La Restanza Artigiana: Italia leader europeo per numero di giovani imprenditori
Confartigianato è diventata il palcoscenico di un sogno e di un progetto collettivo: quello dei Giovani Imprenditori che hanno partecipato alla Convention Nazionale del Movimento dal titolo “Restanza artigiana: giovani che innovano, territori che vivono”.
Un appuntamento che ha portato a Roma circa 150 partecipanti provenienti da tutta Italia, di cui una delegazione vicentina, guidata dal presidente Alberto Facchin, di otto giovani imprenditori.“La restanza- ha spiegato Riccardo Porta, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato – è quella dei giovani imprenditori e imprenditrici che hanno scelto di restare nei propri territori: chi per portare avanti un’azienda di famiglia, chi per crearne una nuova. Una scelta tutt’altro che scontata, in un’epoca in cui tanti abbandonano i propri luoghi d’origine, perché non li considerano più attrattivi. E invece noi restiamo! E non lo facciamo per chiuderci, ma per aprirci: restiamo cittadini del mondo, portando il mondo nei nostri territori e rendendoli attrattivi, vivi, contemporanei”.
Nel suo intervento, il Presidente Porta ha anche delineato l’obiettivo concreto della Convention: “Oggi è l’inizio di un percorso. Vogliamo approfondire questo tema, creare valore, consapevolezza, costruire una squadra. Da qui partirà il nostro cammino verso la costruzione di un manifesto, che conterrà i principi fondamentali del nostro essere giovani imprenditori. Ma ciò che davvero conta non è solo il risultato finale: è il percorso che faremo attraversando i territori, coinvolgendo la nostra rete, rendendo ogni tappa un’occasione di crescita e condivisione. Sarà una sfida, una straordinaria avventura e un’enorme opportunità per tutti noi».
Ad aprire i lavori della Convention il saluto di Marco Granelli, Presidente di Confartigianato, il quale ha ricordato come l’artigianato italiano rappresenti molto più di un comparto produttivo: è tessuto sociale, motore di coesione territoriale. Nel suo intervento, Granelli ha ribadito l’impegno della Confederazione per la riforma della legge quadro dell’artigianato all’esame del Senato, «perché l’impresa artigiana merita un riconoscimento strategico nel disegno della crescita italiana».
E a Granelli ha risposto il senatore Luca De Carlo, presidente della 9ª Commissione permanente del Senato, che ha illustrato proprio le novità previste nel DDL annuale PMI, con un pacchetto di misure dedicate all’artigianato e al ricambio generazionale. “Si tratta – ha detto – di adattare le regole a un mondo che è cambiato, mettendo a disposizione degli artigiani di oggi e di domani strumenti adeguati, una ‘cassetta degli attrezzi’ per affrontare le sfide future». Il senatore De Carlo ha evidenziato il valore delle riforme in discussione, sottolineando in particolare l’importanza di rendere attrattive le imprese artigiane per le nuove generazioni: “Abbiamo il problema delle aziende dei padri che non vengono trasferite ai figli. Dobbiamo capirne le cause e agire, sfidare il cambiamento con strumenti nuovi, partendo dall’ascolto dei giovani e assumendo un ruolo guida”. Fondamentale, per il senatore, è anche il rapporto tra politica e impresa: «Quando un imprenditore vede un Governo propositivo e pronto ad ascoltare, sa di avere un alleato, non un ostacolo». In questo senso, le riforme in arrivo rappresentano un cambio di passo nella visione della politica, che non deve solo legiferare, ma anche garantire che ciò che fa sia concretamente utile”.
Nel corso della convention, Enrico Quintavalle, responsabile dell’Ufficio Studi di Confartigianato, ha presentato un report sottolineando che le micro e piccole imprese restano centrali nei territori fragili del Paese. In un’Italia che affronta “glaciazione demografica” e perdita di capitale umano, i giovani artigiani rappresentano non solo continuità, ma anche speranza concreta. Nonostante le difficoltà, il nostro Paese è leader europeo per numero di imprenditori under 35, molti dei quali operano proprio nei settori artigiani. E proprio nelle aree interne si intravvedono spazi di sperimentazione e innovazione.
In sintesi, nei prossimi 25 anni la popolazione in età lavorativa (20-64 anni) calerà del 17,2% in Veneto, corrispondente a -486 mila persone. Una contrazione meno intensa del -19,6% della media nazionale ma che comunque avrà forti impatti sul mercato del lavoro, visto che già oggi (dato 2024) le imprese venete faticano a trovare il 51,5% dei lavoratori, quota che sale a 65,2% per le imprese artigiane. Inoltre, c’è da tener conto che gli imprenditori over60 hanno già superato gli imprenditori under 35 nel 2018.
Tornando al lato dell’offerta di lavoro, in Italia si conta la quota più alta in UE di giovani (25-34 anni) inattivi, ovvero che non lavorano e non studiano, pari al 23,4% contro la media UE di 13,9%, e, paradossalmente, si registra anche il più basso tasso di occupazione tra i giovani (pari al 44,3%, 14 punti percentuali più basso della media UE).
Nonostante ciò, l’Italia mantiene una leadership europea per numero di imprenditori under 35. Tra i giovani italiani, inoltre, è elevata la propensione a fare impresa: da una indagine della Commissione europea risulta che quasi la metà (48,2%) dei giovani italiani (under 30) vorrebbe essere imprenditore, quota quasi 10 punti percentuali più elevata della media UE (38,7%) e delle quote rilevate tra i coetanei tedeschi (38,2%) e francesi (33,3%).
Il tema della Convention è stato poi al centro del dibattito con Filippo Tantillo, ricercatore esperto di politiche territoriali, secondo il quale la restanza deve essere concepita come scelta culturale e strategica, come orizzonte progettuale, e va supportata da adeguate ed efficaci politiche pubbliche, a cominciare dal welfare e dagli interventi per la casa.
Da parte sua, Elena Granata, docente del Politecnico di Milano, ha esplorato il ruolo dell’“artigiano-placemaker”, capace di intervenire nello spazio urbano e territoriale con sensibilità progettuale. Granata ha insistito sul fatto che rigenerare non significa omologare, bensì leggere identità, memoria e futuro per dare forma a luoghi autentici capaci di attrazione e vita. L’artigiano, ha sostenuto, può inserirsi nei processi urbanistici come co‑progettista dei territori, riportando mani, cura e sensibilità nei progett,i che spesso trattano le aree interne come spazi residuali.
Poi è toccato ad Andrea Granelli, CEO di Kanso e Cofondatore di Venture Thinking, parlare dell’imprenditore contemporaneo, quello “5.0”, un attore capace di integrare tradizione, innovazione e visione sistemica: “I giovani devono studiare, devono possedere competenze multidisciplinari, non soltanto tecniche, ma anche umanistiche, per affrontare un mondo sempre più complesso. Bisogna ripartire dalla formazione per poter costruire la tradizione, il passato di domani”.
