Skip to main content







Apprendistato: una leva cruciale per i giovani della provincia di Vicenza

L’apprendistato torna protagonista in Veneto, e a Vicenza in particolare, come leva cruciale per l’occupazione giovanile e la trasmissione delle competenze nei settori chiave dell’economia territoriale.

Lo rileva un’indagine di Confartigianato Imprese e Veneto Lavoro presentata recentemente. Vicenza spicca, prima in Veneto con 12.937 i rapporti di lavoro di apprendistato a fine 2024, pari al 20,6% dei quasi 63mila regionali, di cui 3.713 in imprese artigiane. La quota di apprendistato nelle attività produttive vicentine a carattere artigiano è pari al 28,7%, più alta della media regionale del 26,5%. I 3.713 contratti in apprendistato si suddividono in: 3.595 “apprendistati professionalizzanti” (secondo livello), 111 “apprendistati per il diritto-dovere di istruzione e formazione” (primo livello) e 7 apprendistati di “alta formazione e ricerca”. Il dato conferma anche l’importanza dell’apprendistato quale modalità coerente con le esigenze formative e operative del tessuto artigiano regionale.

Un pratica, si tratta oggi più che mai di uno strumento strategico per accompagnare i giovani nella fase d’ingresso nel mercato del lavoro, e infatti molti non terminano il contratto di apprendistato perché confermati prima; molti altri, invece, trovano impiego in altre aziende artigiane forti delle competenze acquisite. Sempre più importanti, quindi, rimangono le azioni condivise tra istituzioni, imprese e mondo della formazione per rendere l’apprendistato più attrattivo per i giovani e più accessibile per le imprese, attraverso semplificazioni e incentivi mirati.

Il report

Un’indagine, quella condotta di Confartigianato Imprese Veneto e Veneto Lavoro, “a doppio sguardo” per capire meglio il presente e progettare il futuro. Il report si compone di due ricerche: una “quantitativa”, condotta su base regionale, che analizza l’andamento dei contratti di apprendistato, la distribuzione territoriale, i settori di maggior impiego e gli esiti occupazionali a medio termine; e una “qualitativa” che raccoglie voci e testimonianze di imprenditori, tutor e giovani apprendisti, mettendo in luce le potenzialità ma anche le criticità del sistema attuale.

Dati che parlano chiaro

Negli ultimi anni l’apprendistato, in particolare quello “professionalizzante”, ha fatto registrare un trend di crescita significativo all’interno del mercato del lavoro veneto, interrotto solo nell’ultimo biennio. Anche in virtù della sua valenza formativa, a fare ricorso a tale strumento contrattuale sono soprattutto le imprese artigiane, dove si concentra un quarto del totale delle assunzioni in apprendistato registrato in Veneto. Nel 2024, le assunzioni con contratto di apprendistato effettuate in Veneto sono state complessivamente 43.200, di cui 9.700 nelle imprese artigiane. Si tratta di un risultato leggermente inferiore al picco massimo raggiunto nel 2022 (48.500), ma che si mantiene comunque su livelli particolarmente elevati. Nelle imprese artigiane, il peso delle assunzioni in apprendistato supera il 15% del totale, a fronte del 6% registrato per il totale delle aziende venete

I contratti in essere al 31 dicembre 2024 erano 63mila, il 27% dei quali attivati presso imprese artigiane. Nella maggior parte dei casi, i rapporti di lavoro interessano l’ambito industriale, soprattutto Costruzioni, Metalmeccanico e alcuni comparti del Made in Italy quali Legno, Mobilio, Alimentari e, nel terziario, i Servizi alla Persona.

L’apprendistato professionalizzante rappresenta di gran lunga la tipologia contrattuale più diffusa, con 61.000 rapporti di lavoro attivi, di cui oltre 16mila nelle imprese artigiane, e 41.500 nuove assunzioni nel corso del 2024.

