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Legge Stabilità in Senato, Veller ICT: “Dal premier “social” un taglio del 50% alla spesa informatica

Christian Veller (Confartigianato ICT)

Il comparto ICT della Confartigianato Imprese Veneto resta basito dalle scelte del Governo. “Dal Presidente del Consiglio più “social” di tutti i tempi, troviamo incomprensibile un taglio del 50% della spesa informatica”. A dichiararlo Cristian Veller, il vicentino presidente ITC della Confartigianato Imprese Veneto.

Che spiega: “È notizia di queste ore che, nella legge di Stabilità approdata in Senato, l’articolo 29 preveda di dimezzare la spesa pubblica in informatica. Da quello che si capisce sembra si voglia ottenere un risparmio razionalizzando gli acquisti e accentrandoli. Il che non sarebbe neanche sbagliato, dal punto di vista teorico. Ma a preoccuparci è il come ciò avverrà, visto che la spesa informatica è davvero molto frammentata a tal punto che non si riesce nemmeno a capire quanto in realtà la PA spenda”.
“Impossibilitati a razionalizzare –prosegue Veller- temiamo che i funzionari della PA procedano a un classico taglio lineare del 50% che va in totale antitesi con quanto promosso dal Governo nei mesi scorsi con il piano Crescita Digitale e la Strategia per la Banda Ultralarga”.
“In tema di agenda digitale – sottolinea il presidente – il Governo con una mano toglie e con l’altra dà. Ma l’Agenda Digitale non è una promessa da mantenere, ma una strada obbligata. I gap che ancora, nel campo del digitale, separano l’Italia dall’Europa devono essere coperti. Il DESI, il Digital Economy and Society Index, lo dice chiaramente: per quanto riguarda la tecnologia digitale nelle imprese, in Europa siamo al 22° posto su 28 Paesi, ma sull’adozione di soluzioni e-business, la condivisione elettronica di informazioni, l’utilizzo dei social media e di Cloud arriviamo alla quinta posizione. Raggiungiamo ancora il fondo della graduatoria nell’uso della fatturazione elettronica (penultimi) e l’e-commerce (ultimo posto come percentuale di piccole e medie imprese che vendono online e 23° posto per il fatturato). Nei servizi pubblici digitali l’Italia è15esima, anche se solo il 18% degli utenti internet dialoga online con la Pubblica Amministrazione. In fatto di connettività, l’Italia occupa il 27° posto su 28. È la nazione che ha la peggiore copertura delle reti di prossima generazione e la percentuale più bassa di abbonamenti alla banda larga veloce, inoltre occupiamo i gradini più bassi della graduatoria in fatto di utenti abituali a Internet (solo il 59%) con un terzo della popolazione che non lo ha mai utilizzato”.
“Ci auguriamo che si sia trattato di una svista, di un incidente di percorso destinato a sparire dalla Legge di Stabilità che verrà licenziata dal Parlamento – conclude Veller -. E non solo perché rischia di stoppare sul nascere crescita e sviluppo dell’occupazione, di cui il digitale è il motore principale, ma anche perché tagliare la spesa nelle nuove tecnologie significa tagliare proprio lo strumento principale per operare una spending review strutturale e mettere in efficienza la Pa, con tutti i benefici di cui proprio in queste ore si sta parlando, come per la trasparenza e il contrasto all’evasione fiscale”.