Fondo PNRR per le Comunità Energetiche
Ridotta la dotazione finanziaria: a rischio l’installazione di impianti fotovoltaici
Le Comunità Energetiche Rinnovabili stanno suscitando l’interesse di cittadini, imprese, comuni, parrocchie. Soprattutto l’attenzione è sulla possibilità di ottenere un incentivo economico se si condivide l’energia elettrica prodotta in eccesso, da impianti a fonte rinnovabile come il fotovoltaico, e non utilizzata. Un modello che comincia a prendere piede con indubbi benefici economici, ambientali e sociali, in particolare a chi aderisce ad una Comunità Energetica Rinnovabile. Nel vicentino Confartigianato, insieme ad altre associazioni provinciali, nel 2024 ha costituito A-CERTA, Comunità Energetica che ad oggi conta circa 600 aderenti. Un processo di crescita che vede l’installazione in corso di molti impianti fotovoltaici grazie anche a un importante contributo a fondo perduto previsto dal PNRR. Fondo che però, con le recenti novità comunicate dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, potrebbe essere insufficiente a soddisfare le richieste in corso di presentazione.
“Penso che si possa dire che non siamo d’accordo con quanto sta avvenendo. In pratica una replica di quanto già accaduto con il credito d’imposta 5.0.” – dichiara Gianluca Cavion presidente di Confartigianato Vicenza-. Il 21 novembre nel sito del MASE è apparso un comunicato (e non una norma) con il quale si afferma che la dotazione finanziaria per gli investimenti nelle rinnovabili è aggiornata a 795,5 milioni di euro, contro 2,2 miliardi di euro previsti dal PNRR. Praticamente poche righe di comunicato per ridurre di 1,4 miliardi di euro il fondo che serviva per sostenere gli investimenti per le rinnovabili quindi per gli impianti fotovoltaici che tanti erano in procinto di installare nei prossimi mesi. E tutto questo ad una settimana dalla scadenza prevista per la presentazione delle domande: il 30 novembre”.
“Le richieste presentate lo stesso giorno del comunicato ministeriale superavano i 778 milioni di euro – continua Cavion- e sono potenzialmente migliaia quelle da presentare al GSE, soggetto gestore del fondo. Molto probabilmente la nuova dotazione finanziaria sarà così superata (795,5 milioni di euro). Ci chiediamo quindi cosa pensa di fare il Ministero per soddisfare tutte le richieste. Con A-CERTA presenteremo almeno un altro centinaio di domande di contributo (250 circa sono già state inserite nel portale), considerando le molte richieste per le quali stiamo predisponendo la documentazione. Dubitiamo fortemente che la nuova dotazione sia sufficiente e ci auspichiamo che, in tal caso, venga trovata una soluzione rapida per tutti i soggetti coinvolti. Ci aspettavamo un atteggiamento diverso dai nostri rappresentanti. Il fondo inziale (2,2 miliardi di euro) ha ancora una grande capienza, ovvero una proroga per almeno per altri tre mesi, considerando che c’è voluto tempo per avere il quadro regolatorio completo e visti i tempi lunghi per l’ampliamento della platea dei soggetti presenti nei comuni fino a 50.000 abitanti per l’accesso al contributo a fondo perduto (40% dell’investimento). Invece dobbiamo prendere atto che non solo non ci sarà un prolungamento dei termini, ma anche che c’è il rischio per più di qualcuno di non accedere a contributi, fino a qualche giorno fa praticamente certi”.
“Infine – conclude Cavion- la domanda è se il fondo di 1,4 miliardi, che è stato tolto da quello iniziale, verrà rimesso in gioco ancora per i soggetti e gli investimenti per il quale era stato destinato, o in altro fondo, o se invece andrà a beneficio di altro e di altri”.