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Academy: scuole alla scoperta del tessuto produttivo

L’approvazione della riforma degli ITS, tanto attesa, promossa e sostenuta della imprese dà una spinta non indifferente ai corsi biennali post diploma di scuola superiore, per reperire, e formare ex novo, figure professionali e competenze in linea con le necessità delle imprese.

Nel frattempo ci si avvia all’inizio del nuovo anno scolastico. E con esso anche la proposta della Vicenza Academy di Confartigianato.  Dedicata agli studenti di elementari, medie e superiori, e ai loro docenti, l’Academy è un contenitore formativo permanente che ha l’obiettivo di far acquisire competenze attraverso il metodo “learning by doing” (imparare facendo). Articolata in moduli, l’Academy si avvale di collaborazioni esterne per i saperi legati alle materie STEM (tecnico-scientifiche), e di un gruppo di imprenditori artigiani per laboratori di manualità. Un’opportunità per studenti e insegnanti di scoprire anche il tessuto produttivo vicentino e di sviluppare, anche tra i più giovani, abilità trasversali (soft skills) quali “cooperative learning”, “team building” e “problem solving”, nonché di abbinare competenze digitali anche sociali.  Per il mondo dell’artigianato, come raccontano Giancarlo Busato e Riccardo Barbato (che è anche presidente del Mandamento di Noventa)  questi laboratori sono un’occasione importante per far scoprire la bellezza dei mestieri artigiani alle giovani generazioni e per conoscere i ragazzi di oggi.

Le testimonianze

L’Academy è un percorso che coinvolge gli artigiani che con gli studenti, e come studenti, si mettono alla prova. Un’esperienza unica, come raccontano due dei ‘docenti’ dell’Academy, Giancarlo Busato della Stamperia d’Arte Busato, bottega storica, meta di artisti e cultori dell’arte che ha sede a Vicenza (https://www.stamperiadartebusato.it/) e Riccardo Barbato titolare de La Pony Confezioni attiva a Noventa Vicentina, nonché presidente del Mandamento di Noventa

Cosa l’ha mossa a partecipare all’Academy?

Barbato: La voglia di trasmettere competenze e di suscitare nei ragazzi l’interesse per dell’artigianato. Spesso mondo del lavoro e scuola sembrano due realtà distanti invece gli studenti hanno avuto modo di constatare quanto i saperi acquisiti in aula siano utili, se non indispensabili, in ogni ambito di attività. Nel caso specifico disegno, matematica e geometria sono le basi per un buon lavoro di sartoria, eppure in pochi ci pensano. Con i laboratori dell’Academy quindi si mettono in contatto due tipi di conoscenze che sono sì diverse ma perfettamente complementari.

Busato: Academy School, e ancor prima “Dire Fare e Pensare”, e ancor prima “Educazione alla Manualità”. Dal 1998 ho intrapreso questa strada che Confartigianato Imprese Vicenza, costituendo un validissimo staff dell’Ufficio Scuola a supporto di noi artigiani, proponeva ai soci di mettersi in gioco attraverso il proprio lavoro percorrendo strade nuove e diverse: una grande intuizione a quel tempo, perché non era semplice far capire che lo stare in bottega non era più sufficiente. Aprire le porte della Bottega e trasmettere il mestiere agli altri aiuta a far comprendere le fatiche dei nostri mestieri d’arte, spesso poco capiti e considerati. Per me è stata una sfida difficile e combattuta anche all’interno della mia stamperia, dove mio papà Giuliano non era d’accordo perché riteneva che l’artigiano dovesse rimanere in bottega a lavorare, non uscire e aprire le porte a tutti. Però la passione per il mio lavoro e il volerlo trasmettere mi hanno spinto a percorrere questa strada e oggi, dopo tanti anni, anche mio papà si è convinto che alla fine è stata una scelta giusta. L’artigiano deve ogni giorno affrontare scelte, decisioni a volte difficili e complesse, ma la passione ci dà conforto e sicurezza in ogni momento, felice o triste che esso sia. Oggi grazie a questa scelta posso dire aver trasmesso la mia passione e il mio lavoro a migliaia e migliaia di alunni e famiglie.

Che tipo di laboratorio ha proposto?

