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La giornata del Made in Italy racconta il valore artigiano

Una Giornata dedicata al Made in Italy: è quanto promuove, da due anni a questa parte, il Ministero delle Imprese e – appunto – del Made in Italy.

La data scelta è il 15 aprile, ovvero il giorno della nascita di Leonardo Da Vinci, simbolo del genio e del talento italiano per eccellenza. “Mai come in questo momento deve essere forte l’impegno per tutelare la nostra qualità manifatturiera e le competenze che sono diretta espressione delle tradizioni produttive dei nostri territori”, ha spiegato il presidente di Confartigianato Imprese Vicenza, Gianluca Cavion. In questo contesto a Roma è stata lanciata anche la campagna “Artigianato, futuro del made in Italy” promossa da Confartigianato con le altre Confederazioni artigiane e con Fondazione Symbola, per comunicare un’immagine moderna dell’artigianato e i valori di cui è promotore.

I CONTENUTI

I temi della Giornata

“Va raccontato ai giovani, con linguaggi e strumenti a loro vicini, cos’è l’artigianato e come ha saputo nel tempo crescere abbracciando tanti aspetti, come digitalizzazione, sostenibilità e internazionalizzazione, ambiti in cui ci sono interessanti margini di crescita – continua Cavion-. Al contempo vanno valorizzate le competenze già presenti in azienda e che rischiano di non trovare chi ne raccolga il testimone. Per questo, ed è l’altro aspetto importante, va anche spiegato al consumatore qual è la differenza tra un prodotto realizzato da un’impresa artigiana e uno diffuso a larga scala. Qualità, rispetto delle norme anche in tema di tutela dei lavoratori, attenzione alle nuove esigenze del consumatore, ricerca della sostenibilità (un prodotto artigiano non è ‘usa e getta’) anche sociale, ricadute positive sul territorio in cui l’azienda opera, valorizzazione di lavorazioni e competenze uniche: questo è quanto offrono gli artigiani mettendoci, in più, anche la faccia”.
Tra le iniziative promosse da Confartigianato anche la presentazione de ‘L’Abbecedario del Made in Italy’, i nuovi linguaggi dell’artigianato”, progetto editoriale nato – come spieghiamo a parte – per raccontare il passato e il futuro dell’artigianatoitaliano. Tra gli eventi collaterali della Giornata, importante è stato pure l’allestimento “Made In Italy al femminile” che ha visto protagonista, assieme ad altre 100 realtà imprenditoriali che si sono affermate nei loro settori, l’azienda vicentina Nanis Italian Jewels srl di Trissino, che ha partecipato con una propria creazione orafa.

Come sta il Made in Vicenza artigiano?

La giornata del 15 aprile è stata inoltre l’occasione per fare il punto per capire come sta il Made in Italy nelle varie aree geografiche. Nel caso del Vicentino, nel quinquennio 2019-2024 il comparto dell’artigianato manifatturiero ha perso 805 imprese. Un dato che pare suonare come un campanello d’allarme per il futuro, però occorre specificare che non sempre si è trattato di imprese che abbassavano la saracinesca ma, in circa un caso su tre, di aziende che sono cresciute, si sono evolute in dimensioni e hanno così perso le “caratteristiche” di artigianalità in senso stretto.
Parallelamente, l’export dimostra una vitalità importante con un +22% rispetto al pre-covid, per un valore di volumi esportati pari a 22,4 miliardi di euro. A fare da traino gioielleria, bigiotteria, pietre preziose con un +79,8 %; seguono alimentari e bevande (+63,9%), elettronica e informatica (+45,8%) e legno e arredo (+35,8%). C’è da tenere in considerazione, però, che tra il 2019 e il 2024 i prezzi alla produzione nel settore manifatturiero sono aumentati del 18,3%.

In alcuni settori il comparto ha perso un’impresa su 10, in altri (macchinari, moda, elettronica) si arriva fino ad 1 impresa su 5 in meno. I dati elaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Veneto evidenziano il segno negativo per tutte le realtà artigiane della provincia, nessun settore escluso: se nel pre-covid le imprese del manifatturiero vicentino erano 12.704, di cui 6.485 artigiane, in 5 anni il medesimo comparto artigiano ha perso 805 attività. Un trend che, nonostante la ripresa post-pandemia, non accenna a fermarsi: nel 2023 le imprese artigiane si erano attestate a 5.889 unità, in un anno (2024) il comparto ha perso il 3,7%, fermandosi a 5.680 aziende. Negli ultimi 5 anni, il calo maggiore del numero di imprese riguarda il comparto macchinari (-20,5%), moda (-17,6%), elettronica ed informatica (-17,1%).

Colpisce il dato legato alle competenze: gli addetti del Made in Vicenzasono aumentati (+2,7%) in totale; per il mondo artigiano, invece, la percentuale di lavoratori scende del 14,9% negli ultimi 5 anni, a conferma anche le imprese che perdono il “titolo” di artigiane sono quelle di maggiori dimensioni. Si conferma sempre il problema della difficoltà di reperire nuovo personale. Dai dati di Unioncamere-MLPS, nel 2024 a Vicenza il 57,2% delle micro e piccole imprese ha avuto difficoltà di reperimento del personale, quota più elevata della media regionale (55,0%) e di quella nazionale (51,3%). Inoltre, è risultato un peggioramento del problema, con un aumento di 1,3 punti percentuali della quota di entrate di difficile reperimento rispetto al 2023.

Dunque, un periodo di transizione, che spiega le tante iniziative messe in atto dalle rappresentanze di categoria per favorire una ripresa complessiva pur in una situazione (vedi la questione dazi) non semplice.