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Pensioni e non autosufficienza: ANAP alza la voce

Si stanno affossando anche le pensioni medie, quelle che sostenevano le famiglie. Mentre chi si prende cura di persone in difficoltà è lasciato sempre più solo.

È quanto rileva l’ANAP Pensionati, che assieme al Comitato Unitario CUPLA chiede giustizia fiscale e una vera rivalutazione: ovvero sì all’indice IPCA europeo e a un bonus IRPEF da 960 euro annui.

Ma l’Associazione dei Pensionati Confartigianato alza la voce anche su un altro tema: la non autosufficienza. Basta attese, servono tutele concrete per chi ogni giorno regge il sistema di assistenza nel silenzio delle case.

Pensioni sempre più magre

Le pensioni dei lavoratori autonomi hanno perso in media il 6% di potere d’acquisto negli ultimi 15 anni, a causa di un mix letale di inflazione e tassazione inadeguata. È il quadro allarmante emerso dal rapporto congiunto del Centro Europa Ricerche (CER) e del CUPLA (Comitato Unitario dei Pensionati del Lavoro Autonomo), presentato in luglio alla Camera dei Deputati, nella Sala Tatarella, durante un incontro promosso dal Presidente della Commissione Lavoro Pubblico e Privato, on. Walter Rizzetto. Anche Anap Veneto, l’Associazione dei Pensionati di Confartigianato, ha partecipato ai lavori, sostenendo la necessità di un cambio di passo immediato.

“Da anni denunciamo l’erosione dei redditi da pensione degli ex autonomi: il sistema fiscale penalizza chi ha lavorato una vita creando impresa, occupazione e benessere per il Paese. Non possiamo più accettare questa ingiustizia: servono interventi rapidi e strutturali”, ha dichiarato Severino Pellizzari, presidente ANAP Vicenza e Veneto e componente del Comitato di Presidenza Nazionale ANAP. Perché “ci sono piccoli artigiani che continuano ancora a lavorare per necessità e anche per aiutare i loro figli”.

“Siamo preoccupati perché anche la classe media dei pensionati sta andando in difficoltà, la vita è sempre più cara e anche curarsi oggi costa molto – aggiungeRaffaele Zordanazzo, vicecoordinatore CUPLA Veneto e referente ANAP Veneto in CUPLA -Tanti anziani non si curano perché non hanno la possibilità di andare nel privato e le liste d’attesa sono troppo lunghe: stanno affossando anche le pensioni medie, quelle che sostenevano le famiglie”.

“La politica deve rimanere vigile su questo tema – conclude Pellizzari -. Non è solo una questione di dignità per chi ha lavorato, ma anche di sostenibilità del nostro sistema di welfare”.

Durante l’incontro (nome??) Ginebri,  docente ed economista del CER, ha spiegato che tra il 2009 e il 2025 una pensione lorda di 1.200 euro ha perso circa 70 euro al mese, quasi 900 euro l’anno. Una perdita che colpisce soprattutto le pensioni basse e medio-alte, su cui il meccanismo di indicizzazione basato sull’indice ISTAT FOI è risultato inadeguato a compensare i reali aumenti del costo della vita, in particolare per beni essenziali come alimentari, energia e sanità.

Il CUPLA, con il supporto dello studio CER, ha messo sul tavolo due proposte concrete:

  1. Sostituire l’indice FOI con l’indice IPCA europeo, che riflette meglio la reale spesa delle famiglie.
  2. Introdurre un bonus IRPEF di 960 euro annui, in dodici rate, per i pensionati con redditi da pensione tra i 7.800 e i 15.000 euro: una misura che potrebbe aiutare 3,6 milioni di pensionati a basso reddito.

L’ANAP insieme al CUPLA, di cui è membro, denuncia così con un’unica voce le richieste dei pensionati di tutte le sigle datoriali. È una questione che riguarda non solo il presente di milioni di cittadini, ma anche il futuro del nostro sistema di protezione sociale.

Non autosufficienza: a quando la legge?

“Siamo di fronte a uno stallo normativo che può essere pericoloso. Chiediamo un’urgente e piena attuazione della Legge 33/2023, una riforma moderna e completa del sistema di assistenza agli anziani non autosufficienti, che include il riconoscimento del ruolo dei caregiver familiari.

