La Rubrica di questo numero è curata dall’avvocato Maurizio Camillo Borra dello Studio Legale Associato BBCZ
L’impatto della pandemia sulle imprese ha interessato diversi aspetti dell’attività. Uno di questi è quello fiscale, ovvero quanto le mancate entrate, le sospensioni di cartelle esattoriali, e la ripresa della produttività, superata l’emergenza abbiano seguito strade diverse, spesso con qualche incidente di percorso, esponendo l’azienda a situazioni davvero difficili. Come quella di seguito illustrata.
Un’impresa individuale artigiana che opera nel settore della meccanica con 18 dipendenti e un fatturato di circa 1 milione di euro nell’esercizio 2020, a causa delle restrizioni legate all’emergenza sanitaria Covid-19, ha subito una forte contrazione del proprio fatturato. Nell’esercizio successivo è però riuscita a realizzare nuovamente un fatturato in linea con i periodi di imposta pre-covid.
Nel 2020 aveva beneficiato della sospensione del pagamento delle cartelle esattoriali già rateizzate e delle rate dei mutui in essere con le banche. L’azienda, di conseguenza, ha utilizzato la liquidità derivante dalla sospensione dei suddetti pagamenti per altri scopi aziendali, senza accantonare nessun fondo per il pagamento futuro di tali obbligazioni. Il risultato è stato che l’impresa non è stata più in grado, alla scadenza delle sospensioni, di onorare i relativi debiti.
Nel mese di giugno 2022 l’Agenzia delle Entrate Riscossione ha proceduto con il pignoramento di tutti i conti correnti aziendali e personali: l’impresa in tale condizione rischia la chiusura.
Il caso in esame è emblematico dei rischi legati ad una mancata programmazione finanziaria.
Se, infatti, in un primo momento, coincidente con il lockdown della primavera del 2020, effettivamente l’impresa non disponeva di entrate sufficienti per far fronte al pagamento dei debiti aziendali, nei mesi successivi il cosiddetto ‘rimbalzo’ del fatturato avrebbe dovuto consentire di far fronte alle somme dovute, seppur sospese, e di accantonare quanto necessario per i pagamenti futuri. Le imprese che non lo hanno fatto si trovano ora in difficoltà finanziaria, non potendo far fronte alle normali obbligazioni e ai debiti pregressi accumulati.
Una corretta pianificazione finanziaria, invece, avrebbe permesso di evitare tale situazione e, al giorno d’oggi, dovrebbe essere patrimonio di tutti gli imprenditori.
La consapevolezza di una sana gestione della propria impresa, anche dal punto di vista finanziario, è fondamentale per continuare ad essere imprenditori di successo.
Per risolvere la situazione descritta nel caso di specie, è necessario procedere nel seguente modo, oltre che apportare eventuali cambiamenti nella propria struttura organizzativa aziendale:
Il caso trattato e le riflessioni fatte obbligano l’imprenditore a una presa di coscienza forte rispetto all’adeguatezza dei propri assetti organizzativi aziendali nello scenario economico attuale: pandemia Covid-19, rialzo dei prezzi delle materie prime, fine della globalizzazione come intesa finora, inflazione come quarant’anni fa, crollo dell’euro.
L’imprenditore da solo non è in grado di decodificare tali fatti di portata epocale, che possono rappresentare anche delle opportunità di crescita, e di prendere le decisioni corrette.
È opportuno che l’imprenditore artigiano si affidi alla propria associazione di categoria che, forte della comunanza di problematiche con molti altri imprenditori e dei rapporti con le istituzioni nazionali e internazionali, può fornire la giusta lettura del contesto economico e consigliare al meglio l’imprenditore, oltre che fornire un’ampia varietà di servizi specialistici a supporto delle scelte aziendali.
Articolo aggiornato al 29 luglio 2022
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