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Con “Servizi smart in rete – Garanzia Giovani” domanda e offerta di lavoro s’incontrano grazie anche a un nuovo modello di relazioni tra pubblico e privato

Ben 322 i giovani coinvolti e 225 le imprese che hanno richiesto dei tirocinanti: è questo, ad appena sei mesi dal suo avvio, il bilancio del progetto territoriale “Servizi Smart in rete per i giovani del territorio vicentino”, che rientra nell’ambito del programma Garanzia Giovani della Regione fortemente voluto dall’assessorato alla Formazione e al Lavoro e che vede il Cesar, ente di formazione di Confartigianato Vicenza, impegnato quale capofila dell’iniziativa.

L’iniziativa si rivolge ai giovani Neet (ovvero “Not in Education, Employment or Training”, quindi che non studiano né lavorano) tra i 15 e i 29 anni con l’obiettivo di offrire loro, partendo dai bisogni espressi dalle aziende del territorio, percorsi formativi e occupazionali. Per le imprese, invece, il vantaggio è quello di poter incontrare giovani selezionati e formati, con possibilità di inserirli tramite un tirocinio finanziato dal progetto usufruendo, in caso di assunzione, di agevolazioni quali un bonus da 1500 a 6000 euro in base alla tipologia di contratto e al profilo del giovane.
Già i numeri sono lusinghieri, ma la vera novità dell’iniziativa – com’è emerso dal convegno “Giovani in cerca di prima occupazione: iniziative e progetti di orientamento della Regione Veneto” promosso dalla Scuola di Psicologia dell’Università di Padova nella tre giorni dedicata a “Il counselling e l’orientamento in Italia e in Europa” – risiede nell’inedito approccio gestionale di servizi al lavoro che i 45 partner del progetto  – tra cui Confartigianato Vicenza, Confindustria Vicenza, Centro Produttività Veneto –  stanno delineando.
Il nuovo modello di governance territoriale, infatti, vede l’asse pubblico-privato (amministrazioni pubbliche, organizzazioni imprenditoriali coi loro enti di formazione, scuole professionali, università, agenzie di lavoro interinale, sindacati) impegnato a creare nuovi processi di partecipazione e di condivisione delle politiche del lavoro in aree a forte vocazione produttiva.
“In questo modo – sottolinea Sandro Venzo, delegato alle politiche del lavoro e della formazione di Confartigianato Vicenza – si può governare il cambiamento in atto nella cultura imprenditoriale e definire al meglio le nuove competenze necessarie all’azienda”.
Il progetto Garanzia Giovani, quindi, pur nella sua complessità, è prima di tutto un modello di creazione di “reti corte”, dove è forte la dimensione territoriale che porta con sé il suo valore, la ricchezza di un tessuto economico assai internazionalizzato, dove opera un sistema formativo organizzato, presente nelle imprese e sostenuto dalle associazioni.
“Affermare che l’iniziativa sta creando anche una coscienza di rete – prosegue Venzo – significa che si lavora assieme per realizzare infrastrutture tecnologiche da condividere nella gestione della domanda offerta di lavoro, per avere codici di funzionamento sociale che possono diventare condizioni infrastrutturali finalizzate allo sviluppo locale. L’ente pubblico, che partecipa in modo attivo, realizza cosi il principio di sussidiarietà, in quanto delega agli attori sociali del territorio le attività d’incrocio tra domanda e offerta monitorando i bisogni delle imprese e mettendo in atto una serie di misure destinate a creare occupazione”.
Una rete anche di conoscenza, in ultima analisi, perché facilita l’azione dell’elaborare insieme, tra privati e Regione, politiche pubbliche per lo sviluppo del mercato del lavoro, l’orientamento scolastico e occupazionale dei giovani, ovvero il capitale umano e sociale dei prossimi anni. Nel contempo, tale metodo fa crescere la responsabilità sociale dell’impresa e la fiducia verso i soggetti pubblici e i corpi intermedi, rendendo trasparente il processo di reclutamento dei giovani e rafforzando il rapporto pubblico-privato anche attraverso la condivisione delle scelte.
Osserva in merito Elena Donazzan, assessore regionale alla Formazione e al Lavoro: “Abbiamo costruito un sistema di relazioni molto forte qui in Veneto dove tutti gli attori protagonisti sono motivati a raggiungere un solo obiettivo: favorire in breve tempo le opportunità di lavoro, utili per il giovane ma utili anche per l’azienda. Ci siamo riusciti”.