Basta attese: servono tutele concrete per chi ogni giorno regge il sistema di assistenza nel silenzio delle case”.  È l’appello che ANAP Confartigianato ha lanciato al Governo, chiedendo l’attuazione tempestiva e completa della Legge 33/2023, approvata nel marzo dello scorso anno ma ancora priva di una reale operatività. Si tratta di una riforma attesa da anni, che disegna un nuovo modello di assistenza per gli anziani non autosufficienti e che – per essere davvero efficace – deve riconoscere il caregiver familiare come figura giuridica, sociale e operativa del welfare italiano. Per questo ANAP Confartigianato, insieme ad altre 59 organizzazioni, ha costituito il Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza, un’alleanza sociale che chiede al Governo un cambio di passo immediato e concreto

In Veneto, il numero esatto di caregiver non è ufficialmente censito, ma il contesto parla chiaro: si stima che almeno 328.000 anziani over 65 – il 28,4% della popolazione anziana regionale – vivano in condizioni di non autosufficienza. Dietro ognuno di loro, quasi sempre c’è un familiare – spesso una donna – che rinuncia a lavoro, tempo libero, salute e reddito per garantire un’assistenza continuativa e spesso invisibile. In Italia, oltre 8 milioni di persone svolgono un ruolo di cura continuativo verso familiari o amici in condizioni di disabilità o fragilità. Di questi, 2,3 milioni dedicano più di 20 ore a settimana, spesso senza alcun tipo di riconoscimento, né economico né previdenziale. Un carico silenzioso che si traduce in stress, isolamento, impoverimento.
Il fenomeno è noto, ma ancora sottovalutato: il “burnout” (ovvero “esaurimento”) dei caregiver familiari è una realtà crescente, con ricadute gravi sulla salute psico-fisica, sulla partecipazione al mercato del lavoro e sulla coesione sociale. In assenza di una rete di sostegno, l’intero sistema rischia di implodere sotto il peso di responsabilità sempre più sbilanciate sulle famiglie.

Da anni impegnata nella promozione dell’invecchiamento attivo e della domiciliarità, ANAP chiede perciò con forza l’immediata attuazione della Legge 33/2023, con risorse adeguate e una roadmap vincolante; l’approvazione di una legge nazionale sui caregiver familiari, per superare la frammentazione regionale e riconoscere diritti uniformi su tutto il territorio; l’integrazione reale tra sanità e servizi sociali, per una presa in carico congiunta dei bisogni dell’assistito e del caregiver;lo sviluppo di servizi di sollievo, formazione, supporto psicologico e strumenti di welfare aziendale e previdenziale per favorire la conciliazione tra lavoro e cura.

Sono oltre 25.000 le copie, distribuite da ANAP Veneto a tutti gli anziani pensionati autonomi, del vademecum che contiene un’analisi attenta del contesto e le proposte, alcune delle quali riprese dal Patto per un Nuovo Welfare sulla Non Autosufficienza, presentateal Governo.

Il vademecum contiene le linee guida per le famiglie per orientarsi nella giungla dei servizi che, a macchia di leopardo, sono offerti dal pubblico e che anche Confartigianato Persone offre ai pensionati del Veneto. Ad oggi, sono 12 le Regioni italiane che hanno approvato una normativa sul sostegno ai caregiver familiari. Ma, senza un quadro normativo nazionale, restano interventi incompleti e parzialmente efficaci.

“Nel corso degli ultimi anni – è lapidario Severino Pellizzari, presidente Anap Veneto -, il Fondo Nazionale per la Non Autosufficienza si è ridotto a poche briciole, le risorse aggiuntive stanziate dalla Regione ancora insufficienti. A livello nazionale quasi l’80% delle famiglie con persone disabili non risulta assistita dai servizi pubblici a domicilio e oltre il 70% non ha alcuna assistenza né pubblica né privata, è una situazione insostenibile per un paese civile: il nostro Paese resta l’unico tra le grandi nazioni europee a non aver realizzato una riforma vera dell’assistenza di lungo termine. Nonostante l’impegno dei servizi pubblici si rischia l’invisibilità, ma il tema della non autosufficienza, in tutte le sue espressioni, deve diventare centrale nelle politiche sanitarie e sociali”.