Imprese, giovani e territorio: l’importanza di agire come comunità
di Gianluca Cavion presidente Confartigianato Imprese Vicenza
Il 2025 che sta per concludersi è stato un anno contrassegnato da eventi che hanno stimolato una riflessione sul mondo dell’artigianato e sul futuro che lo aspetta, anche grazie alla ricorrenza degli 80 anni di attività della Confartigianato vicentina.

In una realtà in cui i confini territoriali sono travalicati da quelli economici, il cambiamento non è un’opzione, ma una naturale conseguenza. “Globale” e “locale” ormai sono le due dimensioni su cui la piccola impresa deve muoversi, e lo deve fare in maniera nuova e diversa rispetto a qualche anno fa. Mercati che cambiano, transizione tecnologica e sostenibile che si accavallano, attese per soluzioni a problematiche internazionali, sono le variabili di cui quotidianamente tener conto, puntando comunque e sempre sulla certezza dell’eccellenza dei prodotti e della creatività delle prestazioni che caratterizzano l’artigianato.
L’imprenditore è da sempre abituato a far fronte alle novità, ma quel che oggi forse crea qualche preoccupazione in più è la velocità con cui gli eventi si susseguono. Stare al passo qualche volta è difficile; altre volte, soprattutto sul fronte normativo e burocratico, è scoraggiante. Ma gli artigiani vicentini non mollano facilmente. E accanto a loro, da 80 anni, possono contare su un sistema Confartigianato che fornisce servizi, consulenze, propone momenti formativi e informativi, ma anche è attivo nei tavoli istituzionali per portare la voce delle imprese.
Il 2025 si chiude con un nuovo Presidente della Regione, Alberto Stefani, e una nuova Giunta chiamati a guidare il Veneto e a traghettarlo verso il futuro. Un futuro in cui sarà sempre più centrale la “comunità”, intesa come condivisione di intenti ma anche come insieme di soggetti pubblici e privati che, diversi per ruoli e competenze, dovranno confrontarsi sempre più per mantenere vivo il tessuto economico e sociale del territorio.
Facciamo qualche esempio. Le imprese vanno messe nelle condizioni di operare al meglio. Questo vuol dire infrastrutture adeguate, incentivi e fondi per sostenerne l’innovazione e la sostenibilità, ma anche un sistema creditizio che le supporti. Diciamo che tutto funziona? Beh, quasi. Ad esempio, le imprese non trovano giovani da inserire nel loro organico, o non trovano le competenze adatte. Quindi è bene affiancare, ai percorsi scolastici consolidati, la possibilità di una formazione che metta in grado i ragazzi di trovare una occupazione soddisfacente e le imprese di trovare personale qualificato. È il caso degli ITS, le cui proposte nascono da un confronto costante con il mondo produttivo. Dare la possibilità ai più giovani di trovare lavoro nel proprio territorio significa anche mantenere viva la comunità: le sue attività di prossimità, i suoi servizi. Questo presuppone però politiche a sostegno della famiglia, dell’autonomia economica, della conciliabilità tra tempo di vita e lavoro.
Analoghe opportunità vanno date ai giovani imprenditori, che abbiamo visto nella loro ultima assemblea essere numerosi e propositivi; cioè a chi, nonostante tutto, ha deciso di intraprendere la strada del lavoro autonomo. Sono nuove figure di artigiano, quelle di cui spesso troppo poco si parla, ma che rappresentano il futuro del settore. Lo stesso vale per le donne imprenditrici, artigiane che portano avanti l’azienda con non poche difficoltà e scontando ancora oggi qualche pregiudizio. Proprio in occasione delle elezioni regionali, Confartigianato ha predisposto un documento con quelle che ritiene priorità per le imprese e la comunità nel complesso. A partire dalle infrastrutture che, nel caso vicentino, vuol dire prolungamento della Valdastico Nord e il potenziamento della Pedemontana, ma anche con la promozione di una pianificazione territoriale coordinata. In questo ambito rientrano anche i cambiamenti dei regolamenti edilizi con una nuova legge sulla casa, adeguandoli alle nuove esigenze del numero sempre maggiore di famiglie monogenitoriali.
Altro tema quello dell’innovazione e della ricerca, che si traduce in scambi con i centri d’eccellenza veneti, come gli atenei, dove la ricerca può trovare nuove declinazioni e applicazioni anche nell’ambito dell’artigianato e delle piccole, talvolta piccolissime imprese.
Va insomma creato un ambiente a misura di piccola e media impresa in cui l’artigianato ancora una volta è stimolato ma anche funge da stimolo. Il 2026 si aprirà con un grande evento: le Olimpiadi Invernali Milano-Cortina. Per il Veneto sarà una vetrina importante. Già oggi la nostra è la prima regione italiana per presenze turistiche (73,5 milioni nel 2024): ecco una buona occasione da cogliere per rafforzare filiere produttive, innovazione e promozione del territorio, guardando anche e soprattutto al “dopo” Olimpiadi.
Come ha ricordato il presidente nazionale, Marco Granelli, nel suo intervento nel corso dell’Assemblea nazionale che si è svolta a novembre, l’artigianato rappresenta il cuore economico del nostro Paese. Un cuore che va alimentato e non soffocato da una burocrazia pesante e spesso fine a se stessa.