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CONCLUSO IL RESTAURO CONSERVATIVO DELLA CAPPELLA DI SANTA CATERINA IN DUOMO A VICENZA

Virginio Piva e Mons. Beniamino Pizziol
Virginio Piva e Mons. Beniamino Pizziol

Sabato 22 settembre è stata inaugurata e benedetta da Sua Ecc.za Mons. Beniamino Pizziol, vescovo di Vicenza, la cappella di Santa Caterina della Cattedrale.

I restauri, impegnativi e complessi, hanno portato al recupero di questa cappella finalmente tornata a splendere, rivelando la sua straordinaria importanza storico-artistica.
Non si conosce l’originaria epoca di edificazione della cappella, ma certamente fu risistemata per volontà del nobile Montano Barbarano verso la fine del XV secolo. E in seguito al rinnovamento della cappella furono commissionati al pittore Bartolomeo Montagna gli affreschi parietali – realizzati tra la fine del secondo e l’inizio terzo decennio del XVI secolo – recuperati grazie al prezioso intervento di restauro. Alle pareti dell’abside sono affrescate le sante Caterina di Alessandria e santa Margherita di Antiochia; mentre nei due medaglioni soprastanti, secondo le fonti, erano effigiati i volti delle sante Lucia e Agata. Pesantemente danneggiata nella struttura dai bombardamenti del 1944-45 è stata risistemata nella ricostruzione postbellica.
L’intervento di restauro, condotto da Egidio Arlango, è consistito nel recupero degli affreschi, nella sistemazione delle integrazioni del sec. XVIII e nel “restauro del restauro” operato nell’immediato dopoguerra (1949-50). L’intervento ha interessato anche l’altare lapideo che ha rivelato una straordinaria finitura delle paraste e torna a farci godere la pregevole qualità artistica del paliotto della mensa: un rilievo in marmo rosso veronese, fronte dell’arca di Gangalando dei Gangalandi, capitano fiorentino morto a Vicenza nel 1359.
L’intervento è stato seguito dalla Soprintendente per i Beni Architettonici e Paesaggistici per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, arch. Gianna Gaudini; dalla Soprintendenza per i Beni Storici, Artistici ed Entoantropologici per le stesse province nella persona di Chiara Rigoni e dal direttore dell’Ufficio Beni Culturali Ecclesiastici della Diocesi di Vicenza, mons. Francesco Gasparini.
Tutto questo è stato possibile grazie al prezioso contributo della Cassa Edile Artigiana del Veneto – sezione di Vicenza e al sostegno di Confartigianato di Vicenza.
Il restauro infatti è il risultato del progetto “7 opere da salvare con 70 giovani da formare” promosso dalla Cassa Edile Artigiana Veneta (Ceav) in occasione del suo venticinquennale di attività e che ha coinvolto, appunto, le sette province della regione. Un’iniziativa che da un lato ha voluto offrire ad aziende e giovani che intendono avvicinarsi al settore del restauro la possibilità di condividere un’esperienza importante, dall’altro ha inteso restituire alla collettività sette capolavori dell’arte e dell’architettura.
A Vicenza l’iniziativa, il cui investimento si aggira sui 50mila euro ed è stata attuata attraverso il coordinamento del Cesar (Centro di Formazione di Confartigianato), ha visto all’opera per alcuni mesi una ventina di giovani allievi sotto la direzione del restauratore Egidio Arlango.
«Seguendo il lavoro dello specialista, i giovani partecipanti hanno potuto approfondire le tante conoscenze di base, teoriche e pratiche, necessarie per operare correttamente su un patrimonio sottoposto a vincolo – ha spiegato Virginio Piva, vicentino presidente della Ceav e vicepresidente di Confartigianato Vicenza -. Contemporaneamente  lasciamo un segno tangibile sul territorio per non dimenticare il legame culturale che unisce ogni comunità alla propria storia, sia nei centri maggiori che in quelli minori».