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Il premio Faber Teatro 2025 alla Compagnia Dell’Orso

È stato attribuito alla Compagnia dell’Orso di Lonigo il Premio Faber 2025, riconoscimento che Confartigianato Vicenza dal 1995 conferisce a quelle compagnie di teatro che si distinguono nel panorama del teatro amatoriale.

La formazione leonicena, scelta per aver vinto il Gran Prix di FITA, che riunisce il mondo del teatro non professionistico a livello regionale e poi nazionale, si è esibita come da tradizione al Teatro Olimpico.

I PROTAGONISTI

Storia della compagnia

La Compagnia dell’Orso è figlia di una meravigliosa esperienza di teatro scolastico: quella della Compagnia degli Ultimi, il gruppo teatrale del Liceo “Pavoni” di Lonigo (VI), creato e diretto dalla prof.ssa Emanuela Bragolusi Moretto. È un manipolo di ex Ultimi, infatti, che qualche anno dopo la maturità – nel 2007 – fonda la Compagnia dell’Orso, affidandone la guida alla prof.ssa Bragolusi.

Il ruolo di mascotte del gruppo viene subito assegnato a un buffo orsacchiotto di peluche (Teddy): è a lui che si deve il nome della compagnia. Quel progetto teatrale, nato quasi per gioco, si trasforma un po’ alla volta in qualcosa di molto serio, anche grazie al preziosissimo aiuto dell’attore professionista Maximilian Nisi, che degli Orsi è stato, fino al 2015, formatore e regista.

E così, oggi, la Compagnia dell’Orso può gioire per le sue nove variegate produzioni (da Plauto a Goldoni, da Rostand a Simon, da Coward a Sartre…), per le migliaia di chilometri percorsi in giro per l’Italia, per il privilegio di aver recitato in decine di teatri (alcuni molto prestigiosi), per l’affetto del pubblico e il favore della critica.

Con “Trappola per un uomo solo” di Robert Thomas, la Compagnia dell’Orso è tornata, emozionata ed entusiasta, sul palcoscenico palladiano.

Trappola per un uomo solo” di Robert Thomas

Elisabeth e Daniel, sposati da tre mesi, stanno trascorrendo una vacanza in uno chalet nei pressi di Chamonix. Un giorno, Elisabeth scompare. Daniel, comprensibilmente preoccupato, si rivolge alla polizia. Il caso non sembra così difficile da risolvere ma, a seguito dell’arrivo di una donna allo chalet, si trasforma in un autentico mistero: lei sostiene con decisione di essere Elisabeth, mentre Daniel assicura al commissario responsabile delle indagini che quella donna non è la propria moglie. Chi dei due mente? E perché lo fa? Basterebbe una fotografia o un testimone per scoprire la verità, ma reperire prove schiaccianti si rivela tutt’altro che semplice. La Compagnia dell’Orso si cimenta in questo caso, per la prima volta, con un giallo. Un giallo ricco di colpi di scena e dal finale sconvolgente. Un giallo che, poco o tanto (speriamo tanto!), fa riflettere. Insomma, un giallo che ha tutte le carte in regola per… mettere in trappola il pubblico. Se ci riesce, il merito va attribuito, oltre che all’efficacissimo testo di Robert Thomas, anche al tenace impegno degli Orsi, alle musiche originali – così “giuste” e coinvolgenti – scritte dai compositori Alberto e Leonardo Schiavo, e all’impattante scenografia progettata dall’artista Lucia Buratto.