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Meccanica vicentina: dati 2025, export e sfide

Quali sono le tendenze per la Meccanica artigiana? Quali le difficoltà e quali i punti di forza? Questi i temi affrontati nel corso di un focus Confartigianato dedicato al settore con tanto di indagine (“Tendenze del primo settore del Made in Vicenza”) tra le imprese associate (322, di cui 251 della Meccanica e 71 dell’Elettromeccanica, ndr) curata dall’Ufficio Studi associativo.

“I dati ribadiscono quanto il territorio vicentino rappresenti uno dei poli più dinamici e innovativi della Meccanica di produzione e dell’Elettromeccanica del Paese”, commenta il presidente del Sistema, Carlo Pellegrino. Ed ecco i numeri di questo polo: le imprese totali della Meccanica nel vicentino al II trimestre del 2025 sono 4.935, di cui 2.551 artigiane (pari al 51,7% sul totale) e occupano 10. 279 addetti (pari al 15,8% sul totale, che è di 64.884). È un settore che tra aprile 2024 e marzo 2025 ha esportato 8,4miliardi di euro e che rappresenta il 37,4% delle esportazioni manifatturiere (la metà in macchinari 50,3%). Export in ripresa nel I trimestre 2025, con la Meccanica di produzione che registra un +2,0% e buone performance per apparecchi domestici, autoveicoli e macchinari.

Dopo due anni di calo nella produzione, nei primi 3 mesi del 2025 la discesa si attenua. Rimane anche in questo settore il nodo delle figure da reperire. A luglio 2025, il 59,6% degli operai specializzati ricercati risultava difficile da reperire.
Quanto alle imprese intervistate, due su tre sono subfornitrici (66,1%), con la quota che scende al (28,3%) per subfornitori totali. Ancora, il 90,1% ha clienti nella stessa regione e una impresa su tre esporta (ovvero il 32,9%). Quasi la metà, poi (44,4%), hanno oltre 20 clienti, e due su tre (65,5%) hanno almeno 10 clienti.

Ma come vedono il futuro queste imprese? Le previsioni sono in forte miglioramento, e negli ultimi nove mesi gli ottimisti sono cresciuti. Certo, permangono alcune difficoltà. Nel 2024 erano soprattutto il trovare mano d’opera, poi l’aumento dei prezzi delle materie prime, quindi l’incertezza geopolitica e il trovare nuovi clienti/commesse. A luglio 2025, il 56% degli intervistati dichiarava di non aver subito effetti per i dazi o la recessione tedesca, il 24,3% registrava qualche difficoltà di entità trascurabile, solo il 17,1% dichiarava che aver avuto conseguenze significative. Forse anche per questo l’82,9% non è ricorso alla cassa integrazione o all’utilizzo di ammortizzatori sociali, il 7,1% non ha intenzione di usarli, mentre solo un 10% dichiara di aver fatto ricorso a quelle misure. L’occupazione dipendente nelle imprese artigiane tiene (-0,3% al giugno 2025) segnale che le imprese trattengono personale e competenze in vista della ripresa economica e consapevoli della carenza di alcune figure. Le figure maggiormente richieste e difficili da reperire: nel luglio 2025 difficile reperire il 59,6% degli operai specializzati e conduttori impianti, in miglioramento invece la ricerca di operai macchine automatiche e semiautomatiche, e meccanici artigiani/montatori/riparatori/manutentori

Quanto alle lavorazioni: 1 impresa su 2 è subfornitrice (56,7%), ma solo il 32,4% è subfornitore totale. A livello di clienti l’80,9% ha clienti nella stessa regione e 1 impresa su 3 esporta (30,6%).

Quasi la metà delle imprese (46,7%) hanno oltre 20 clienti e 3 su 4 (75,1%) hanno almeno 10 clienti

In merito alle aspettative a luglio 2025 pur essendo il saldo negativo (ovvero prevalendo chi non si aspetta grossi miglioramenti del contesto) sale comunque il numero degli ottimisti. Un sentiment dettato forse da una ‘paura passata’ di dazi Statunitensi più alti e intensi. Tra le difficoltà che vedono gli artigiani del settore rimane il problema della manodopera, segue l’aumento del prezzo delle materie prime, l’incertezza e instabilità politica.

I commenti

“A fronte di una tradizione manifatturiera radicata e di una forte propensione imprenditoriale, la provincia di Vicenza è diventata un punto di riferimento per la subfornitura meccanica e nello sviluppo di tecnologie, e la manualità artigiana si è trasformata in eccellenza industriale – continua Pellegrino-. Infatti le aziende locali, spesso nate come piccole officine familiari, hanno saputo crescere e affermarsi anche a livello internazionale. Ciò che rende unico il tessuto produttivo vicentino è infatti questa capacità di unire tradizione e modernità, sapere manuale e spinta verso la digitalizzazione e la robotica”. Continua ancora Pellegrino: “Da questa filiera, inoltre, si è sviluppato un comparto Elettromeccanico particolarmente vivace, che integra competenze elettroniche, informatiche e meccaniche. Qui si producono motori elettrici, trasformatori, apparecchiature di controllo e sistemi di automazione industriale che trovano applicazione nell’energia, nei trasporti, nella climatizzazione e in numerosi altri ambiti”.

Il risultato è un ecosistema competitivo e vitale, dove piccole e medie imprese si affiancano a player internazionali, costruendo insieme un mosaico di qualità, affidabilità e creatività. “Non a caso il Vicentino è oggi riconosciuto come uno dei distretti meccanici ed elettromeccanici più vivaci d’Europa. I dati rilevano infatti che, a fronte di una situazione che vede il rischio di un altro anno di recessione per la Germania, un prezzo dell’energia elettrica in risalita da giugno (la più cara in Europa) e la stretta monetaria che ha influito negativamente sugli investimenti, Vicenza nel II trimestre 2025 rimane comunque la terza provincia maggiormente specializzata nella Meccanica dietro Lecco e Brescia.  – aggiunge il presidente -. Un sistema perciò capace di affrontare le sfide della globalizzazione mantenendo intatta la propria capacità di fare rete e, con la flessibilità produttiva, consentendo alle piccole e medie realtà di inserirsi con successo nelle catene globali del valore. La Meccanica ed Elettromeccanica vicentina rappresentano quindi non solo un pilastro economico del territorio, ma anche la passione e la cura tipica del lavoro ben fatto. È questa miscela di ingegno, radici e visione che continua a rendere il territorio vicentino un motore di crescita e innovazione proiettato verso il futuro”.

Marino Quaresimin (Professore Ordinario Progettazione Meccanica Università di Padova e CEO di Rescomp Engineering) “Sul tema delle figure richieste è importante per un’azienda comprendere quali sono realmente le competenze che intende inserire. Partire perciò dal definire al meglio chi stiamo cercando. Va poi considerato che trovare la figura che calza perfettamente con le esigenze aziendali è difficile soprattutto se l’attività è trasversale. Il suggerimento perciò è indirizzarsi verso figure più trasversali, come sono spesso gli ingegneri italiani, per poi far crescere all’interno dell’azienda queste figure. Qui starà poi nella bravura dell’impresa offrire gli stimoli più adatti a chi vi lavora affinché possa continuare a far parte della squadra”.