Quasi la metà dei rapporti di lavoro in apprendistato risulta confermato a tempo indeterminato entro i 5 anni successivi all’assunzione. Nelle aziende artigiane, i tre quarti dei rapporti di lavoro confermati risultano ancora aperti a cinque anni dall’avvio dell’apprendistato, una quota superiore al dato medio rilevato per il totale delle imprese. La principale causa di conclusione dei rapporti in apprendistato prima della loro conferma a tempo indeterminato sono le dimissioni da parte del lavoratore, cui molto spesso segue l’attivazione di un rapporto di lavoro presso un’altra azienda, artigiana o meno.

Impegno congiunto per rilanciare il modello

L’apprendistato si conferma un contratto centrale per il comparto artigiano veneto: oltre il 72% delle imprese intervistate ha avuto esperienze recenti con questa tipologia contrattuale. Più della metà (56,5%) ha apprendisti attualmente in forza, segno di un orientamento strategico verso l’investimento nel capitale umano e nel ricambio generazionale. Il dato conferma anche l’importanza dell’apprendistato quale modalità “coerente” con le esigenze formative e operative del tessuto artigiano regionale. L’indagine ha rilevato che il 70% non ha terminato il contratto di apprendistato: perché molti ragazzi vengono confermati prima, molti trovano impiego in altre aziende artigiane forti delle competenze acquisite, mentre altri fattori sono legati al “mismatch” tra aspettative e realtà lavorativa o scarsa motivazione da parte dei ragazzi.

Secondo i dati Inapp 2022, il numero medio di rapporti di lavoro in apprendistato risultava pari a 569.264, in aumento del +4,5% rispetto al 2021. La crescita ha interessato tutte le ripartizioni territoriali, anche se l’aumento più alto si registrava nel Centro (+6,2%); seguiva il Nord-Ovest (+5,6%), mentre il Nord-Est segnava un aumento più contenuto (+2,6%). I dati dell’Osservatorio INPS per il 2023 – provvisori – segnalano un ulteriore incremento dei rapporti di lavoro in apprendistato, per cui il numero saliva a 573.547. Per il 2024, i dati più recenti sugli avviamenti – sempre provvisori – segnalano una contrazione negli ultimi due trimestri; di contro, sono aumentate le trasformazioni a tempo indeterminato al termine del contratto.

Il Rapporto di monitoraggio sull’apprendistato predisposto da Inps e Inapp ha consentito una lettura di dettaglio sull’andamento dell’apprendistato. Rispetto alle diverse tipologie, l’apprendistato professionalizzante rimane la forma contrattuale più diffusa (97,7%), pur in presenza di una crescita significativa del I livello (+18,8%). Anche il III livello registra una leggera crescita (+10,9%).

L’Alleanza europea per l’apprendistato

Confartigianato Imprese Veneto ha annunciato con entusiasmo la propria adesione all’European Alliance for Apprenticeships (EAfA), iniziativa promossa dalla Commissione europea per rafforzare la qualità, la quantità e l’immagine degli apprendistati in tutta Europa.

Grazie a ciò, Confartigianato Imprese Veneto si impegna a: rafforzare la qualità dell’apprendistato attraverso l’introduzione di percorsi formativi innovativi e orientati al futuro digitale e green; ampliarne l’offerta, favorendo la nascita di nuove opportunità di inserimento lavorativo per giovani artigiani; valorizzare l’immagine dell’apprendistato, promuovendo una cultura del lavoro che coniughi tradizione artigiana e innovazione; favorire la mobilità formativa, consentendo ai nostri apprendisti di avere occasioni di esperienza anche transnazionale. L’adesione all’EAfA segna per Confartigianato Imprese Veneto un momento strategico: grazie a questo, l’associazione potrà catalizzare il potenziale degli apprendistati artigiani, sostenendo le imprese nella formazione di giovani professionisti e consolidando il ruolo dell’artigianato veneto nel panorama europeo.

