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Mobilità sostenibile a Vicenza: uno studio di Confartigianato

Con uno studio commissionato ad hoc, Confartigianato contribuisce al dibattito sul futuro della viabilità cittadina.

Da qualche anno l’associazione dedica particolare attenzione al tema della mobilità urbana, anche attraverso il festival “CI.TE.MO.S.” (Città Tecnologie Mobilità Sostenibile) e per questo, con riferimento al piano P.U.M.S. elaborato in materia dal Comune di Vicenza, ha voluto approfondire il tema affidando una ricerca agli atenei La Sapienza di Roma e Bicocca di Milano. Non c’è dubbio, infatti, che la mobilità intesa nel suo complesso ha delle conseguenze organizzative e operative anche sul sistema locale delle piccole e medie imprese, sia in termini di spostamenti delle merci che delle persone. Lo studio, che ha preso il via un anno fa, è stato presentato di recente e ora costituisce un documento di supporto al P.U.M.S., ovvero il Piano Urbano Mobilità Sostenibile che il Comune ha tempo di approvare entro fine anno. Sono interessanti i dati raccolti dai ricercatori, così come le criticità individuate tra Vicenza e aree periurbane, nonché le soluzioni proposte.

Gli obiettivi dello studio

L’obiettivo dello studio è duplice: da un lato, supportare le imprese nella conoscenza degli scopi e delle azioni del Piano (e relative ricadute pratico-operative), dall’altro migliorare direttamente la mobilità riguardante le imprese (in qualità di importanti generatori/attrattori di mobilità) e, indirettamente, la mobilità nel sistema in cui le stesse imprese operano.
“La collaborazione tra i corpi intermedi e le istituzioni è sempre stata un punto di forza del nostro territorio – precisa al proposito Matteo Celebron, vicesindaco con delega alla Mobilità –. Il mio grazie va a Confartigianato Imprese Vicenza che, in sinergia con le università La Sapienza di Roma e Bicocca di Milano, ha prodotto questo importante studio contenente proposte concrete per la nostra realtà urbana, con temi quali lo spostamento casa-lavoro dei dipendenti, la logistica delle merci e, più in generale, della mobilità. Si tratta di un documento che entrerà a far parte del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile del Comune di Vicenza, uno studio strategico per la nostra città e per la gestione e pianificazione della mobilità da qui al 2030”.
“Con questa iniziativa abbiamo voluto continuare il dialogo con l’Amministrazione di Vicenza su un tema, la mobilità, che è importante sotto molti punti di vista – ha spiegato dal canto suo Gianluca Cavion, presidente di Confartigianato Imprese Vicenza -, a partire da quello delle emissioni degli automezzi, fino ai costi che debbono sostenere, in termini di tempo e denaro, le imprese e i cittadini per muoversi. Ben venga quindi il P.U.M.S., che razionalizza la situazione in un’ottica nuova e soprattutto complementare con le realtà limitrofe, che sono quasi parte integrante della città. Molte aziende e centri direzionali, infatti, sono collocati nella prima cintura urbana, movimentando persone e cose in gran quantità. Non solo: spostarsi, soprattutto in alcuni momenti della giornata, da un lato all’altro della città e della provincia è davvero problematico, specie per chi deve rispettare tempi di lavoro e di consegna. Con lo studio che Confartigianato ha commissionato abbiamo voluto, quindi, non solo fornire ulteriori elementi di riflessione, ma anche avere uno sguardo d’insieme della situazione, portando un fattivo e concreto contributo al P.U.M.S. della città di Vicenza”.
“I problemi di realtà come quella vicentina sono legate all’area vasta coinvolta – precisa il prof. Matteo Colleoni -, nel senso che negli anni ’70 del Novecento gli insediamenti nell’area periurbana, che non è la periferia, sono stati molto massicci. A ciò si deve associare la presenza di aree produttive in vari territori”. Di fatto, la mancanza di una organizzazione e pianificazione urbanistica nel passato e la crescita economica che ha interessato anche il territorio vicentino hanno portato alla situazione attuale. Una situazione – aggiunge Colleoni – che va ripensata anche e soprattutto con un sistema integrato di servizi, ovvero coinvolgendo i diversi segmenti sociali interessanti (Pubblica Amministrazione, aziende di trasporto, associazioni di categoria…) per costruire nuovi modelli di mobilità complementari, tipo: “arrivo in auto fino a lì, poi posso utilizzare l’autobus”. 

E proprio con l’intento di essere uno degli attori di questo cambiamento Confartigianato ha commissionato lo studio in questione, considerato che il tempo passato per gli spostamenti è anche costoso in termini economici, di tempo e di sostenibilità ambientale.

