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LE PRIORITÀ PER LE IMPRESE SECONDO IL DOCUMENTO DI CONFARTIGIANATO VICENZA CONSEGNATO AI PARLAMENTARI

Il presidente di Confartigianato Vicenza, Agostino Bonomo, e il direttore, Pietro De Lotto, con il documentoConfartigianato Vicenza ha raccolto in un “decalogo” l’elenco delle principali esigenze del mondo della piccola impresa, priorità ritenute essenziali per sostenere le aziende nel loro sforzo di uscita dalla crisi e per favorire uno sviluppo futuro.

 

Il documento è stato illustrato ai parlamentari vicentini dalla Giunta Esecutiva della Confartigianato provinciale, guidata dal presidente Agostino Bonomo, nel corso di un incontro cui erano presenti gli onorevoli e senatori Manuela Dal Lago, Paolo Franco, Manuela Lanzarin e Daniela Sbrollini.

Animato da uno spirito costruttivo e collaborativo, il confronto ha visto anche la partecipazione del vicepresidente nazionale di Confartigianato, Claudio Miotto, e del presidente di Confartigianato Veneto, Giuseppe Sbalchiero.

Oltre all’illustrazione dei dieci punti di maggiore evidenza per le aziende, riguardanti temi quali lo Statuto delle Imprese, la burocrazia, il credito, il fisco, ambiente e sicurezza, infrastrutture, turismo, welfare e lavoro, formazione professionale e scuola, è stato consegnato ai parlamentari un elenco di 14 provvedimenti attualmente in itinere alla Camera o al Senato, la cui attuazione viene ritenuta fondamentale o perché trasversale a tutte le piccole imprese o perché particolarmente rilevanti e specifici per alcune categorie di mestiere.
Si è inoltre concordato di rendere tale incontro una modalità periodica, anche per poter valutare i progressi compiuti nelle varie materie discusse, seguendo in tal modo il modello già adottato con gli amministratori comunali, provinciali e regionali.
Come ricorda il presidente Bonomo, «questo promemoria per la classe politica vuole essere un contributo anche alle azioni che mirano a ribadire l’importanza di Vicenza in campo economico nel momento in cui vengono prese – speriamo quanto prima- importanti decisioni per il nostro territorio».

 

Riportiamo di seguito una sintesi dei punti del documento.

1. LO «STATUTO DELLE IMPRESE»
Siamo il Paese con la più alta densità imprenditoriale, ma anche col maggior numero di ostacoli alla libertà d’iniziativa economica. Lo Statuto delle Imprese può rappresentare un cambiamento epocale. Approvato dalla Camera con un consenso largamente “bipartisan” è ora all’esame del Senato, esso adotta i principi dello Small Business Act europeo individuando norme – alcune immediatamente applicabili – tali da porre le micro, piccole e medie imprese al centro delle strategie di sviluppo.
Aspetti fondamentali dello Statuto sono: la misurazione preventiva dell’impatto delle norme sulle piccole imprese; l’applicazione di criteri di proporzionalità e gradualità nell’introduzione di nuovi adempimenti in base alla dimensione dell’impresa; la riduzione e la trasparenza degli oneri informativi; misure per contrastare i ritardi di pagamento; la reciprocità nei rapporti tra Pubblica Amministrazione e imprese; la sostituzione dei controlli pubblici con le certificazioni; una legge annuale per la tutela e lo sviluppo delle micro e piccole imprese, e l’introduzione di una riserva del 60% degli incentivi alle Pmi. Dunque, se il principio base dello SBA europeo è “pensare innanzitutto al piccolo”, questa è l’occasione per accoglierlo anche in Italia.

2. BUROCRAZIA

Nel Veneto, l’espletamento dei vari adempimenti amministrativi costa ogni anno, limitandoci alle aziende con dipendenti, 3 milioni di euro in più rispetto alla media nazionale (13.262 euro pro capite contro 12.472). E non è più pensabile che, in media, un imprenditore italiano debba impiegare ben 285 ore (ovvero 36 giorni lavorativi) nel disbrigo di oneri burocratici, il 43% in più rispetto alla media Ocse. Senza contare i relativi costi. Se a questo poi si aggiunge il calcolo secondo il quale, nel triennio 2007-2009, la mancata attuazione del federalismo fiscale è costata al Veneto 16,6 miliardi di euro all’anno, mentre dal 2001 al 2009 il Veneto ha contribuito alla solidarietà nazionale con oltre 140 miliardi di euro, il quadro risulta ancor più stridente, specie, in momenti già difficili come gli attuali. Fonte di quotidiani grattacapi per ogni imprenditore, la burocrazia rappresenta il più amaro dei paradossi: non più lo Stato al servizio del cittadino, ma l’esatto contrario, con adempimenti tanto farraginosi quanto inutili (pure a livello locale).