La riforma in discussione

Una bozza di articolato è in fase di preparazione, frutto di una collaborazione tra i tecnici del Ministero del Lavoro e delle Regioni. Ecco alcuni punti centrali. Il primo è eliminazione dei limiti di età (massima) per l’apprendistato di primo e terzo livello, considerato che per l’apprendistato professionalizzante è già vigente la possibilità di assumere lavoratori senza limiti di età. Secondo, l’ampliamento delle finalità: l’apprendistato di primo livello può essere attivato anche per micro-qualificazioni relative alla qualifica o al diploma professionale, o al certificato IFTS; l’apprendistato di terzo livello per qualificazioni o microqualificazioni contenute nei repertori regionali, oppure per l’acquisizione della qualifica di tecnologo aziendale. Seguono: la possibilità di attivare apprendistati in regime di co-datorialità e la semplificazione delle procedure riguardanti la formazione esterna nell’ambito dell’apprendistato professionalizzante

Confartigianato Imprese Veneto e Veneto Lavoro, con la loro ricerca, hanno posto le basi per un’azione condivisa tra istituzioni, imprese e mondo della formazione. L’obiettivo è duplice: rendere l’apprendistato più attrattivo per i giovani e più accessibile per le imprese, attraverso semplificazioni, incentivi mirati (nel 2013 il finanziamento dedicato era di 100 milioni, ridotto a 15 milioni con l’ultima legge di stabilità) e una regia territoriale efficace. Tra gli obiettivi prefissati, anche quello di rilanciare l’apprendistato duale, oggi cenerentola rispetto all’apprendistato professionalizzante. La ricerca ha inoltre evidenziato l’opportunità di rafforzare il ruolo del tutor aziendale, così come avviene in molti altri Paesi europei.

Le richieste della categoria artigiana

Come emerso anche dall’indagine qualitativa di Confartigianato Imprese Veneto, l’aspetto economico oggi assume una posizione subordinata rispetto a un bisogno di equilibrio tra vita lavorativa e vita personale: la pandemia ha agito da acceleratore di tendenze latenti. È in atto una vera e propria trasformazione culturale nel rapporto di lavoro, che chiama le imprese artigiane a ripensare l’organizzazione delle proprie aziende. Così diventa necessaria, oltre a una riorganizzazione dei modelli, anche una maggiore integrazione tra formazione interna ed esterna basata su una corresponsabilità educativa e una condivisione progettuale dei percorsi che eviti la frammentazione attuale.

Investire sull’apprendistato significa investire sulle risorse: i trasferimenti alle Regioni si sono drasticamente ridotti. Così, se si riducono i finanziamenti nazionali, bisogna metterne a disposizione altri, come i fondi interprofessionali e il Fondo Sociale Europeo.

Serve un investimento significativo, robusto e convinto sulla formazione, che sia in linea con i fabbisogni attuali. È necessario migliorare la rete degli imprenditori sul territorio e mutuare la riforma Valditara sulle filiere normative. Il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro non è un’emergenza, ma una condizione strutturale: l’apprendistato deve diventare un sistema partecipato e plurale. Rispetto alla proposta di superare i limiti di età, la Categoria si ritiene disposta a una valutazione, ma ritiene sia importante non sovrapporre genericamente percorsi di formazione e ingresso nel mercato del lavoro per i più giovani e, dall’altra parte, percorsi di riqualificazione e reinserimento per gli adulti, che vanno progettati con cautele.

Confartigianato imprese Veneto ha chiesto di essere coinvolta come parte sociale, perché l’istituto dell’apprendistato appartiene alla sua storia e la sua regolamentazione è rimessa alla contrattazione collettiva. L’apprendistato rivolto ai giovani va insomma considerato non solo come una politica attiva a sostegno, ma come uno strumento di orientamento personale e formativo per le competenze necessarie a operare nel mercato del lavoro.