I dettagli dello studio

  1. IL PUNTO DI PARTENZA
    Il Piano Urbano per la Mobilità Sostenibile (P.U.M.S., in fase di approvazione) doterà la città di Vicenza di un nuovo importante strumento di programmazione delle politiche e degli interventi per la creazione di un sistema socio-territoriale ed economico delle infrastrutture e della mobilità sostenibile. Elementi centrali di questo sistema sono le numerose piccole e medie imprese che hanno sede sul territorio cittadino e provinciale, le cui attività muovono quote consistenti di lavoratori (in qualità di “attrattori di mobilità”). Le merci prodotte causano, a loro volta, quote significative di flussi di scambio che fanno delle piccole e medie imprese, oltre che attrattori, anche importanti “generatori di mobilità”. È in tal senso evidente che il nuovo strumento di pianificazione della mobilità urbana avrà conseguenze importanti sul sistema produttivo delle piccole e medie imprese vicentine. Così come il fatto che il modo in cui tale sistema risponderà agli interventi del Piano sarà di prioritaria importanza per il raggiungimento degli obiettivi di mobilità urbana sostenibile.
  2. I CONTENUTI
    La ricerca ha voluto indagare, con metodi quantitativi (attraverso l’analisi di dati statistici di fonte Istat, trattati anche per mezzo di strumenti GIS di analisi di dati geografici) e qualitativi (tramite interviste semi-strutturate), le caratteristiche del territorio vicentino, partendo dal livello provinciale, passando per il sistema locale del lavoro di Vicenza, fino ad arrivare al livello urbano. Si è infatti partiti dalla consapevolezza che il sistema della mobilità urbana è strettamente legato e dipendente da quello extraurbana di “area vasta” e, perciò, inscindibile dalla comprensione di quelli che sono gli attrattori e generatori dei flussi di mobilità del territorio.

Dopo una prima contestualizzazione, dunque, e analisi della struttura insediativa, del sistema della mobilità locale e della struttura produttiva dell’area di Vicenza, tramite dati secondari si è proceduto quando necessario alla geolocalizzazione, e si è dedicata attenzione alle voci di alcuni cosiddetti “testimoni privilegiati”. Si tratta di attori economici e non solo, ai quali è stato chiesto quali fossero, a parer loro, gli aspetti più virtuosi e quali quelli più critici della quotidianità del trasporto merci e passeggeri.
Tra questi ultimi si evidenziano: la difficoltà di by-passare il centro di Vicenza per potersi spostare nel resto delle aree di cintura, l’interesse per un TPL più capace di rispondere alla necessità di spostamento quotidiane, il bisogno per le aziende e gli attrattori di mobilità di ripensare la propria organizzazione per andare incontro alle necessità di spostamento sostenibile dei dipendenti e clienti.

Gli esiti

L’analisi dei dati ha evidenziato la forte frammentazione e distribuzione degli attrattori e generatori di flussi nel territorio: caratteristica di un tessuto urbano, quello Veneto in generale, reticolare, fatto di tanti nodi strettamente interconnessi tra loro. Una tale complessità necessita di una grande capacità organizzativa, in particolare dei suoi flussi, possibile solo grazie alla collaborazione degli attori che compongono il tessuto sociale e produttivo locale.
In questo senso, sono emerse anche dalle voci degli intervistati la volontà e disponibilità a lavorare per la creazione di coordinamenti locali tra aziende e attori economici che insistono su stesse porzioni di territorio (anche a livello suburbano, in ambito di distretto locale) nell’ottica di una gestione più virtuosa della mobilità.
Si è parlato esplicitamente dell’interesse per la creazione di Mobility Manager di “distretto”, capaci di fare sintesi tra necessità, risorse e capacità degli attori locali.In questo senso è cruciale il ruolo dei corpi intermedi, come Confartigianato, nel fare da mediatori degli interessi di un ricco ma frammentato tessuto produttivo, con l’attore pubblico che si trova a dover veicolare gli sforzi nella direzione più virtuosa per la collettività.
Non si tratta solo di uno sforzo necessario, ma anche di un’opportunità, grazie alle possibilità di investimento e sviluppo legate al settore della mobilità sostenibile supportate dal nuovo Piano Nazionale della Ricerca, nel quale la collaborazione pubblico-privato appare come cruciale per la capacità di generare innovazione. Nuovi strumenti, prodotti e servizi, possibili solo grazie alla cooperazione tra attori e allo sviluppo di una cultura politica basata sulla conoscenza e sui dati, dai quali è sempre necessario partire per poter realizzare interventi informati ed efficaci.

Il Gruppo di lavoro

La ricerca è stata coordinata dal prof. Fabio Massimo Frattale Mascioli (Dipartimento di Ingegneria dell’informazione, elettronica e telecomunicazioni, Università di Roma – La Sapienza), fondatore del centro SIS.TER.POMOS, e dal prof. Matteo Colleoni (Dipartimento di Sociologia e Ricerca Sociale, Università degli Studi di Milano-Bicocca), direttore del CEMTET (Centro di Ricerca Mobilità, Turismo e Territorio).
Il gruppo di lavoro tecnico è stato composto da: dottor Marco London (SIS.TER. POMOS srl – Università La Sapienza di Roma), architetto Massimiliano Roda (SIS.TER. POMOS srl – Università La Sapienza di Roma), dottor Simone Caiello (CEMTET – Università degli Studi di Milano-Bicocca), dottoressa Sarah Taranto (BASE – Università degli Studi di Milano-Bicocca), professore Mario Boffi (CEMTET – Università degli Studi di Milano-Bicocca).

Articolo aggiornato al 27 maggio 2022