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Milano-Amsterdam: Confartigianato Vicenza testa auto elettriche su tratte lunghe

Dal 2010 Confartigianato Vicenza promuove e sostiene, con il Progetto Futuro Elettrizzante, iniziative a favore dell’auto elettrica come valida alternativa per la mobilità, in ambito urbano e non solo.

L’utilizzo di tali veicoli comporta grandi vantaggi non solo per l’ambiente e la salute, ma anche sul piano dei consumi energetici e del contenimento dei costi. Ma quali difficoltà si possono incontrare e come ci si muove effettivamente, con un’auto elettrica, al di fuori della cinta urbana? Questo è stato l’obiettivo di un viaggio che Confartigianato Vicenza ha organizzato con quattro auto elettriche, in modo da studiare i piani di sviluppo della rete di rifornimento e della diffusione dei veicoli elettrici del nord Europa, traendone poi un parallelo con il nostro Paese.
All’iniziativa hanno partecipato quattro tecnici (uno di “Quattroruote” e tre di eV-Now!) e un gruppo di imprenditori vicentini. La comitiva è partita da Milano, una delle città che più si stanno attrezzando con colonnine elettriche di ricarica, con tappa finale ad Amsterdam, dove si trova una delle principali filiali della Tesla: le auto elettriche utilizzate per percorrere gli oltre 2.500 chilometri erano infatti delle TeslaMotors Model S.
Tesla è una grande azienda che ha cominciato partendo dal “retrofit” di una Lotus Elise, trasformata da auto a benzina in elettrica con tecnica artigianale e rinominata Tesla Roadster. E anche Confartigianato Vicenza con il progetto Reborn, braccio operativo di Futuro Elettrizzante, ha sviluppato nelle officine dei suoi associati un know-how sui sistemi di riqualificazione e trasformazione elettrica di “city car” usate, divenendo attore di un apposito decreto sul kit per il “retrofit” in attesa della firma del Ministro dei Trasporti.

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Per tornare al viaggio, ogni auto trasportava tre passeggeri e bagagli di media dimensione: la prima meta del tour è stata Mannheim (650 km). Dopo circa due ore mezzo dalla partenza fermata a Beckeriend (Svizzera) per una ricarica, visto che era consumata l’80% dell’energia disponibile: settanta minuti di attesa e batterie di nuovo cariche. Prima di arrivare a Mannheim, la comitiva si è fermata altre tre volte per rifornire. Dunque, in un uso autostradale, l’autonomia della vettura elettrica non supera i 300 km e ci si deve fermare prima di tale soglia per avere il tempo di trovare uno dei punti di ricarica, non presenti con la stessa frequenza dei normali distributori (distanza massima tra un punto e l’altro: 200 km circa). Il giorno dopo si è ripartiti alla volta di Amsterdam con tappa a Rotterdam: 575 km con tre soste-ricarica, una in Germania e due in Olanda. Il terzo giorno si è ripartiti per Norimberga, tappa di 700 km con tre soste-ricarica; ultimo giorno, Norimberga-Vicenza: 670 km con altre tre tappe di ricarica, una in Germania e due in Italia.
Luigino Bari, componente della Giunta di Confartigianato Vicenza e coordinatore del progetto Reborn, commenta così l’esperienza: “La strutturazione delle colonnine di ricarica all’estero comincia a essere veramente a un buon livello. Al momento, quando si viaggia su auto elettrica è necessario controllare bene il percorso affidandosi agli strumenti di navigazione satellitare, per sapere dove sono le zone di ricarica, modificando eventualmente il percorso; inoltre, se si trovano colonnine già occupate o non c’è abbastanza potenza, i tempi di ricarica si allungano di molto rispetto ai cinquanta minuti standard. Ciò detto, il viaggio ci ha comunque confermato la competitività della trazione elettrica nel medio termine anche se, sul piano strettamente operativo, ci sono ancora alcuni ostacoli da rimuovere. Il nostro progetto Reborn, volto a trasformare veicoli con motore endotermico in mezzi a esclusiva trazione elettrica, è quindi un’idea su cui continuare a investire e che tra l’altro può attirare il consumatore, in attesa che le case costruttrici di auto decidano di investire maggiormente su questo tipo di mobilità”.