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Ritorna il Premio Faber dedicato agli “Artigiani del teatro”

Giunto alla 26a edizione, il Premio “Faber Teatro” indetto dalla Confartigianato vicentina è andato quest’anno alla Compagnia La Corte dei Folli di Fossano (Cuneo), che con lo spettacolo “Nel nome del padre” di Luigi Lunari ha vinto il 32ͦ Festival nazionale Maschera d’Oro, promosso dal Comitato Regionale Veneto della Federazione Italiana Teatro Amatori (F.I.T.A.) e svoltosi nelle scorse settimane al teatro San Marco di Vicenza. Il meccanismo del Premio, che vuole essere un riconoscimento alla qualità e alla creatività degli “artigiani del teatro”, offre loro la possibilità di recitare sul palcoscenico palladiano del Teatro Olimpico. L’appuntamento è per sabato 20 maggio.

Il Premio “Faber Teatro” venne istituito nel 1995, nell’ambito delle iniziative promosse dalla Confartigianato vicentina per il suo Cinquantenario di fondazione. Da allora, alla Compagnia vincitrice della Maschera d’Oro viene appunto offerta la possibilità di presentare un proprio spettacolo, in una apposita rappresentazione, al Teatro Olimpico di Vicenza. Ciò per consentire alla scena amatoriale italiana l’opportunità di misurarsi in un prestigioso ambiente storico-architettonico unico al mondo, come quello palladiano, e di mostrare l’alto livello artistico cui essa è pervenuta, attraverso un confronto particolarmente stimolante.

Torna perciò anche questo significativo sigillo conclusivo a quella che è stata la 32ª edizione del Festival nazionale “Maschera d’Oro”, ripreso quest’anno dopo che nel 2020, per lo scoppio della pandemia, aveva dovuto chiudere il sipario mentre erano stati presentati al San Marco solo tre dei sette spettacoli in cartellone.

Nella sua veste di presidente del Festival, Aldo Zordan ha voluto rivolgere un particolare ringraziamento agli abbonati della rassegna, spettatori che “hanno atteso il ritorno della ‘Maschera’ per tre anni, non chiedendo il rimborso: un grande segno di affetto e di fiducia”.

Altrettanto apprezzata, ha proseguito Zordan, è stata la vicinanza dei partner: Regione del Veneto, Amministrazione Provinciale di Vicenza, Comune di Vicenza, Il Giornale di Vicenza e Confartigianato Imprese Vicenza, a nome della quale il presidente provinciale Gianluca Cavion ha ricordato il significato del Premio “Faber”, istituito e sostenuto per sottolineare «quell’affinità che lega artigianato e teatro, nel segno della qualità, della passione e del sacrificio».

Soddisfazione anche da parte dell’assessore comunale alla Cultura, Simona Siotto, per la ripresa dell’iniziativa: «Un altro bel segnale per la cultura, che ha pagato un prezzo tanto alto durante la pandemia; e un bell’esempio di legame tra impresa e cultura, proprio come quello che avevamo proposto candidandoci a Capitale della Cultura, binomio sul quale credo che Vicenza abbia molto da insegnare». Dello stesso avviso il presidente della Provincia, Andrea Nardin: «Di cultura si può anche vivere – ha affermato – e collaborazioni come questa, nella quale i mondi dell’impresa e del teatro si incontrano, sono particolarmente significative».

Prima del blocco forzato, nel 2020 si erano esibite le prime tre delle sette finaliste: Lo Scrigno di Vicenza in “Sette minuti” di Stefano Massini, per la regia di Amer Sinno; Filodrammatica di Laives (Bolzano) ne “Il marito di mio figlio” di Daniele Falleri, diretto da Roby De Tomas; Teatrodrao – TeatroTre di Ancona in “Equus” di Peter Shaffer, per la regia di Davide Giovagnetti.

Quest’anno, nel segno della ripresa,la prima Compagniaa salire sul palcoscenico è stata il Teatro del Corvo di Padova con “Tre sull’altalena” di Luigi Lunari. Poi è toccato al gruppo Il Dialogo di Cimitile (Napoli), di scena con un classico di Eduardo De Filippo, “Napoli milionaria”, per la regia di Ciro Ruoppo; la kermesse è poi proseguita con la Compagnia dell’Orso di Lonigo, selezionata per “Le Chat Noir”, lavoro scritto e diretto da Paolo Marchetto, e infine è stata ancora la volta di un testo di Lunari, “Nel nome del padre”, presentato da La Corte dei Folli di Fossano (Cuneo), per la regia di Stefano Sandroni, che dunque ritroveremo all’Olimpico. Ad accompagnare la serata delle premiazioni è stato invece, fuori concorso, il monologo “A Republica dei mati”, allestimento scritto e diretto da Roberto Cuppone e interpretato da Gigi Mardegan del gruppo Il Satiro di Treviso.