3. CREDITO

La crisi ha acuito il problema del credito per le imprese artigiane e le PMI e concentrato su di esso gli interventi pubblici di sostegno. Nella loro azione, tutti i soggetti pubblici hanno individuato nelle garanzie lo strumento più efficace per le imprese, e quindi la strategia è stata focalizzata sul ruolo e l’efficacia dei Confidi quali strumenti di trasmissione dei provvedimenti per la loro prossimità all’impresa e la capillarità territoriale. Si è così attivato un circuito virtuoso tra regioni, banche, enti locali, in una complementarietà tra i diversi interventi che ha evitato sovrapposizioni e inefficienze. Ora, vanno sostenute le imprese nello sforzo per riagganciare la  ripresa.
Queste le priorità: azioni verso l’UE perché gli strumenti finanziari (FEI, BEI, FESR) siano calibrati per favorire il sistema imprenditoriale minore (semplificazione, allargamento della gamma di interventi); rafforzamento del Fondo Centrale a sostegno delle imprese e non del sistema finanziario, con semplificazione degli strumenti d’accesso; utilizzo della Cassa Depositi e Prestiti da parte delle piccole imprese attraverso i Confidi; definizione e regolazione della filiera della garanzia per assicurare maggiore efficacia alle risorse pubbliche investite. Occorre anche applicare il rispetto della complementarietà tra i diversi attori pubblico-privati (fondi nazionali, finanziarie e fondi regionali, Confidi, banche, enti locali, CCIAA…) per scongiurare sovrapposizioni di ruoli e interventi; allentamento del Patto di Stabilità per consentire agli enti locali di far fronte ai pagamenti, i cui forti ritardi sono insostenibili per le imprese creditrici; semplificazioni per l’impresa nell’ottenere anticipi dal sistema bancario sugli appalti pubblici.

4. FISCO
Quello del fisco è uno dei temi su cui Confartigianato è da sempre particolarmente attenta, soprattutto con l’intento di rendere meno complicato e faticoso l’espletamento di quanto richiesto dall’Erario. È il caso dei controlli e degli accertamenti che arrivano sempre in fase di chiusura bilanci o dichiarazione dei redditi, o che nei casi di regimi “semplificati” richiedono di costruire situazioni a posteriori, quando basterebbe programmare meglio il calendario.
Rimane anche aperta l’annosa questione degli Studi di Settore che, nonostante ritocchi e sistemazioni “in corsa”, come meccanismo si basa sempre su dati presunti. L’attività delle imprese, e soprattutto di quelle artigiane, non può essere standardizzata: servono maggiore attenzione e la ricerca di una maggiore equità.
Infine, la novità di applicare il regime dei “minimi” solo a quanti intraprenderanno un’attività per la prima volta se da un lato favorisce l’ingresso nel mondo del lavoro dei giovani, di fatto esclude realtà quali quelle dei pensionati in attività, o di chi alla pensione è ormai vicino. Si propone, quindi, di estendere il regime dei “minimi” anche agli over 60, evitando in tal modo anche la creazione di nuove sacche di sommerso.

5. AMBIENTE E SICUREZZA
Nel capitolo sull’Ambiente, sono quattro i punti principali da prendere in considerazione. Vediamoli. Sistri e contributo annuale: a sistema non ancora attivato, si propone che quanto versato venga restituito o “compensato” negli anni futuri; analisi chimiche dei rifiuti la normativa non è chiara e si chiede una norma più trasparente, soprattutto in edilizia; attività di manutenzione: si nutrono perplessità sui rifiuti prodotti presso terzi e la proposta è che, indipendentemente dal tipo di manutenzione, il formulario non debba essere effettuato; trasporto dei propri rifiuti: se gli edili sono stati esclusi dall’obbligo del registro, il provvedimento va esteso anche a molti altri settori.
Per quanto concerne la Sicurezza, per la valutazione del rischio dello stress lavoro/correlato si propone, se non la sua eliminazione, almeno che nelle aziende fino a 10 dipendenti la situazione venga fortemente ridimensionata. Così anche per la valutazione del rischio radiazioni ottiche (ROA): le imprese fino a 10 dipendenti possano operare con l’autocertificazione, o una dichiarazione da conservare in azienda.

6. INFRASTRUTTURE
La situazione delle infrastrutture nel Vicentino è da sempre una nota dolente, ma ora è il momento di spingere i progetti fondamentali. Sulla Pedemontana veneta e Valdastico Nord, Confartigianato Vicenza ritiene che le opere rivestano un’importanza primaria per lo sviluppo del Veneto. Alta Velocità/capacità e Sistema ferroviario metropolitano regionale: è irrinunciabile il passaggio della linea a Vicenza, con stazione in zona Fiera. Mobilità elettrica: è una promettente soluzione al problema della mobilità urbana per il contenimento delle emissioni. Confartigianato Vicenza sta lavorando con i Comuni per la diffusione (tramite agevolazioni) della mobilità elettrica e della rete dei punti di ricarica. Banda larga: la connessione è carente e ci pone in svantaggio nella competizione internazionale. Turismo: Vicenza non riesce a intercettare i massicci flussi turistici che la sfiorano. Bisogna attuare politiche di marketing e promozione, nonché di rete con altre realtà.

