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Formalizzata l’Associazione dei Comuni Area Berica

È stata formalizzata di recente l’Associazione del Comuni dell’Area Berica, che riunisce 24 realtà locali.

Obiettivo: essere protagonista nello sviluppo strategico dell’area, soprattutto nell’ottica di beneficiare degli eventuali fondi previsti dal PNRR.  Un aspetto fondamentale dell’organismo è l’allargamento del partenariato anche alle associazioni di categoria. 

Confartigianato ha risposto subito all’appello, forte anche di un “modus operandi” da sempre attuato in fatto di collaborazioni e sinergie con tutte le realtà imprenditoriali e territoriali, che l’ha portata anche stavolta ad aderire al progetto ed alla sottoscrizione formale in qualità di socio.

Il presidente dell’Associazione (e sindaco di Villaga) Eugenio Gonzato ricorda quanto il percorso non sia stato semplice, soprattutto dal punto vista dell’inquadramento normativo, ma esso “ha fatto emergere la volontà di una vasta area di dare voce alle reali esigenze del territorio, e per fare ciò si è deciso di lavorare assieme, indipendentemente dal colore politico, avendo un obiettivo comune”.

“La neonata Associazione – spiegano il presidente del Consiglio della Regione Veneto, Roberto Ciambetti, e il consigliere Marco Zecchinato – sta facendo da apripista a livello regionale per tale tipologia di pianificazione delle politiche di sviluppo che, di fatto, coincide con l’Intesa Programmatica d’Area (I.P.A.)”.

Da parte sua Confartigianato Imprese Vicenza, con quattro i Presidenti Mandamentali Riccardo Barbato (Noventa), Luigino Bari (Lonigo), Ivano Carli (Barbarano) e Maurizio Facco (Vicenza), ha seguito fin dall’inizio e con attenzione tutto il percorso intrapreso, fornendo il proprio contributo in qualità di rappresentanti di quel mondo della piccola impresa che molto può dare in termini di conoscenza e proposta. Oltre al Protocollo d’Intesa, è stato condiviso anche il Regolamento di funzionamento del tavolo di concertazione, che diventerà il metodo principe per lo sviluppo locale e sostenibile delle aree interessate.

Punti strategici

A corredo del materiale inviato in Regione, anche un Documento Programmatico su vari temi: una analisi di contesto territoriale; un elenco delle misure da realizzare; la classificazione delle misure per strategie e componenti, nonché per capitali territoriali e ambiti tematici; l’indicazione delle misure considerate prioritarie al raggiungimento degli obiettivi di Sviluppo; il Sistema di gestione, monitoraggio e controllo dell’intesa; le forme di comunicazione, informazione e pubblicità.

Un documento corposo, che ha attinto a piene mani da una dettagliata ricognizione delle esigenze di una comunità vasta che ha la possibilità di essere protagonista nelle politiche di sviluppo futuro; se molti sono gli ambiti sui quali si è posta attenzione, emergono come prioritari la digitalizzazione, il turismo, la mobilità, l’economia circolare, la tutela dei territori, le infrastrutture e la viabilità, che le categorie economiche ritengono indispensabili per poter competere ad armi pari con altre realtà.

Il nuovo organismo si propone come una “agenzia di sviluppo” che sovrintende e agevola i processi di sviluppo strategico dell’area; c’è un passaggio del documento che ben sintetizza questa visione e che recita così: “Lo sviluppo dell’Area Berica, che genera crescita dei capitali territoriali e benessere equo e sostenibile, passa attraverso la transizione Verde e Digitale, l’investimento nell’Istruzione, nella Coesione e Solidarietà della Comunità territoriale”.

In ballo ci sono notevoli risorse economiche previste dal PNRR, ma la cosa che conterà di più sarà soprattutto la capacità progettuale, perché i soldi non mancano: ai 191 miliardi del PNRR, nei prossimi sei-sette anni si aggiungeranno altri 430 miliardi. E più i vari soggetti chiamati a co-progettare al tavolo delle I.P.A. sapranno organizzarsi in maniera coerente rispetto alle politiche di quel territorio, più potente sarà quel territorio.

È recente la notizia di un’ulteriore integrazione di 300 milioni ai Comuni veneti sul bando della Rigenerazione Urbana, visto che solo sette erano stati i progetti ammessi in prima battuta ai finanziamenti (Cittadella, Montebelluna, Conegliano, Monselice, Arzignano, Lonigo, San Bonifacio). Ci si augura quindi che altri Comuni possano proporre progetti nei quali si valorizzino anche le piccole imprese, che rivestono da sempre funzioni esplicitamente sociali, contribuendo consapevolmente ai processi di presidio e di rigenerazione territoriale. Infatti, l’impresa artigiana si presenta dal punto di vista storico come uno degli attori che hanno maggiormente influenzato lo sviluppo urbano, sociale ed economico delle città, ben oltre la mera questione produttiva. L’artigianato gioca da sempre un importante ruolo di presidio sociale, potendo dare qualità al territorio, attribuendo peculiarità, sicurezza e specificità ai luoghi. 

Questo è uno dei possibili filoni di intervento, ma saranno molte, nel prossimo futuro, le opportunità da poter cogliere, e di questo sono convinti sia i rappresentanti artigiani che le altre associazioni di categoria, pronti a dare il loro contributo su temi e progettualità che interessano sì il proprio settore di appartenenza, ma con quello spirito di reciproca collaborazione che ha sempre caratterizzato il lavoro svolto finora.