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Elemento di Valore

Ogni azienda è un patrimonio di persone, beni e competenze in necessario aggiornamento. Una sfida che merita sostegno.

Una volta, imparavi un lavoro e quello era, per tutta la vita. Con la doverosa evoluzione in termini di conoscenze e di tecniche, certo, ma che avveniva in tempi tali da poter essere imparata, assimilata. Oggi non è più così. Oggi non sai se e cosa cambierà già domani mattina, dato che le sollecitazioni e le novità arrivano a getto continuo. E non solo nell’ambito professionale, ma anche come conseguenza di fattori esterni imprevedibili. Tanto per dire: chi avrebbe potuto immaginare, non molti mesi fa, che avremmo dovuto superare una pandemia? O che in Europa scoppiasse una guerra? Ci eravamo appena lasciati alle spalle la grande crisi finanziaria del 2007-2008, il nostro territorio aveva visto andare all’aria due importanti banche e, mentre ancora ci stavamo risollevando, sono arrivati altri due cataclismi. Che, come sistema economico e sociale, abbiamo comunque fronteggiato, segno di radici storicamente solide. Ma intanto, eccoci alle prese con nuove grandi questioni, si chiamino esse cambiamento climatico, o Intelligenza Artificiale, o chissà cosa. Di certo c’è che ogni azienda, così come ogni persona, non può sottrarsi alle sfide.

In che modo? Ovviamente affrontandole. Non è solo un gioco di parole dire che fare impresa è… un’impresa, ma questa è pure la vocazione grazie alla quale la nostra provincia e la nostra regione sono cresciute a livello internazionale. Anche nel delicato momento dei passaggi generazionali, di “capitani coraggiosi” ne sono sempre emersi. Di artigiani il mondo ha sempre avuto e avrà sempre bisogno, anche se oggi molti di loro vengono chiamati “maker”, perché uniscono saperi manuali a dotazioni digitali. E di artigiani, o piccoli imprenditori, il territorio non può fare a meno: sono loro, con le loro attività ben salde qui, non traferite altrove, a garantire benessere sociale e occupazione per i collaboratori, per le nuove generazioni (e quanta altra ne potrebbero offrire, se trovassero più personale…).

Ecco perché il “capitale del lavoro”, tra di noi, è diffuso, è una vera e propria cultura. E accanto al lavoro e allo spirito d’iniziativa sta l’altro ingrediente fondamentale, che è quello del sapere: non solo il “saper fare” professionale, ma anche la capacità e la volontà di tenersi al passo, di aggiornarsi, di accrescere il patrimonio delle conoscenze, sempre più indispensabile e, come detto, da acquisire sempre più velocemente. Nel solco di ciò che si chiama “cultura d’impresa”.

Belle parole, si dirà, che però non escludono gli aspetti problematici connessi a ogni attività: i costi, la concorrenza, i rapporti con fornitori e clienti, il bisogno di risorse per investire, la carenza di manodopera, gli ostacoli degli adempimenti burocratici, il peso di tasse e bollette, la continua rincorsa alle nuove procedure richieste. 

E perciò non stupisce che, talvolta, l’imprenditore provi la sensazione di essere solo, possa temere di non farcela, si chieda se tutti i suoi sforzi basteranno a tenere in piedi l’azienda.

Qui, per fortuna, entra in campo chi può dargli una mano, può fornirgli servizi utili, consulenze sulle materie che lo riguardano, accompagnarlo quando cerca semplificazioni o finanziamenti, fargli da bussola sull’evoluzione dei mercati, aiutarlo nella richiesta di contributi e agevolazioni, nell’accesso ai bandi, o magari semplicemente chiarirgli cosa comporta quel complicato testo di legge, o aiutarlo a ottenere un rimborso. E quel qualcuno c’è.

In un territorio così fittamente costellato di aziende, infatti, di pari passo si è sviluppato l’associazionismo d’impresa: una rete capillare di uffici che ogni giorno sono “al lavoro per chi lavora”: fornendogli quel supporto pratico e “su misura” di cui necessita, ma anche dandogli voce e autorevolezza – come mondo delle categorie produttive – nei tavoli amministrativi e politici dove si decide, tanto in sede locale quanto nazionale. 

Basta dare un’occhiata ai contenuti di questo numero di “FareImpresa”, ad esempio, per scoprire una serie di quelle iniziative che costantemente vengono poste in atto dalla Confartigianato vicentina per le imprese, basate da un lato sulla conoscenza diretta delle loro esigenze, e dall’altro su uno sguardo che va pure al di là delle contingenze di giornata, immaginando quel che potrà servire già domani, traguardando il futuro.

Nulla, in questa azione, viene calata dall’alto o è frutto di improvvisazione: perché sono gli imprenditori stessi a “fare l’associazione”, delineando strategie che poi i collaboratori della struttura provvedono a trasferire sul piano concreto, sulla base delle loro professionalità.

La sommatoria di questi due valori, ovvero quello intrinseco delle aziende e quello di chi le affianca e le rappresenta, ha consentito al nostro tessuto socioeconomico di progredire attraverso i decenni e di reagire ai momenti di crisi. Adesso, siamo chiamati non solo ad affermarci o a confermarci, ma a trasformarci per l’ennesima volta. Camminando (anzi, correndo) insieme si può.


Hanno collaborato a questo numero:
Carlotta Andracco, Nicola Carrarini, Veronica Cogo, Erika Faggion, Sara Ferretti, Luca Filippi, Sandra Fontana, Elena Gonzo, Sabrina Nicoli, Marina Rigotto, Andrea Rossi, Valentino Varotto, Alessio Zordan.

Direttore responsabile: Antonio Stefani
In redazione: Valentina Celsan, Stefano Rossi
Contributi multimedia: Corrado Graziano, Davide Samadello, Federica Vencato
Coordinamento editoriale: Stefano Baroni

Sede: via Fermi, 134 – 36100 Vicenza – 0444.392300
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Editrice: CESAR srl, via Fermi, 201 – 36100 Vicenza
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