7. TURISMO
Le politiche di sviluppo turistico devono puntare a “intercettare” i grandi flussi turistici del Veneto sviluppando anche un “prodotto vicentino” appetibile e innovativo. Secondo Confartigianato Vicenza, per raggiungere questi obiettivi occorre: mettere in rete gli “attrattori” creando pacchetti integrati; investire nella promozione di un territorio che unisce storia, cultura, natura; incentivare (economicamente o con sgravi fiscali) l’imprenditoria di settore per rinnovare e riqualificare le strutture; entrare in una rete regionale che esprima politiche di coordinamento e collaborazione con le province limitrofe e le loro istituzioni.

8. LAVORO E WELFARE
I dati recenti su sospensioni e cassa integrazione in deroga dimostrano che la crisi morde ancora. Il sistema delle relazioni sindacali può costituire uno strumento per la promozione della crescita delle imprese? Sì, se si mantengono i due livelli di contrattazione (nazionale e regionale); se si persegue la valorizzazione della bilateralità come caratteristica peculiare del comparto artigiano (vedi l’esperienza veneta dell’EBAV); e se si incentiva la formazione continua dei lavoratori. Bisogna anche ridare slancio al sistema della previdenza complementare nel comparto artigiano.

9. FORMAZIONE PROFESSIONALE
A fronte della continua necessità di aggiornarsi alle normative o alle dinamiche del mercato, Confartigianato Vicenza ha sempre investito e creduto nel valore della formazione dell’artigiano. Ma molto si potrebbe ancora fare per favorirla. Per esempio, premiando, attraverso un organismo ad hoc, le aziende che investono in formazione e ricerca; incentivando la formazione obbligatoria con modalità on line; prevedendo servizi a supporto della formazione (con sostegni alle famiglie i cui membri siano in essa impegnati, formazione personalizzata on line, piccola assistenza legale all’imprenditore o al dipendente e che possa essere connotata come formazione).

10. SCUOLA
Confartigianato Vicenza è da sempre convinta della necessità di avvicinare quanto più possibile scuola e lavoro, per questo ha accolto con favore la nuova legge dell’apprendistato. Portare gli studenti “dentro” l’azienda per mostrare loro quante e quali sono ancora le possibilità occupazionali e professionali che offre il mondo dell’artigianato non è facile eppure, grazie ai tanti progetti di alternanza scuola-lavoro, ai tirocini e stage, negli anni questo contatto è stato favorito. Sul versante sociale, la Scuola per Genitori – nata a Vicenza e diffusasi a livello nazionale – ha poi intercettato dubbi e preoccupazioni delle famiglie sul futuro dei propri figli.
Le aziende chiedono che i loro sforzi e valori didattici siano maggiormente riconosciuti, magari con la presenza di Confartigianato nei tavoli regionali/nazionali che confezionano i piani di studio degli istituti superiori e nelle commissioni d’esame, con sgravi fiscali sulle ore di stage, e il sostegno istituzionale ad altri percorsi scolastici che offrano prospettive occupazionali (in indirizzi come legno, vetro, pietra, edilizia).


LEGGI IN ITINERE

Con particolare attenzione Confartigianato Vicenza sta seguendo l’iter di alcuni provvedimenti, disposizioni che toccano da vicino il quotidiano esercizio imprenditoriale. Ricordiamo i principali: disegno di legge in materia di semplificazione dei rapporti della Pubblica Amministrazione con i cittadini e le imprese; proposta per la riduzione dei termini di pagamento nelle transazioni commerciali, per contrastare ritardi che incidono in modo pesante sulla vita dell’impresa. Per quanto riguarda specifiche categorie, si attendono le nuove norme per la disciplina e l’accesso all’attività imprenditoriale nel settore dell’edilizia, che dovrebbero definire i requisiti di carattere tecnico professionale e di onorabilità dell’interessato e di capacità organizzativa e finanziaria dell’impresa; disciplina dei marchi e titoli dei preziosi; disciplina delle professioni nel settore dell’estetica a tutela anche del consumatore, cui si associa la proposta di legge per offrire la possibilità alle aziende del settore di affittare spazi lavoro ad altri imprenditori riducendo così i costi ma ampliando la propria offerta; riqualificazione del profilo professionale degli odontotecnici; nuove norme per panificatori e altre attività dell’alimentazione.