Confartigianato: a Roma l’assemblea nazionale. Le “dieci palle al piede” per chi vuole fare business
Nutrita e qualificata la delegazione di dirigenti artigiani delle associazioni/unioni provinciali di Confartigianato Imprese Veneto a Roma oggi per l’Assemblea nazionale di Confartigianato che, quest’anno, celebra il 70 anniversario della sua costituzione alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Oltre sessanta i rappresentanti del Veneto, con i massimi vertici presenti a partire dal presidente regionale Luigi Curto, dal vicepresidente nazionale Agostino Bonomo (presidente di Confartigianato Vicenza), dal componente di Giunta nazionale Mario Pozza e dai presidenti provinciali di Belluno, Padova, Rovigo, Treviso e Verona.
“Le nostre ragioni – ha spiegato Curto – sono state incisivamente sintetizzate dallo studio confederale che fa emergere i dieci punti deboli dell’Italia che arranca, a partire dalla pressione fiscale, ai tempi di pagamento, dalla durata dei processi alla burocrazia asfissiante e così via. “10 palle al piede” dell’impresa. Dieci macigni che rallentano il passo e tolgono competitività agli imprenditori italiani”.
Eccole nel dettaglio:
- Le tasse. La zavorra più pesante per l’economia italiana e, soprattutto, per le micro e piccole imprese. L’Italia, in Europa, ha guadagnato solo una posizione passando dalla 138 alla 137: entusiasmarsi è troppo, visto che le posizioni in totale sono 189. C’è ancora molto da fare.
- Il divario digitale. Ancora pochi gli utenti che dialogano online con la Pubblica Amministrazione: in Europa il valore medio è del 36,2% mentre da noi ci si assesta su un 20,3%. In un mercato che si sta spostando velocemente sulla rete e che dalla rete riceve stimoli e contatti, il dato fa riflettere.
- La durata dei processi. Se ne parla da anni e da anni non si fa niente: 1.120 sono i giorni che ci vogliono in Italia per risolvere una disputa commerciale (quasi quattro anni); in Europa in 543 giorni si risolve tutto.
- I pagamenti della PA. Ci risiamo: accanto ad Enti virtuosi che sono in grado di restare all’interno dei limiti di legge fissati a 30 giorni (60 per la Sanità), ce ne sono altri che deviano significativamente da questo limite. Così in Italia i tempi di pagamento della PA sono sui 131 giorni contro i 51 europei. Un ritardo che, purtroppo, si riflette anche sui tempi di pagamento tra le stesse imprese: 80 giorni italiani invece dei 39 della UE.
- Il costo dell’energia elettrica. Da noi è il 29,8% in più rispetto a quello europeo. Un fardello aggiuntivo di circa un terzo sui settori manifatturieri energivori.
- Opere pubbliche insufficienti. Le infrastrutture, Confartigianato lo ha sempre sottolineato, sono una leva fondamentale per la competitività delle imprese. L’82% degli imprenditori italiani, secondo un’analisi della Commissione Europea, considera questa insufficienza infrastrutturale come un serio problema contro il 46% degli europei.
- Corruzione. Un pericolo mortale: così la definisce il 60% degli imprenditori intervistati da Confartigianato.
- Burocrazia. Se a tutto questo ci aggiungiamo le code infinite per timbri, permessi e autorizzazioni – costo di tempo e di denaro – il livello di competitività cade. Questo è un “peso insormontabile” per l’86% degli imprenditori. Solo in Francia (89%) e Grecia (95%) la delusione aumenta. “Semplificare la semplificazione” è il leit motiv di Confartigianato: attuare le leggi che già esistono ed eliminare quelle inutili, questo dev’essere l’impegno per il prossimo futuro.
- Qualità dei servizi scarsa. Solo il 39% dei cittadini (il 22% in meno della media europea) è soddisfatto dei servizi pubblici.
- Tariffe troppo alte e in continuo aumento. La causa di questa inefficienza è data dalle tariffe sempre in crescita dei servizi: solo per acqua, rifiuti e trasporti il rincaro registrato è del 22%, quasi doppio a quello europeo
“Il risultato di queste “10 palle al piede” -conclude il Presidente Curto- è la difficoltà del fare impresa in Italia: siamo in 65 esima posizione dopo averne recuperate 20. L’obiettivo del Governo deve essere quello di recuperarne almeno 50 entro il 2018”.