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Confartigianato: credito e riforma, la svolta

Un provvedimento che gli artigiani aspettavano da 40 anni. Proposto un fondo da 200 milioni

«L’istituzione di un Fondo biennale da 200 milioni di euro per agevolare l’accesso al credito delle imprese artigiane e delle microimprese, prevista in un emendamento al disegno di legge sulle PMI depositato in IX Commissione al Senato dal presidente Luca De Carlo, va nella giusta direzione. La misura potrebbe coinvolgere oltre 1,3 milioni di imprese artigiane, con un impatto diretto su più di 2,6 milioni di lavoratori. È un segnale politico importante – sottolinea Confartigianato Imprese Veneto – perché riconosce una delle principali criticità che il nostro sistema produttivo si trova ad affrontare: la stretta creditizia».

I numeri parlano chiaro:

  • a marzo 2025 i prestiti alle piccole imprese venete segnano un calo del -7,2% su base annua, peggiore della media nazionale (-6,7%) e del totale imprese (-5,2%);
  • ancora più marcata la contrazione per le microimprese artigiane (imprese individuali, società semplici, Snc e Sas artigiane con almeno 6 addetti), che registrano un crollo del -9,2% rispetto a marzo 2024;
  • i tassi di interesse restano fortemente penalizzanti: il TAE annuo effettivo applicato alle piccole imprese è dell’8,35%, contro il 5,33% delle medie-grandi.

Un trend che non è episodico ma strutturale:

  • rispetto al 2020, il credito alle piccole imprese venete si è ridotto di oltre un quarto (-27,3%);
  • rispetto al 2013, i prestiti si sono dimezzati;
  • ancora più pesante la situazione delle microimprese artigiane: -31,6% dal 2020 e addirittura -63,5% negli ultimi 12 anni.

L’accesso al credito da parte degli artigiani e delle pmi è una criticità nel mercato dovuta principalmente alla scarsa reddittività per gli operatori finanziari nella concessione di prestiti di piccolo importo e alla limitata disponibilità di informazioni strutturate da parte delle piccole imprese, non ultimo, alla progressiva dismissione, da parte degli istituti bancari, del modello di relazione basato sulla prossimità territoriale.
Questo strumento si affianca alla più ampia proposta di riforma della legge quadro sull’artigianato, oggetto di ulteriori emendamenti per eliminare vincoli normativi che oggi ostacolano il lavoro di migliaia di imprese. Con oltre 120.000 imprese iscritte all’albo, che danno lavoro a 306.000 persone, l’artigianato veneto rappresenta il 26% del totale delle imprese.

Un motore che, insieme alle micro e piccole imprese (fino a 50 addetti, per un totale di 405.000 aziende), costituisce il 99,2% del tessuto imprenditoriale veneto e occupa circa il 62,4% della forza lavoro regionale.
Numeri che raccontano un’eccellenza, ma anche l’urgenza di una nuova cornice normativa capace di riconoscere e potenziare il ruolo dell’impresa artigiana nell’economia contemporanea.

“Senza liquidità non si cresce, non si innova, non si investe. Per questo accogliamo con favore l’istituzione del Fondo da 200 milioni: è una risposta concreta a una delle emergenze più gravi del nostro sistema produttivo, rileva Roberto Boschetto, presidente di Confartigianato Imprese Veneto. Non è la soluzione definitiva, ma rappresenta un primo segnale forte, una boccata d’ossigeno che può fare la differenza, soprattutto per chi ogni giorno porta avanti attività che danno lavoro, presidiano i territori e mantengono vivo il Made in Italy. Solo lo scorso anno sono nate in Italia oltre 83.500 nuove imprese artigiane, al ritmo di 321 al giorno, in Veneto parliamo di 8.128 imprese, 33 nuove nate al giorno. E ancora, nell’ultimo anno 16.700 giovani sono stati formati e avviati al lavoro con il contratto di apprendistato nelle imprese artigiane venete”.

“Le nostre aziende non chiedono assistenzialismo, ma strumenti che permettano loro di investire, innovare e continuare a competere – rimarca Gianluca Cavion, presidente di Confartigianato Imprese Vicenza con delega al Credito -. La tendenza alla riduzione generalizzata nell’erogazione del credito ed i notevoli differenziali di trattamento tra piccole imprese ed il totale imprese, vede una iniziale inversione di tendenza grazie all’intervento del sistema dei Confidi a supporto del mondo delle piccole imprese. Un sistema attivo per sostenerle, con servizi di accompagnamento forward-looking, come richiesto dal regolatore bancario europeo, e che abbinati alla garanzia consentono di offrire un set informativo finalizzato a negoziare migliori condizioni e facilitazioni per l’accesso al credito. Nell’ottica quindi di dare maggiori possibilità di credito alle imprese artigiane, il Fondo è un primo passo, e rappresenterebbe uno strumento specifico e dedicato proprio alle imprese artigiane consentendo di ottenere piccoli finanziamenti attraverso procedure semplici. Non possiamo permettere che la spina dorsale del nostro sistema produttivo venga lasciata senza risorse l’artigianato deve essere messo nelle condizioni di esprimere tutto il suo potenziale per affrontare le sfide il mercato quotidianamente ci pone davanti”, conclude Cavion.