Barbato: I ragazzi hanno realizzato delle t-shirt partendo dall’inizio ovvero, divisi a coppie, hanno preso le misure quindi hanno trasferito su carta il tutto (applicando conoscenze legate alle materie geometriche e matematiche apprese) per realizzare un cartamodello. A questo punto hanno riportato il cartamodello su tessuto. Al taglio e al cucito poi ci abbiamo pensato noi come azienda. I ragazzi si sono divertiti anche perché si è trattato, nella fase inziale, di lezioni di matematica, geometria e disegno ‘non convenzionali’ e per questo stimolanti. 

Busato: Ho proposto ciò che eseguo tutti i giorni: lo stampare per gli artisti. Il mio lavoro è molto particolare perché senza gli artisti io non potrei fare nulla, loro per me sono una sorta di ‘materia prima’. Andare nelle scuole a far capire che ci sono valori come la fiducia, il rispetto, il lavorare insieme, faticare insieme, che si possono commettere errori ma essendo consapevoli che solo insieme si può raggiungere un traguardo, allora questa è una solida partenza! E questo l’ho trasmesso attraverso il laboratorio di “Incisione alla puntasecca”, dove oltre al lavoro manuale degli studenti/artisti, supportati dalle competenze artistiche degli insegnanti, c’è una parte didattica incentrata sul rapporto di fiducia con lo stampatore e una parte tecnica su come si stampa e tutti gli elementi necessari per la riuscita dell’opera grafica.

Qual è stata la risposta dei ragazzi e degli insegnanti?

Barbato: È naturale che si siano studenti più portati e altri meno, quanto all’interesse per i laboratori diciamo che c’è sempre un gruppo motivato ed entusiasta, altri che vanno spronati, e poi quelli poco interessati. Di solito, ci confermano gli insegnanti, questo tipo di esperienze rispecchia l’andamento della classe, e dei singoli, anche nel rendimento scolastico. Rimane però l’importanza di esperienza come queste perché, proponendole ai ragazzi di seconda media, si permette ai docenti, e agli stessi studenti, di verificare le proprie conoscenza, competenze, e talenti, magari scoprendone qualcuno di nuovo (c’è qualcuno che alla fine chiede come può fare per intraprendere il mestiere) o che la strada che ci si figurava dopo le medie non è la più adatta. Quindi, in ogni caso questi laboratori sono utili, anche ai genitori, in ottica di orientamento.

Busato: Per abitudine quando spiego il mio laboratorio cerco di trasmettere agli alunni e agli insegnanti che l’obiettivo più importante non è il risultato finale, ma capire come raggiungerlo. Nel mio mestiere è fondamentale preparare bene il percorso per raggiungere il prodotto finale, attraverso delle regole che nell’arte grafica sono fondamentali e fisse: la specularità, il fatto di non poter sbagliare perché non si può cancellare, l’attesa nel vedere il lavoro finito attraverso il processo della stampa manuale, che può richiedere tempo nell’esecuzione: ma è sempre affascinante vedere lo stupore dei ragazzi nel momento che il foglio stampato si alza dalla matrice che hanno realizzato.

Cosa nota di differente nei ragazzi nel corso di questi anni (mancanza di manualità, poca attenzione…)?

Barbato: Ho notato che manualità e attenzione si perdono proprio negli anni delle scuole medie perché i ragazzi si accostano ad altri strumenti, dobbiamo invece far recuperare ai giovani la bellezza di creare con le mani perché da lì partono i pensieri. Certo ci sono le eccezioni legate magari ad abitudini familiari o passatempi extra scolastici. Col tempo mi accorgo che chi pratica uno strumento musicale è più abituato alla concentrazione e all’attenzione, ha una buona manualità e non manca di tenacia. Ho inoltre notato che quando le stesse materie scolastiche vengono applicate in maniera ‘creativa’ c’è maggiore interesse ed entusiasmo forse perché si vede una applicazione pratica di quanto fino ad allora appreso solo in maniera teorica. 

Busato: Ovviamente l’evolversi della tecnologia di questi anni ha influenzato il modo di rapportarsi dei ragazzi alla manualità. Noto per esempio che la soglia di attenzione e di attesa per raggiungere il risultato finale si sta man mano assottigliando. Un altro aspetto che in questi anni ho notato è la poca fantasia: se non vengono spinti attraverso immagini già realizzate sono in difficoltà nel progettare una loro idea, quindi devono essere sempre stimolati. Soprattutto in ragazzi un po’ più grandi alle volte manca quella viva curiosità di vedere e imparare cose nuove, differenti dai mezzi che sono attualmente abituati ad utilizzare.

