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CONFARTIGIANATO VENETO: PROROGA DEL PIANO CASA AL LUGLIO 2013, SBALCHIERO «BENE. ORA CI ATTENDIAMO UN ITER VELOCE»

Soddisfazione da parte di Confartigianato del Veneto per la proroga del Piano Casa.

«Che il Piano Casa potesse essere il protagonista della ripresa del settore edile regionale nel 2011 ne eravamo più che certi ed è per questo che accogliamo con grande soddisfazione che su proposta del vicepresidente Marino Zorzato, la Giunta del Veneto abbia approvato oggi alcune modifiche alla legge regionale n. 14/2009, tra cui la proroga per altri due anni della sua applicazione, fino a luglio 2013. Ci appelliamo ora al Consiglio Regionale affinché l’iter legislativo sia sufficientemente rapido per dare certezze alle persone che vogliono rinnovare la loro abitazione e un po’ di respiro alle nostre imprese che ne hanno davvero bisogno». È quanto afferma Giuseppe Sbalchiero, presidente della Confartigianato Imprese del Veneto.
«Abbiamo creduto nelle potenzialità della legge 14 del 2009 a tal punto da monitorarne sin dai primi mesi l’andamento con un osservatorio specifico realizzato grazie alla nostra Cassa Edile (CEAV), il Cresme e l’Unioncamere del Veneto – spiega Paolo Fagherazzi, presidente veneto degli Edili-. E le stime sono a dir poco straordinarie per precisione e ricchezza, dato che ci hanno permesso di anticipare a dicembre 2010 le 22mila domande presentate, oggi confermate dai dati a consuntivo messi a disposizione dalla Regione Veneto».
L’osservatorio permette di quantificare complessivamente il volume d’affari che verrà attivato dal totale di questi interventi, stimato intorno ai 720 milioni di euro, dei quali 650 milioni per domande relative all’edilizia residenziale, un valore quest’ultimo pari all’10,4% del totale degli investimenti in nuove costruzioni residenziali per il 2010.
«Questi volumi, importanti anche se al di sotto delle aspettative iniziali – conclude Sbalchiero -, ci fanno ben sperare sugli effetti benefici che il prolungamento di due anni della norma potrà avere sull’intero comparto. Soprattutto se si tiene conto che il provvedimento finora è stato efficace soprattutto nel settore residenziale, ma per interventi di ampliamento contenuti nelle dimensioni – una media di 75 metri cubi a intervento per incrementi al massimo del 20% delle volumetrie esistenti – e non quindi per gli interventi più premianti in termini volumetrici e più interessanti sotto il profilo della qualità edilizia e urbanistica: si pensi alla demolizione e ricostruzione di edifici vetusti o agli interventi in edifici ante 1989».

IL PIANO CASA IN SINTESI

  • 23.000 domande presentate a fine gennaio 2011
  • 21.700 domande residenziali
  • 1.300 domande non residenziali
  • 75 metri cubi la dimensione media degli interventi residenziali
  • 170 metri cubi la dimensione media degli interventi non residenziali
  • 720 milioni di investimenti attivabili dalle domande presentate
  • 650 milioni di investimenti attivabili dalle domande residenziali
  • 90% delle domande relative solo all’aumento del 20% delle volumetrie (art. 2)

Fonte: elaborazione Cresme su dati Osservatorio Unioncamere-CEAV