
Nove e la ceramica vicentina: tra sostenibilità, innovazione ed export
In occasione della Festa della Ceramica tenutasi a Nove, il Mestiere Ceramica e Vetro di Confartigianato ha proposto due eventi dedicati, rispettivamente, all’Economia Circolare e alle nuove tecnologie applicate a un’arte antica come quella della ceramica.
I due appuntamenti hanno visto la collaborazione di due strutture che, organizzando tutti i servizi e le professionalità inerenti, seguono le imprese nei loro percorsi di sostenibilità e digitalizzazione: l’Hub Impresa Sostenibile e il Digital Innovation Hub. La Festa di quest’anno poi ha festeggiato anche i 150 dalla nascita dell’Istituto De Fabris di Nove, un liceo artistico dove tanti giovani si approcciano anche alla lavorazione della materia. Con l’occasione, i rappresentanti del Mestiere hanno anche fatto il punto della situazione nel settore.
“Questi eventi – spiega Maria Teresa Maroso, presidente provinciale del Mestiere Ceramica e Vetro – hanno per noi un grande valore perché parlano, alle nostre imprese e ai nostri giovani, di futuro, di innovazione e di ricerca. Ma dobbiamo anche guardare al passato, per tenere un contatto con le radici storiche e da queste trarre insegnamenti e ispirazione. È per questo motivo che Confartigianato Vicenza, con i Raggruppamenti di Marostica e Bassano del Grappa, supporta la mostra del Comune di Nove su Pompeo Pianezzola, artista nato e cresciuto nel mondo della ceramica novese, tra i più importanti esponenti veneti del secondo Novecento con un ruolo chiave nel rinnovamento dell’arte ceramica contemporanea”.
I numeri del settore
A giugno 2025 la provincia di Vicenza conta 164 imprese del settore Ceramica, di cui 126 sono artigiane (pari al 76,8%), e danno lavoro a 658 addetti, di cui 605 nelle imprese artigiane (pari al 91,9%). I dati arrivano dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Vicenza, che rileva anche che si tratta di realtà che realizzano prevalentemente prodotti per uso domestici e ornamentali (148 imprese, pari al 90,2% delle imprese), mentre il 9,8% delle imprese si occupano di altri prodotti in ceramica e porcellana (sanitari o prodotti per uso tecnico e industriale). Tra il 2019 e il 2024, le imprese del settore sono calate del 16,5%, pari a 34 unità in meno. Per il comparto artigiano, negli stessi anni, si osserva una contrazione del -14,8%, pari a -24 unità.
Passando all’occupazione, i dati di Veneto Lavoro relativi al lavoro dipendente nel settore della Ceramica mostrano nel 2024 un saldo negativo tra assunzioni e cessazioni di rapporti di lavoro, pari a -20 unità, mentre il 2023 mostrava un’invariabilità.
Negli ultimi 12 mesi (aprile 2024-marzo 2025) la provincia di Vicenza ha esportato 41,9 milioni di euro di prodotti in ceramica, pari al 5,2% degli 806,4 milioni di euro esportati a livello nazionale, risultando la quinta provincia italiana esportatrice del settore.
A livello di distretti, i principali competitor di Vicenza sono le province di Viterbo, prima provincia esportatrice in Italia, e Firenze. L’export vicentino del settore cresce del +7,7% nel 2024, a fronte di un +11,1% registrato da Firenze e un leggero aumento, pari a +0,4%, di Viterbo. La crescita dell’export continua anche nei primi tre mesi del 2025, anche se rallenta segnando, infatti un +4,8% rispetto allo stesso periodo del 2024, in linea con la media nazionale (+4,8%).
I prodotti in ceramica della provincia di Vicenza sono venduti prevalentemente nei mercati europei, che con 29,2 milioni di euro rappresentano il 70,9% delle esportazioni del settore, mentre i mercati extra Ue con quasi 12,0 milioni di euro rappresentano il 29,1% dell’export. La metà delle esportazioni del settore (55,2%) sono destinati a 4 mercati: la Germania con 10,0 milioni di euro di prodotti in ceramica (24,4% del totale) è il principale partner commerciale di Vicenza, seguono Francia con 6,8 milioni di euro (16,5%), Stati Uniti con 3,3 milioni di euro (7,9%) e Austria con 2,6 milioni di euro (6,4%). I dati più recenti, relativi ai primi 3 mesi del 2025, mostrano crescite dell’export a doppia cifra verso Paesi Bassi (+79,9%, in controtendenza rispetto alla flessione del 2024), Polonia (+46,2%), Stati Uniti (+45,3%), Corea del Sud (+22,7%, in controtendenza rispetto alla flessione osservata nel 2024), Turchia (+19,3%) e Austria (+13,8%, in controtendenza rispetto alla flessione osservata nel 2024).