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La nostra idea di autonomia

di Gianluca Cavion, Presidente Confartigianato Imprese Vicenza

Quante volte è stato detto – da tutti – che serve una profonda riforma per modernizzare lo Stato, a cominciare dalla revisione della spesa improduttiva? È questa idea di fondo che ci ha accompagnato quando, nel referendum dell’ottobre 2017, sostenemmo i criteri di una maggiore autonomia regionale: referendum che, proprio qui nel Vicentino, ottenne un larghissimo consenso. Quel voto popolare veneto, non scordiamocelo, voleva essere “per” un necessario cambiamento, e non “contro” gli altri territori italiani; semmai contro l’immobilismo, perché tutti ne traessero vantaggio.

Gianluca Cavion

Adesso, finalmente, la questione entra nel vivo, con il Parlamento chiamato a dibattere il disegno di legge proposto dal ministro Calderoli e approvato dal Consiglio dei Ministri. L’auspicio è che nasca una discussione concreta, senza pregiudizi ideologici e politici “a prescindere”. 

Ne abbiamo parlato in un convegno che, come Confartigianato provinciale e regionale, abbiamo di recente organizzato nella nostra sede di Vicenza, invitando tra i relatori anche quegli esperti che contribuirono a stendere il documento che presentammo alla vigilia del referendum di cinque anni fa. Giusto per ribadire la nostra volontà di partecipazione responsabile, aliena da ogni slogan.

Ad esempio, il prof. Stelio Mangiameli, professore ordinario di Diritto costituzionale, ci ha ricordato quanto sia dannoso il fatto che l’attuazione del “famoso” articolo Quinto della Costituzione, riguardante appunto i trasferimenti di competenze dallo Stato alle Regioni, sia poco o nulla applicato, privando l’Italia della possibilità di marciare con “due motori”, ovviamente coordinati. E sul tema dei cosiddetti LEP, i Livelli Essenziali delle Prestazioni che vanno quantificati per garantire a tutti i cittadini le stesse risorse finanziarie, un esperto come Marco Stradiotto, Referente per il federalismo e l’Autonomia di SOSE Spa, ha illustrato alcuni esempi concreti di obiettivi raggiunti con la legge di Bilancio nel campo del sociale, vedi asili nido e trasporto studenti con disabilità. Questo per rispondere ai dubbi di chi teme contraccolpi negativi dell’autonomia anche nel campo della scuola.

Un tema ripreso da Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale, il quale, rispondendo alle preoccupazioni emerse tra i detrattori della richiesta di maggiore autonomia in tale materia, ha sottolineato che “la responsabilità del Veneto in tema di scuola professionale da anni ci pone tra le eccellenze su questo servizio e, al primo giorno di scuola, garantiamo sempre docenti, aule e servizi adeguati. Sono certo che potremmo fare altrettanto anche per gli altri Istituti”. 

Ecco: interventi come questi aiutano a capire il nostro punto di vista come Confartigianato: e cioè che non basta fare i “federalisti (o gli antifederalisti) della domenica”, pensando  siano sufficienti un po’ di frasi retoriche per liquidare un tema complesso e delicato. Come imprenditori, siamo convinti che sia nell’interesse di tutti che la spesa pubblica, al Nord come al Sud, sia sempre più responsabile e produca valore vero. Questa, assieme alla capacità di utilizzare bene i fondi comunitari, è la via maestra per recuperare il noto divario tra le aree del Paese. Diversamente, si finirà per allargare l’ambito assistenziale, peraltro già rilevante e in alcuni casi, come abbiamo visto, controproducente: a danno delle imprese, del Paese e del nostro futuro.

Invece, come sottolineato anche dal nostro presidente di Confartigianato Veneto, Roberto Boschetto, appoggiare e condividere le azioni per una maggiore autonomia regionale significa interpretarle come un’opportunità per rafforzare l’intero sistema Paese attraverso una competizione virtuosa tra sistemi territoriali, rendendoli più responsabili nei servizi da fornire ai cittadini.

Se certe funzioni oggi in capo allo Stato centrale possono essere svolte meglio a livello locale e con costi pari o addirittura inferiori, perché non farlo? Perché non rendere più snello il sistema delle competenze, senza più dannose sovrapposizioni? 

Sia lo Stato centrale che le Regioni devono insomma aumentare la loro efficienza e la loro capacità di dare risposte alle economie e alle società locali; e se nei prossimi anni le Regioni avranno quella maggior autonomia che la “clausola di asimmetria” (cioè di autonomia differenziata) consente, il nostro Stato si sarà davvero trasformato in un organismo più efficiente e leggero. 

Poi, una volta potenziato il ruolo amministrativo regionale, il che giustifica anche l’attribuzione di altre risorse finanziarie da gestire con trasparenza e oculatezza, acquisterà più rilievo anche il rapporto tra la Regione e gli enti locali. Infatti, gli svolgimenti delle funzioni amministrative nel territorio dipendono direttamente dalle scelte della Regione. E questa sarà l’occasione per ripensare costruttivamente anche le competenze degli ambiti territoriali intermedi, dal ruolo delle Province alle necessità di aggregazione dei Comuni.  

Mantenere lo status quo non giova a ottenere maggiori servizi, migliori prestazioni e più efficienza. 

E a chi evoca lo spettro di uno scontro nord-sud rispondiamo, come bene è stato detto, che la nostra volontà è quella di contribuire a modernizzare tutta l’Italia, riducendo la spesa improduttiva. 

Sarà la volta buona? C’è da augurarselo. Sappiamo che il cammino non è facile, ma va ritenuto necessario. Procedendo con responsabilità, coinvolgimento, e senza inutili “guerre di religione”.