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BONOMO (CONFARTIGIANATO VICENZA): «LA TARES È INACCETTABILE»

«A quanto pare tutti concordano su un ripensamento in merito alla Tares, magari con motivazioni diverse, ma nell’ultimo Consiglio dei Ministri del 26 marzo scorso, pur a fronte della presentazione di un decreto di rinvio al 2014 proposto dal Ministro dell’Ambiente, nulla è stato deciso».

Per questo il presidente di Confartigianato Vicenza, Agostino Bonomo, torna a esprimere il proprio disappunto sulla vicenda della nuova tassa sui rifiuti: «Anzitutto – osserva – siamo di fronte a un tributo che aumenta i costi per le aziende e per le famiglie; inoltre, con la sua applicazione, si riducono i trasferimenti statali a favore dei Comuni. In sostanza si elevano le tasse e si impoverisce ulteriormente il territorio. Come già detto più volte, la nostra associazione non condivide questa nuova imposizione che introduce, oltre al costo per i rifiuti, anche quello dei servizi comunali cosiddetti “indivisibili”, sui quali non c’è ancora chiarezza. A nostro parere la comparsa di un costo aggiuntivo per tali servizi, che oggi può variare dai 30 ai 40 centesimi per metro quadrato, inevitabilmente diventerà la leva per poter aumentare nel futuro il limite massimo odierno. Per esempio: nel Comune di Vicenza i metri quadrati tassabili sono circa 7,5 milioni e questo significa che famiglie e imprese sosterranno complessivamente, per i servizi indivisibili,  un costo maggiore di circa 2.250.000 euro rispetto al 2012, cifra che però verrà trattenuta dallo Stato dai trasferimenti dovuti. Nella sostanza, ai cittadini e agli imprenditori di Vicenza tale meccanismo costerà circa 5 milioni di euro. Moltiplicando tutti i metri quadrati della provincia tassati con la Tares, ho la sensazione che arriveremmo a qualche decina di milioni di euro in più che dovremmo tutti sborsare. E penso che somme del genere possano essere più utili al nostro territorio, alle imprese e alle famiglie. Per questo insistiamo affinché il Governo deliberi con urgenza lo slittamento della Tares al 2014, affidando al Parlamento la sua eventuale abrogazione. Mantenerla è assolutamente sbagliato, la misura dei prelievi è colma».