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CONFARTIGIANATO VICENZA: BONOMO CONTRARIO A SPERIMENTAZIONE SISTRI IN VENETO

«Assolutamente non condividiamo l’idea che il Veneto debba essere la regione che sperimenta il Sistri».
Questa è la netta posizione che Agostino Bonomo, presidente di Confartigianato Vicenza, esprime sulla proposta di Confindustria Veneto al Ministero dell’Ambiente.

«II Sistri ha dimostrato in questi ultimi due anni di essere stato mal concepito e con un numero incredibile di problemi operativi, anche se da più parti viene sostenuto il contrario. Dopo che nel mese di agosto lo avevano abrogato, a settembre il Parlamento lo ha riesumato. Non condividiamo questo decisione. A questo punto è certamente necessario un periodo di test, che la normativa stabilisce venga fatto entro il 15 dicembre, ma riteniamo che questa sperimentazione debba essere fatta non in una regione ma in tutto il Paese, se vogliamo il sistema venga messo sotto stress.

 

Deve essere verificata la capacità di reggere una mole importante di dati che vengano caricati nello stesso tempo da un numero considerevole di aziende. Peraltro riteniamo che la sperimentazione debba essere fatta dalle aziende con più di dieci dipendenti, perché sono quelle che dal 9 febbraio 2012 dovranno utilizzare obbligatoriamente il Sistri. Stiamo parlando di oltre 70.000 aziende su 330.000 che sono iscritte: ci sembra che sia un numero adeguato per mettere in tensione l’intero Sistri».

Memore dei risultati del click day di maggio, quando le associazioni di categoria affermavano che il collaudo del Sistri era stato un disastro mentre il Ministero dell’Ambiente sosteneva il contrario, Bonomo afferma anche che «l’ideale sarebbe che il test sul funzionamento del Sistri fosse gestito da un soggetto terzo. Una sorta di arbitro, al di sopra delle parti, che in assoluta autonomia possa confermare o no i risultati e l’andamento dei test che verranno effettuati. Inoltre forse il tutto dovrebbe seguire un protocollo definito a priori che chiarisca le modalità della sperimentazione».
«Al di là del test, rimangono comunque ancora aperti molti aspetti che ancora, a nostro parere, devono essere risolti – continua il presidente -. Ad esempio è inverosimile che nel 2011 venga ancora chiesto di accedere a un sistema informatico tramite un dispositivo Usb. Ma come, acquistiamo tutti i giorni su internet con connessioni sicure, accediamo ai nostri dati in banca nello stesso modo e non possiamo fare questo per un Sistri? Non era più semplice creare un accesso come quello delle banche per accedere al sistema? Poi riteniamo che le aziende con meno di 500 kg di rifiuti prodotti annualmente dovrebbero poter scegliere se aderire al Sistri e non essere obbligati. Rimane da chiarire anche come verranno restituiti o compensati i due anni di contributi versati. Solo a Vicenza, contiamo circa 2,5 milioni di euro versati al Sistri dagli imprenditori, senza alcun servizio. Auspichiamo peraltro una revisione al ribasso del contributo in questione, in particolare per i gestori di rifiuti. Infine, ma non ultimo la nostra richiesta è che se il Sistri funzionasse, l’avvio del suo utilizzo da parte delle piccole imprese fino a dieci dipendenti avvenga solo dopo il 31 dicembre 2012».