Skip to main content







Carovita: quanto è aumentato a Vicenza?

Quello a cui si è assistito negli ultimi mesi è stato un negativo effetto domino, la cui fine pare ancora lontana.

Tra vari stop per pandemia, aumenti delle materie prime e dell’energia, il conflitto in Ucraina e il clima d’incertezza globale, la situazione è complessa e va monitorata con attenzione. Cos’è accaduto da inizio anno, in termini di costo della vita, lo spiegano i dati sull’inflazione elaborati dall’Ufficio Studi Confartigianato su base ISTAT, partendo già dal paragone tra febbraio 2022 e 2021.

Il rapporto Confartigianato ha esaminato il trend di ben 10 gruppi di prodotti e servizi, per oltre 230 prodotti. In particolare, le tendenze dei prezzi di 92 prodotti e servizi in mercati con una significativa presenza di piccole imprese, di cui 29 sono riferiti a prodotti alimentari e bevande e 17 a servizi a maggiore vocazione artigiana. Il report inoltre ha verificato le tendenze dei prezzi alla produzione manifatturiera e del costo di costruzione e dei prezzi dei servizi. 

I dati

Il costo della vita preoccupa. In Veneto i dati sono passati dallo 0,3% di febbraio 2021 al 6% dello stesso mese di quest’anno (quarta posizione in tutta Italia per il maggior incremento netto su base annua, pari al 5,7%), valore che non si registrava dal luglio del 1991. A livello provinciale, infatti, a Vicenza in febbraio 2022 il tasso di inflazione è risultato pari a +6,1% (+5,7% quello nazionale) e in accelerazione, considerato che a dicembre 2021 era +4,4% e a gennaio 2022 arrivava a +5,4%.  

In prima posizione le voci relative ad Abitazione, Acqua, Elettricità, Gas e Carburante, che hanno registrato una impennata dei prezzi del 29% in un anno (+27,4% il dato nazionale). In seconda posizione i Trasporti, cresciuti del 9,2% (dato nazionale +9%). Terza posizione per gli Alimentari, cresciuti del 5,3% (dato nazionale +5,7%). Quarta posizione per i Mobili e Articoli per la Casa, i cui prezzi a febbraio sono cresciuti del 3,5% (dato nazionale: +3%) rispetto a un anno prima. 

Al contrario, una decrescita si è registrata per Comunicazioni con -3,4%, per Bevande Alcool e Tabacchi con -0,5% (dato nazionale +0,2%). Inoltre, secondo i dati dell’Ufficio Studi, i dati di marzo già mostravano un ulteriore intensificarsi dell’inflazione nel Vicentino con il tasso che saliva a +7,5% (dato nazionale +6,7%).

Il commento

“I numeri purtroppo parlano chiaro: per cittadini e imprese far tornare i conti risulta sempre più difficile. A fronte di minor propensione alla spesa delle persone, a costi di produzione sempre più ‘imprevedibili’, molte aziende saranno costrette a ridurre l’attività, qualcuno definitivamente – ha osservato al proposito il presidente Confartigianato Gianluca Cavion-. Non si può più lavorare in costante ‘emergenza’, perché ci sono situazioni non prevedibili ma altre intuibili e risolvibili. Se la pandemia è del primo gruppo, i costi dell’energia fanno parte della seconda tipologia.  Ricordo infatti che i prezzi energetici a febbraio di quest’anno hanno subìto un incremento del 26,8% rispetto allo stesso mese dell’anno precedente”. 

“La dipendenza del nostro Paese da fornitori esteri di energia deve trovare una soluzione e nel frattempo si deve permettere alle imprese, quelle artigiane di piccole e medie dimensioni, di lavorare in serenità – ha proseguito il presidente -. Molte di quelle realtà, infatti stanno operando quasi senza margini perché non vogliono o non possono, pena perdere fette di mercato, trasferire i maggiori costi sul cliente. Ma questa situazione non può protrarsi a lungo: servono interventi certi nei tempi e nei modi per uscirne, magari investendo quell’extra gettito dell’IVA effetto di alcuni prezzi in crescita sui beni di consumo. Di sicuro, il perdurare di un sentimento di incertezza e di preoccupazione non aiuta la fiducia di imprese e cittadini, né la ripresa post pandemia”.

Articolo aggiornato al 27 maggio 2022