E cosa ha tratto lei dal rapporto con i ragazzi?

Barbato: Venire a contatto con le giovani generazionipermettedi capire quanto e dove noi adulti possiamo aiutarli. Capire dove stanno le loro difficoltà, e i loro limiti, ma anche individuare chi mostra particolari capacità, vuol dire sostenerli nella crescita e nell’affrontare il futuro.

Busato: I ragazzi sono sempre stimolanti: quelli curiosi che si interessano e fanno domande per sapere e conoscere qualsiasi cosa vedono o li incuriosisce, diventano uno stimolo anche per gli altri che, magari intimoriti, non riescono ad emergere, e li aiutano al confronto e al dialogo. Sono sempre una scoperta ed è una gioia vedere come sono ancora in grado di stupirsi, alle volte bastano le cose semplici per emozionarli e farci emozionare. La fortuna del mio lavoro è quella di lavorare a contatto con gli artisti, siano essi professionisti o bambini, quindi è un arricchimento reciproco.

Consiglierebbe ad altri colleghi di partecipare a questa iniziativa?

Barbato: Sì, nel modo più assoluto. Con il calo costante delle nascite abbiamo bisogno di persone competenze e non di meri lavoratori/esecutori. Soprattutto i più giovani vanno quindi attenzionati, tenuti d’occhio, e in questo senso l’Associazione, e ogni singolo imprenditore, giocano una partita importante: o ‘coltiviamo’ questi ragazzi o li perdiamo. E se li perdiamo, se non siamo capaci di trasmettere loro la passione e la bellezza del mondo dell’artigianato, altre realtà ne beneficeranno. A quel punto è inutile lamentarsi. Per cui non dobbiamo aspettare ma investire noi, mondo produttivo e sistema economico, nelle giovani generazioni anche con iniziative come quella dell’Academy.

Busato: Sicuramente inviterei anche altri colleghi ad avvicinarsi al mondo dei giovanissimi, non nascondo che le energie da dedicare sono molte, ma sono anche piccoli semi che potranno dare dei frutti futuri, sono un investimento per il nostro sapere che deve essere tramandato verbalmente e visivamente. Anch’io ho imparato e mi sono appassionato con gli occhi ancor prima di imparare a fare.

Ritiene che nelle scuole i laboratori artigianali sarebbero utili per avvicinare i più giovani al mondo artigiano, anche per apprendere ‘facendo’ e facendo fatica, insomma per acquisire una forma mentis utile in altre materie e nella vita in generale?

Barbato: Indubbiamente i laboratori artigianali sarebbero una ricchezza, in termini di crescita, per i ragazzi. Dalla mia esperienza, anche in qualità di presidente del Mandamento in contatto con tutte le espressioni della comunità territoriale, constato che le porte delle scuole sono aperte a questo tipo di esperienza laboratoriali intese come attività complementari, e non alternative e questo è importante, alle conoscenze scolastiche. Faccio un esempio: alcune scuole hanno una stampante 3D ma non sanno come farla funzionale e cosa fare! Se ogni artigiano entrasse in contatto con le realtà scolastiche del suo territorio sarebbe un risultato davvero importante, per i ragazzi, per il sistema artigiano e per la comunità tutta.

Busato: Le cose facili sono effimere, le assapori subito ma poi non rimangono. La “lentezza” del lavoro manuale, l’artigianalità che tanto ci invidiano, richiede dedizione e pazienza e una volta che impari ad attendere e ad assaporare il risultato dopo un tanto lavorare, modificare, allora ti accorgi quanta soddisfazione trai dal tuo lavoro, ed è questo che bisogna insegnare ai giovani di oggi che vivono in un modo che viaggia ai 100 all’ora sempre; bisogna insegnar loro ad osservare, quindi a rallentare.

Il programma delle nuove proposte, tanto per gli studenti che per i docenti, si può consultare sul sito www.confartigianatovicenza.it

Articolo aggiornato al 29 luglio 2022

Contatta l’Ufficio Scuola di Confartigianato Vicenza per maggiori informazioni

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