale. Alla radice di tale tendenza sta una considerazione da sempre valida: poter “stare bene” sul posto di lavoro – ovvero in una situazione che consenta qualche beneficio oltre la busta paga, di armonizzare gli orari con gli impegni di famiglia, di vivere una realtà in cui certe esigenze personali possono trovare soluzione condivisa – aiuta a lavorare meglio. Aiuta a creare un clima più “familiare” anche fuori casa. 

Oggi, la legislazione prevede vari strumenti da utilizzare. E, nella nostra regione, Confartigianato non solo è tra i soggetti ufficialmente riconosciuti a livello pubblico nella contrattazione, ma dispone pure di servizi in grado di affiancare l’imprenditore in ogni aspetto.

Se ne è parlato di recente a Padova, durante il Veneto Welfare Day promosso da Veneto Lavoro e Regione, con il convegno “Welfare aziendale, territorio e produttività”. La manifestazione ha messo a confronto rappresentanti delle istituzioni, esperti, organizzazioni sindacali, associazioni datoriali, mondo finanziario e assicurativo, Università, Terzo Settore e Ordini professionali, proprio sulle tematiche del welfare previdenziale, bilaterale, aziendale e territoriale. Un resoconto sui temi sviluppati lo ha effettuato lo stesso ente regionale Veneto Lavoro, riassumendoli in un documento che vale la pena di ripercorrere.

Di fronte alle difficoltà del welfare pubblico e agli interrogativi sulla sua sostenibilità sotto il profilo finanziario e dell’equità sociale, si manifesta infatti una crescente attenzione verso il cosiddetto “welfare secondario”, che acquista sempre più rilevanza economica e valore sociale. Questo perché le criticità rilevate al livello nazionale spingono sempre più le istituzioni e gli attori sociali a ricercare forme di integrazione positiva tra welfare pubblico e welfare privato, secondo modelli aderenti alle diverse realtà sociali ed economiche.

In tale linea riformatrice si inserisce ad esempio l’azione della Regione del Veneto, attraverso Veneto Lavoro e la sua Unità Operativa Veneto Welfare, con la legge regionale n. 15 del 18 luglio 2017, la quale mira a realizzare un sistema regionale di welfare integrato, di cui la Previdenza complementare e l’Assistenza sanitaria integrativa costituiscono le priorità, ma che punta anche a promuovere e favorire altre forme di sostegno. Perno dell’azione di Veneto Welfare è anche l’istituzione di un sistema regionale di accreditamento delle forme collettive di welfare, esempio unico in Italia, che conta al momento 14 enti accreditati nei diversi ambiti d’intervento (Previdenza complementare, Assistenza sanitaria integrativa, Enti e Fondi bilaterali, altre forme di welfare integrativo) e che consente di certificare le forme di welfare presenti sul territorio che offrono servizi di qualità e garantiscono un ritorno nell’economia reale.

Tra i temi emersi durante i vari appuntamenti del Veneto Welfare Day 2023, in risalto il ruolo della bilateralità per la diffusione delle politiche di welfare, soprattutto tra le piccole e medie imprese (si pensi all’EBAV per l’artigianato), e l’opportunità che il welfare territoriale può rappresentare per lo sviluppo dell’area di riferimento e le attività che lo caratterizzano, contribuendo alla crescita dell’economia locale e individuando soluzioni e servizi che possano coinvolgere la comunità presso cui le aziende della “rete”, anche quelle più piccole, operano.

Inoltre, la crisi prodotta dall’emergenza sanitaria Covid ha agito come acceleratore delle politiche di welfare aziendali e ha rappresentato per le imprese l’ulteriore occasione di imparare a riconoscere il valore del benessere dei lavoratori e di assumere in modo concreto una responsabilità sociale.

In tale contesto, il welfare aziendale può quindi offrire un contributo prezioso non solo per la sua capacità di integrare i servizi, ma per la sua attitudine all’innovazione, ovvero la capacità di rispondere ai bisogni emergenti, e per la vicinanza delle imprese alle famiglie e al territorio, assumendo così un ruolo strategico per lo sviluppo e un’ampia distribuzione del benessere.

A tale proposito il direttore di Veneto Lavoro, Tiziano Barone, ha ricordato la necessità e l’opportunità di un sempre maggiore sviluppo delle politiche di welfare, evidenziando per esempio come iltasso di adesione ai fondi previdenziali in regione sia passato in pochi anni dal 32% al 42%, a fronte di una media nazionale inferiore al 30%. 

Un sistema di welfare integrato efficace potrà dunque garantire, secondo Veneto Lavoro, non solo una maggiore sicurezza e benessere per le persone al termine della propria vita lavorativa, ma anche impatti estremamente positivi sulla produttività delle imprese e sull’attrattività di queste (e dei territori) verso i giovani.



Hanno collaborato a questo numero:
Carlotta Andracco, Nicola Carrarini, Erika Faggion, Sara Ferretti, Andrea Fontana, Sabrina Nicoli, Marco Sandonà, Valentino Varotto.

Direttore responsabile: Antonio Stefani
In redazione: Valentina Celsan, Stefano Rossi
Contributi multimedia: Corrado Graziano, Davide Samadello, Federica Vencato
Coordinamento editoriale: Stefano Baroni


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