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CONFARTIGIANATO DEL VENETO: LA CRESCITA CAOTICA DEI ”COMPRO ORO” PREOCCUPA GLI ORAFI

Lingotti di una banca svizzera e il presidente regionale degli orafi Confartigianato, Franco Pozzebon
Lingotti di una banca svizzera e il presidente regionale degli orafi Confartigianato, Franco Pozzebon

L’effetto combinato della crisi e del prezzo dell’oro lievitato di quasi il 70% in un solo anno, sta inducendo un numero crescente di italiani a trasformare i gioielli di famiglia in denaro contante.

Anelli, orecchini, collane e orologi sempre più spesso escono di casa non per essere sfoggiati, ma con destinazione i “Compro oro” che hanno preso piede anche nei più piccoli centri urbani.
A destare preoccupazione, non è soltanto l’impoverimento di fasce sempre più ampie di popolazione, che per far fronte alle spese quotidiane, decidono di vendere i gioielli preziosi, ma anche la rapidità con cui è esploso il fenomeno dei “Compro oro”, il cui numero è cresciuto sia in Italia che in regione Veneto in modo esponenziale. In soli dodici mesi siamo passati nella nostra regione da circa 800 agli attuali 2.900 negozi (+262%), con un giro d’affari stimato in circa 1,5 miliardi di euro.
Le dimensione del business a livello italiano parla di 25.000 negozi (erano 8.000 nel 2010) che acquistano circa una tonnellata al giorno di gioielli usati per un giro d’affari di 10 miliardi di euro l’anno. Cifre che, unite alla mancanza di precisi paletti normativi, hanno reso permeabile il settore alle infiltrazioni della criminalità organizzata.
Una proposta di legge, presentata lo scorso anno, e rilanciata in questi giorni a Montecitorio dal primo firmatario, l’onorevole Donella Mattesini, intende rimettere le cose a posto, prevedendo la creazione di un albo degli operatori presso le Camere di Commercio, un borsino dell’oro usato e affidando la vigilanza sul comparto alla Banca d’Italia. In più, è prevista una completa e assoluta tracciabilità dei materiali acquistati e rivenduti.
«Siamo veramente grati all’onorevole Mattesini – sottolinea il presidente regionale del Gruppo Orafi di Confartigianato, Franco Pozzebon – di aver fatto questa proposta di legge che può veramente regolamentare un settore che ne ha bisogno perché a rischio di infiltrazioni mafiose e criminali. Un settore delicato che deve garantire anche gli acquirenti, coloro che vanno ai “Compro oro” a vendere i propri gioielli, che sono in genere famiglie e cittadini bisognosi. La proliferazione dei “Compro oro” – conclude Pozzebon – ci ha provocato un danno non secondario, prosciugando l’importante canale di approvvigionamento di materia prima rappresentato dall’oro cosiddetto “usato” che oggi, anziché venire lavorato da imprese che sono sul mercato in maniera trasparente e rivivere quindi in nuovi gioielli, viene fuso in lingotti e avviato sul mercato finanziario internazionale. Operazione che porta anche a speculazioni sui prezzi che ci penalizzano ulteriormente».